31 luglio 2018

Dai giornali di oggi 31luglio

ITALIA-POLITICA
Rai, Foa verso la bocciatura, spunta l'ipotesi Rossi (Repubblica p.8).
Fi non cambia idea e annuncia il voto contrario in Vigilanza su Foa, ma
FdI apre alla Lega. L'ipotesi Rossi, in quota FdI, potrebbe essere la
via d'uscita per ricompattare il centrodestra (Stampa p.9), che al
momento è spaccato (Messaggero p.8). Dopo il no di Fi, Salvini non
tratta: “Se Silvio vota col Pd salta l'alleanza” (Repubblica p.9).
Berlusconi – isolato dopo che anche FdI ha dato il via libera (Libero
p.6) - al QN (in prima e p.2): “La domanda sul centrodestra va fatta a
chi ha scelto di fare un governo nel quale tutti i temi sono appaltati
ai grillini, sessantottini in ritardo, che cercano di attuare confuse
idee di sinistra. Sulla presidenza Rai il problema non è il nome ma il
metodo, se siamo alleati si ragiona e si decide insieme. E sulla
presidenza va rispettato il ruolo conferito dalla legge alle
opposizioni”. Sulla Stampa (p.8) parla la Meloni: “Anche noi non abbiamo
condiviso il metodo che ha portato al nome di Foa, però la campagna
scatenata dalla sinistra ci ha convinto a votarlo. Se poi Salvini
sostenesse Rossi ne sarei felicissima, ma non ne vedo le condizioni”.
Sul Messaggero (p.8) parla Toti, che va controcorrente rispetto alle
indicazioni del suo partito: “Un'alleanza con il Pd sarebbe
contronatura, non si rompe per una poltrona. Il Carroccio avrebbe dovuto
consultare gli alleati, ma ci vuole ragionevolezza. Fi e Lega governano
insieme in sette Regioni, sarebbe sconsiderato dissipare questo
patrimonio”. Intanto, Toti lancia il suo “Vivaio” (Corriere p.9).
Rischio razzismo, si apre lo scontro (Messaggero e tutti). Polemiche
dopo il caso dell'atleta di colore della nazionale italiana, Daisy
Osakue, colpita con un uovo da un'auto in corsa. “Situazione pericolosa,
è il risultato dell'odio in rete” dice la campionessa (Stampa p.5 e
tutti). “Non è razzismo” spiegano gli investigatori (Messaggero p.5). E
anche Salvini esclude il razzismo (su tutti). Conte e il ministro
dell'Interno assicurano: “E' solo psicosi” (Repubblica p.2). “Salvini
non si tiene” scrive il Fatto (p.3), che polemizza con le frasi del
vicepremier, che ha condannato le aggressioni ma ha detto:
“L'immigrazione non aiuta”. Nella polemica, Di Maio copre Salvini:
“Attacchi strumentali” e nel Movimento è polemica: una parte si smarca
dal leader leghista (Repubblica e tutti). La Osakue: “Mi hanno colpita
perchè di colore. La situazione è al limite, ma non è questa l'Italia”.
Preoccupa l'escalation dopo i casi di Partinico e Aprilia, dove è un
migrante è morto per sfuggire agli inseguitori, uno dei quali armato di
pistola. Bassetti (Cei) a Repubblica: “Basta alimentare le paure, il
virus xenofobo può riemergere”. Botta e risposta tra Boldrini e la
leghista Saltamartini ad Avvenire (p.5). “Al governo c'è chi semina
paura a colpi di slogan” attacca l'ex presidente della Camera. Ma la
leghista risponde: “La sinistra usa il razzismo per attaccarci”.
Berlusconi al QN: “L'Italia non è e non diventerà razzista, ma episodi
come questi sono gravi”.
Le pagelle dei primi 60 giorni: sul Fatto (in prima e p.15-18) il
bilancio dell'esecutivo di “cambiamento” che ha un unico oppositore:
Sergio Mattarella. Si parte dal premier Conte, considerato il “volto
rassicurante” per far fare bella figura con i leader stranieri, anche se
finora ha inciso su poche partite. Si passa poi al sottosegretatio
Giorgetti, considerato il vero vicepremier. Guardando ai temi più caldi
del momento, il Fatto promuove Toninelli su nomine e grandi opere,
mentre su porti e profughi è “in balia” di Salvini. Tra i due
vicepremier, Di Maio ha sofferto all'inizio Salvini, ma con Ilva e
decreto dignità ha azzeccato le mosse e i sondaggi lo premiano. Salvini
invece, tra tweet fascistoidi e sparate continue, ma adesso è chiamato a
dare prova di concretezza. E a proposito di Salvini, Polito sul Corriere
(p.7) parla di “cattivismo” in riferimento agli episodi legati alle
aggressioni a immigrati e persone di colore: non si può definire
razzismo in senso stretto, ma genera episodi di discriminazione
razziale. Avevamo suggerito – scrive Polito – a Salvini di non indulgere
nel “cattivismo” per quanti consensi gli possa portare. Nel ruolo
istituzionale che ricopre, non si può fare propaganda politica. E
Sarzanini, sempre sul Corriere (p.6), sottolinea l'imbarazzo del doppio
ruolo di ministro dell'Interno e leader di partito: sui reati la scelta
di diffondere solo i dati relativi agli immigrati.

