Con Eili Harboe, Kaya Wilkins, Ellen Dorrit Peterson, Enrik Rafaelsen, Anders Mossling, Norvegia, Danimarca, Svezia, del2017.
Il film scandinavo “Thelma” narra la storia di una ragazza
con poteri paranormali psicocinetici che si manifestano durante le crisi non epilettiche
psicogene (CNEP), le quali si manifestano nei momenti di maggiore intensità
emotiva e vanno a scavare nel suo inconscio e nei suoi desideri più repressi.
Thelma (Eili Harboe) è una brava ragazza
che viene da una famiglia religiosa di cristiani fondamentalisti che le hanno
impartito un’educazione piuttosto rigida: non beve, non fuma e vuole solo
studiare. Il padre (Enrik Rafaelsen) è un medico di base che accudisce con
amore la moglie (Ellen Dorrit Peterson) costretta su una sedia a rotelle.
Non è facile socializzare per Thelma
che è appena arrivata all’Università di Oslo, venendo da fuori. L’unica persona
che si accorge di lei e le manifesta interesse è Anje (Kaya Wilkins), una
ragazza, sembrerebbe, dai desideri promiscui. Thelma è attratta dall’amica,
prova per la prima volta sensazioni erotiche, si convince di esserne
innamorata, ma contempraneamente la respinge, in preda a sensi di colpa. A
causa dei ripetuti attacchi di convulsioni, Thelma si sottopone a varie analisi
mediche in cerca di una diagnosi precisa. Scopre in tal modo di avere una nonna
anch’essa con gli stessi sintomi, ricoverata in un sanatorio da un paio di
anni. La va a trovare e scopre che vive sedata e in uno stato di imbambolamento,
che sembra perduri da anni.
La città di Oslo si vede poco, a
parte una scena nel recente Teatro dell’Opera progettato da Snohetta e
completato nel 2008 nel quartiere centrale di Bjorvika. L’elegante edificio ubicato
sulla punta del fiordo di Oslo, costituisce con il suo prezioso marmo di
Carrara una nuova icona urbana. La vicenda è ambientata per metà presso la Facoltà di Biologia dell’Università,
e per l’altra nella casa isolata dei genitori della protagonista, immersa nel
verde vicino a lago ghiacciato.
Non sto a narrare tutti gli
eventi raccontati da Joachim Trier con una suspence
notevole. Del resto il regista – danese dsi nascita ma naturalizzato
norvegese - è uno che il cinema lo sa fare. Aveva già girato “Segreti di Famiglia”, con il quale ha
partecipato al Festival di Cannes del 2015, un bel film intrigante coprodotto
da Francia, Danimarca e Norvegia, con Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse
Eisenbergh. La storia è uno scavo nei difficili rapporti familiari di una
famiglia che vive in una casa unifamiliare nello Stato di New York, dopo tre
anni dalla scomparsa della madre, una famosa fotografa di guerra, morta in
circostanze sospette.
“Thelma” presenta una notevole fotografia di Jakob Ihre, è recitato
magistralmente da Heili Harboe, un’attrice definita bergmaniana, ciò che non
convince è proprio la storia. Non sono un’esperta di questo genere di film thriller-parapsicologici e, dai tempi di
“Rosemary’s Baby” di Roman Polanski
del 1968, credo di averne visto solo uno australiano del 2014 che si chiamava “Babadook” e che non mi piacque
affatto, quindi non sono in grado di
paragonarlo ad altri.
Ghisi Grütter
Nessun commento:
Posta un commento