6 luglio 2018

Dai giornali di oggi 6 luglio



Governo in manovra su Bruxelles per avere margini di bilancio più ampi (Corriere, Sole, Repubblica). Ma i ministri sembrano muoversi in ordine sparso. Tria, in un’intervista a Bloomberg, punta a rassicurare i mercati: riforma fiscale e reddito di cittadinanza devono andare di pari passo, perché servono alla crescita, ma in maniera graduale e senza strappi. Savona riunisce il comitato interministeriale per gli Affari Europei e sollecita investimenti pubblici per “la sopravvivenza dell’euro” quanto meno sul piano del consenso politico. Di Maio pensa invece alla spallata: “Le riforme fiscali e quelle per il sostegno al reddito devono diventare riforme che la Ue non può legare al rapporto tra deficit e pil”.
Intanto continua la polemica intorno al “decreto dignità”. La regola delle causali da specificare al rinnovo di un contratto a termine coinvolge anche i lavoratori stagionali, scrive il Sole. “Probabilmente si tratta di una svista, così si rischia concretamente lo stop alle imprese stagionali – dice il professor Arturo Maresca –La causale rimanda a esigenze non programmabili dell’attività imprenditoriali, ma gli stagionali sono per definizione lavori programmabili e ripetitivi nel tempo. Sarebbe una vera trappola per le imprese”. In allarme Confindustria, Confesercenti e Federalberghi (Corriere). “Con queste nuove regole non assumerei nessuno – dice al Corriere Toni Da Re, segretario della Lega in Veneto, piccolo imprenditore – Vincolare i contratti a tempo determinato è una strada pericolosa che porta al lavoro nero e all’evasione. La flessibilità in Veneto è fondamentale, la parola magica è piuttosto riduzione del costo del lavoro”. “Il governo ha obiettivi giusti ma ha scelto strumenti sbagliati” dice a Repubblica il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. “Anche noi siamo contrari alle delocalizzazioni spinte ma nel decreto ci sono troppe zone grigie: chi investe in Italia deve essere invogliato a restare. Per i contratti a termine pensiamo che sia un errore passare da 36 mesi di contratti senza causale a 12. E’ un meccanismo che porovocherà un maggior turn over dei lavoratori. La nostra proposta è di allungare a 24 mesi il periodo per contratti senza motivazione”. “Il decreto dignità? Un mix di incompetenza e populismo” dice alla Stampa l’ex ministro Calenda. Il taglio selettivo del cuneo fiscale “non si può fare perché verrebbe considerato aiuto di Stato, mentre del caso del Made in Italy sarebbe considerato un sussidio all’export, contrario alle regole del Wto. Di Maio o non lo sa o prende in giro gli italiani”. Calenda ricorda i suoi provvedimenti contro le delocalizzazioni e stronca il decreto dignità: “Aumenterà solo i disoccupati”. “Spero che l’alleanza tra Lega e 5Stelle duri poco, perché le cose stravaganti che propongono porterebbero l’Italia in una situazione critica. Pende su di noi il nuovo giudizio di Moody’s”.
Anche i voucher dividono, ma il governo: tra Carroccio e 5 Stelle è scontro sulla reintroduzione dei ticket (Messaggero). Il ministro dell’Agricoltura e del Turismo Centinaio li vuole per i settori di sua competenza e si prepara a incontrare Di Maio. Il rischio è che la cancellazione dei voucher e l’irrigidimento dei contratti a termine porti a una valanga di mancati rinnovi degli accordi e un ritorno al lavoro nero.