ITALIA-ECONOMIA
Castelli (ad) e Battisti (presidente), binario interno per Fs (MF in
prima e p.2 e tutti): per il vertice scelti due manager del gruppo,
bruciate le candidature dell'ad di Rfi Gentile, dell'ex presidente Sea
Bonomi. Restano in cda le due consigliere, Ternau e Moraci, che avevano
accettato la richiesta di dimissioni del governo, mentre entrano Nogara,
Mentasti e Pronello. L'annuncio su Facebook. Toninelli: “Acquisteremo i
binari regionali disastrati” (Corriere p.28). La missione è sviluppare i
treni regionali e dare maggiore sicurezza e confort ai treni dei
pendolari (Messaggero p.14). Ora si punta su pendolari, Itc e cura del
ferro (Sole p.16): Mazzoncini lascia con utili e investimenti positivi,
mentre resta al palo la sinergia ferro-gomma, mentre l'allargamento ai
servizi di autobus non ha mai toccato le grandi città e il trasporto
locale. Sui nuovi vertici di Fs, per Libero (p.19) la Lega resta a bocca
asciutta: scartati i nomi graditi al Carroccio.
“C'é posta per Tria: i mercati non vogliono la manovra di Di Maio”:
Giornale (p.13) cita il seganto arrivato ieri al governo sull'asta dei
Btp. E' stato un mezzo flop, un segnale per indicare che, se le sparate
del M5S proseguono, sarà bufera. Cottarelli sulla Stampa: Tria ha
indicato che la sua intenzione per la prossima manovra è mantenere il
deficit invariato. Il problema è che questa posizione non lascia spazio
né per le azioni previste dal contratto di governo né per l'aumento
degli investimenti pubblici caro allo stesso Tria. Che fare? Credo che
il governo, per evitare l'immediata reazione dei mercati, cioè un
aumento dello spread, non presenterà una legge di bilancio palesemente
insensata. Ma dovrà comunque dare qualcosa al proprio elettorato.
Secondo me farà due cose. La prima è aumentare il deficit di qualche
decimo di punto, magari portandolo al 2-2,1 per cento. Secondo, adotterà
ipotesi ottimistiche su alcune variabili fondamentali: sulla crescita
del Pil, sull'inflazione e sulle entrate attese dalla pace fiscale.
Questo consentirebbe di raggranellare 20-30 miliardi, cui si potrebbero
aggiungere il riciclo di risorse già esistenti e qualche taglio di spesa.
Alitalia, Toninelli conferma: 51% allo Stato (Messaggero p.15 e altri).
Il ministro annuncia a settembre l'arrivo del nuovo bando di gara, “il
vettore – dice – è strategico per lo sviluppo del Paese”. Dai sindacati
pieno sostegno al piano del governo, con le sigle che apprezzano la
volontà di evitare lo spezzatino e ampliare la flotta.
Resta in evidenza il caso Tav: congelato il mega-appalto da 2,3 mld
(Stampa p.11). La società Telt ha deciso di prendere tempo e non firmare
le procedure per il lancio della gara internzionale per l'avvio del
lavori del tunnel di base di 57,5 km, con la società che si rivolge a DI
Maio: il progetto è del 2011 ed è stato sottoposto a 7 analisi
costi-benefici.
Ilva, i nuovi impegno non bastano (Corriere e tutti). Pollice verso del
ministro Di Maio, all'addendum presentato da ArcelorMittal per il
rilancio del sito pugliese. “Proposte non ancora soddisfacenti” ha
dichiarato il vicepremier, per il quale raggiungere, entro il 2023, una
riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari
al 15% rispetto al 2017 e azzerare le polveri al 2020, anticipando la
copertura dei parchi minerali “non basta: queste date erano
probabilmente quelle che bisognava prevedere nella procedura di gara e
con questi tempi rimediao in parte a delle criticità espresse all'Anac”.
Ma ArcelorMittal stavolta ferma il gioco, specificando che “gli impegni
aggiuntivi rispetto al contratto di affitto e di acquisto di Ilva
rappresentano i migliori e definitivi”. Il ceo di AM, Geert Van
Poelvoorde per resta “ottimista” sulla conclusione positiva dei
negoziati coi sindacati. Ma Taranto e le sue istituzioni, in polemica
col Mise, disertano l'incontro (Sole, MF e tutti).
Decreto lavoro in aula, il governo punta al via libera senza ricorrere
alla fiducia (Messaggero p.6). Berlusconi, nell'intervista al QN: “Spero
ancora che Salvini ascolti le ragioni di imprese e lavoratori, delle
categorie professionali, degli artigiani e dei commercianti. Distruggere
il lavoro fa parte delle follie ideologiche di certa sinistra: non mi
meraviglio lo faccia Di Maio, ma non può essere avallato da chi si
dichiara di centrodestra”.

