7 luglio 2018

Recensione film :THELMA regia di Joachim Trier





 Con Eili Harboe, Kaya Wilkins, Ellen Dorrit Peterson, Enrik Rafaelsen, Anders Mossling, Norvegia, Danimarca, Svezia, del2017.




Il film scandinavo “Thelma” narra la storia di una ragazza con poteri paranormali psicocinetici che si manifestano durante le crisi non epilettiche psicogene (CNEP), le quali si manifestano nei momenti di maggiore intensità emotiva e vanno a scavare nel suo inconscio e nei suoi desideri più repressi.

Thelma (Eili Harboe) è una brava ragazza che viene da una famiglia religiosa di cristiani fondamentalisti che le hanno impartito un’educazione piuttosto rigida: non beve, non fuma e vuole solo studiare. Il padre (Enrik Rafaelsen) è un medico di base che accudisce con amore la moglie (Ellen Dorrit Peterson) costretta su una sedia a rotelle.

Non è facile socializzare per Thelma che è appena arrivata all’Università di Oslo, venendo da fuori. L’unica persona che si accorge di lei e le manifesta interesse è Anje (Kaya Wilkins), una ragazza, sembrerebbe, dai desideri promiscui. Thelma è attratta dall’amica, prova per la prima volta sensazioni erotiche, si convince di esserne innamorata, ma contempraneamente la respinge, in preda a sensi di colpa. A causa dei ripetuti attacchi di convulsioni, Thelma si sottopone a varie analisi mediche in cerca di una diagnosi precisa. Scopre in tal modo di avere una nonna anch’essa con gli stessi sintomi, ricoverata in un sanatorio da un paio di anni. La va a trovare e scopre che vive sedata e in uno stato di imbambolamento, che sembra perduri da anni.

La città di Oslo si vede poco, a parte una scena nel recente Teatro dell’Opera progettato da Snohetta e completato nel 2008 nel quartiere centrale di Bjorvika. L’elegante edificio ubicato sulla punta del fiordo di Oslo, costituisce con il suo prezioso marmo di Carrara una nuova icona urbana. La vicenda è ambientata per metà presso la Facoltà di Biologia dell’Università, e per l’altra nella casa isolata dei genitori della protagonista, immersa nel verde vicino a lago ghiacciato.

Non sto a narrare tutti gli eventi raccontati da Joachim Trier con una suspence notevole. Del resto il regista – danese dsi nascita ma naturalizzato norvegese - è uno che il cinema lo sa fare. Aveva già girato “Segreti di Famiglia”, con il quale ha partecipato al Festival di Cannes del 2015, un bel film intrigante coprodotto da Francia, Danimarca e Norvegia, con Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenbergh. La storia è uno scavo nei difficili rapporti familiari di una famiglia che vive in una casa unifamiliare nello Stato di New York, dopo tre anni dalla scomparsa della madre, una famosa fotografa di guerra, morta in circostanze sospette.   

Thelma” presenta una notevole fotografia di Jakob Ihre, è recitato magistralmente da Heili Harboe, un’attrice definita bergmaniana, ciò che non convince è proprio la storia. Non sono un’esperta di questo genere di film thriller-parapsicologici e, dai tempi di “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski del 1968, credo di averne visto solo uno australiano del 2014 che si chiamava “Babadook” e che non mi piacque affatto,  quindi non sono in grado di paragonarlo ad altri.



Ghisi Grütter


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