ITALIA-POLITICA
Soldi alla Lega, l’inchiesta va avanti e Salvini va in pressing sul Quirinale (Corriere e tutti): “Sarei felice di incontrare Mattarella, penso sia permesso al vice premier di parlare col suo presidente della Repubblica. Starà a Mattarella decidere se c’è in ballo la libertà d’espressione o la democrazia”. Ma il Qurinale lo gela (Messaggero e tutti), negando contatti col presidente in visita in Lituania. Mattarella non vuole discutere di inchieste in corso, scrivono Corriere e Messaggero, né vuole passare come una sorta di quarto grado di giudizio per ribaltare la sentenza della Cassazione. Anche per la Stampa il capo dello Stato non vuole prestarsi a un gesto propagandistico che suonerebbe come uno schiaffo all’ordine giudiziario. Stoppa Salvini anche il ministro Bonafede: “Le sentenze si rispettano, senza evocare scenari che sembrano appartenere alla Seconda Repubblica” (Corriere, Messaggero). “Così faceva Berlusconi, ma la legge vale anche per la Lega” dice a Repubblica Edmondo Bruti Liberati. “Le decisioni dei giudici vanno rispettate in primo luogo da chi è nel governo. Alimentare la sfiducia nelle istituzioni danneggia tutti”.
Libero parla di delirio della sinistra: vietano alla Lega persino di chiedere aiuto a Mattarella. Sul Corriere intervista alla senatrice Cinque Stelle Nugnes: “Tra noi nessun imbarazzo per il caso della Lega. Il quadro è cambiato, bisogna essere realisti e costruttivi. Quando si è all’opposizione si ha un atteggiamento più propagandistico. Nel momento in cui devo portare a casa risultati si deve essere rigorosi e attenti ma devo fare il progetto cantierabile”. “Ma da ministro dell’Interno  Salvini non può parlare così”. Sul Messaggero e La Verità parla il tesoriere della Lega Centemero: “Se continuano col sequestro ci ritroviamo senza soldi. Quei 49 milioni di cui si chiede il sequestro non sono i proventi di un reato. La parte offesa in questo processo è sempre la Lega, i pm dovrebbero difenderci. Il Capo dello Stato è il garante della Costituzione, non può essere chiuso così con un movimento”.
Forza Italia, Berlusconi punta su Tajani come vice presidente del partito e Adriano Galliani come “grande organizzatore” (Corriere). Sarebbe dunque Tajani il naturale successore del Cavaliere: “E’ al mio fianco dal 1994, rappresenta Fi, oggi è presidente del Parlamento europeo”. In vista anche la creazione di una Consulta del presidente, con le “eccellenze” di lavoro, impresa e cultura.
Pd, i renziani prendono tempo: congresso dopo le Europee (Corriere). Questa la proposta che avanzeranno all’assemblea di domani per cercare di sbarrare il passo a Zingaretti. Stretto tra le correnti Martina si barcamena. Intanto a Roma nuova inchiesta su Parnasi, nel mirino gli accordi per il trasferimento del palazzo della Provincia e l'intesa con Atac per lo spostamento, mai avvenuto, in un palazzo vicino alla torri dell'Eur (Messaggero in prima e p.11). Un nuovo filone che spaventa i politici, con l'imprenditore che, interrogato dai pm, ha detto: “Paghiamo i partiti dagli anni '80”. Dai verbali degli interrogatori e dalla intercettazioni, spuntano nuovi elementi nei confronti dell'ex vicepresidente del consiglio regionale Palozzi (Fi) e dell'ex assessore regionale Civita (Pd). “Pagavo per non avere nemici” ha confessato il costruttore romano ai magistrati, ricostruendo i versamenti (Tempo p.18).

ESTERI
Migranti, Berlino sperava di convincere Vienna a riprendersi i migranti sbarcati in Germania senza requisiti ma il cancelliere Kurz respinge le richieste del ministro Seehofer (Messaggero, Repubblica). La settimana prossima a Insbruck è previsto un vertice a tre tra Italia, Germania e Austria: obiettivo, chiudere la rotta del Mediteraneo (Sole). Kurz: “E’ nell’interesse di tutti”. Su Repubblica parla l’ex leader della Spd Martin Schulz: “Salvini, Strache, Kurz, Orbàn e gli altri populisti di destra voglio far fallire la Ue. La retorica antieruoepa e la rinazionalizzazione drammatica della politica ci spingeranno nell’abisso. Abbiamo bisogno di una insurrezione della decenza. Dobbiamo mobilitarci, creare un vero movimento paneuropeo di sinistra”. Intanto dal Viminale Salvini detta una stretta sul diritto d’asilo (Messaggero e tutti): “I permessi per motivi umanitari concessi con troppa facilità”, scrive Salvini ai Prefetti, chiedendo un giro di vite sulle richieste d’asilo. Nel mirino i permessi umanitari concessi a mamme, ragazzi soli e malati, il 25% del totale, a fronte del 7% di rifugiati (Repubblica). Secondo Salvini la protezione umanitaria dovrà essere riconosciuta solo per seri motivi e va stroncata la prassi del rinnovo automatico ogni 2 anni. Altra misura annunciata da Salvini lo spostamento di 42 mln di euro dal budget per l’accoglienza ai rimpatri e il rafforzamento dell’asse con la Libia. Per il Messaggero l’Italia vuole la fine dell’embargo sulle armi  la Libia. “Dialoghiamo solo con le autorità riconosciute” dice il ministro puntando su Al Serraj e attaccando Haftar.
“Usa-Cina, scocca l'ora. Parte la guerra dei dazi che frenerà il mondo (Repubblica p.24, MF p.6). Al via le nuove tariffe sull'import da Pechino, l'America teme la corsa cinese verso il primato tecnologico: la Casa Bianca chiede la riduzione del sostegno statale di Pechino all'hi-tech (Sole p.2). “Siamo vicini a una crisi simile a quella degli anni Trenta, spero prevalga la consapevolezza” dice a Repubblica  l'ex consigliere della Fed, Allen Sinai: “Lanciare una guerra commerciale di tale aggressività è irresponsabile, spero prevalga il buon senso”.
Trump: “Auto, dazi zero tra Usa e Ue” (Giornale p.25): l'ambasciatore americano a Berlino ha lanciato la proposta di abolire del tutto i dazi, che al momento sono del 10% per le auto che arrivano dagli Usa in Ue e del 2,5% nell'altra direzione. Merkel pronta a mediare: la Ue si sottrae all'alleanza con la Cina (Messaggero p.18). L'offerta di abolire i dazi tra Usa e Ue, considerata una sorta di retromarcia di Trump per isolare la Cina, fa volare i titoli del comporto, con Fca che registra una crescita del 5,8%.

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