ESTERI
Italia-Usa, ieri il premier italiano a Washington (su tutti): luna di
miele, tra baci, sorrisi e nodo Tap (Fatto p.11). Trump elogia l'Italia:
“Cabina di regia sulla Libia, vostra la leadership in Nord Africa”. Per
il Corriere la sponda sul dossier libico è anche una sfida all'attivismo
del “rivale” Macron. Sintonia tra Conte e TRump, con il presidente
americano che spiega: “Sull'immigrazione siete un modello per la Ue”
(Messaggero p.2). Intesa Usa-Italia su tre fronti: Libia, cabina di
regia per il Mediterraneo e questione degli scambi commerciali (Sole in
prima e p.5), anche se restano le divergenze su come ridurre il deficit
commerciale americano, ma ormai l'Italia è l'interlocutore privilegiato
nell'Ue (MF p.4). Altri nodi riguardano il ritiro delle sanzioni a Mosca
e i paletti su fondi Nato e Tap (Messaggero). L'inquilino della Casa
Bianca conferma le sanzioni alla Russia e chiede di finire il Tap
(Corriere p.2-3). E Conte frena su gasdotto e Putin per avere il
sostegno sul futuro della Libia (Stampa p.3). Repubblica (p.7) parla di
diktat Usa all'Italia su Nato, F35, Tap e sanzioni a Mosca. Washington
teme di vedere Salvini, considerato troppo filo russo, nel ruolo di
premier. “Conte e Trump sulla rotta populista: ma per ora più proclami
che fatti” dice al Corriere (p.2) il politologo Kupchan. Ma Luttwak al
Messaggero (p.2) dice: “Nessun problema tra Conte e Trump. Usa pronti a
supportare la leadership dell'Italia in Libia, mentre le posizioni di
Salvini sulla Russia non sono un ostacolo”.
In evidenza, sul Giornale (p. 14) il caso-bodyguard che fa crollare i
consensi di Macron ed il “rottamato” Hollande che tenta di sedurre gli
scontenti. L'ex presidente francese potrebbe trornare in corsa per il
2022 dopo che Le Parisien ha rilevato come “François, se si ricandidasse
avrebbe molto da dire” avendo le potenzialità per intercettare, da
solo,  il 15-20% degli scontenti di Macron, il quale dal canto suo
continua ad affrontare l'affaire Benalla dalla distanza perdendo il
contatto con molti connazionali che, invece, chiedono risposte.

1 commento:

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