M5S primo partito col 27,8% nonostante il caso rimborsi, Pd ancora in calo al 21,9%, la coalizione di centrodestra al 35%, ma quasi un elettore su due non ha ancora deciso per chi votare. FI continua il suo recupero: ora è al 16,3%, dato migliore dalle Europee del 2014; nel centrosinistra mini-balzo della Lista Bonino che supera il 3%. Questo il sondaggio Demos di Repubblica. “Niente maggioranza” titola il Corriere in apertura: anche il sondaggio di Pagnoncelli fotografa una situazione analoga: fatte le proiezioni, al centrodestra andrebbero 283 seggi, 152al M5S, 158 al centrosinistra. Salvo larghissime intese non ci sarebbero i numeri per una maggioranza. Per il Messaggero decisivo sarà il voto del sud: è lì che sono i collegi ancora incerti. Maggioranza-miraggio anche per il sondaggio Cise-Sole 24 Ore. Qui il campione è di ben 6000 elettori, e non di 1000 come gli altri e il sondaggio dà gli scenari di voto anche per area geografica: al Nord centrodestra al 38,4%, centrosinistra al 31,1%, M5S al 21,9%, altri all’8,6%; nel centro-regioni rosse centrodestra e centrosinistra a pari merito al 32,8%, M5S al 26,1%, altri all’8,3%; al Sud M5S al 38,1%, centrodestra al 32%, centrosinistra al 21,6%, altri all’8,3%. Il complessivo Italia vede il centrodestra prima coalizione al 34,7%, seguita dal M5S al 29,4%, centrosinistra al 27,4%, altri all’8,5%. Ma indecisi e astensionisti sono al 38%, 6milioni di persone che probabilmente voteranno ma ad oggi non sanno per chi. Ma matematica elettorale e tendenze di voto dicono che l’esito più probabile sarà lo stallo. Per Noto (Ipr) che firma il sondaggio del Fatto, gli indecisi se votano scelgono il M5S o il Pd. La coalizione di centrodestra avrebbe fatto già il pieno. Su Avvenire e Corriere l’indagine del “Toniolo” sul voto dei giovani: M5S primo nei consensi, ma prevale la sfiducia nella politica.
Tutti i sondaggi pubblicati dai quotidiani ci danno intorno al sei per cento.
M5S sempre in primo piano per le rivelazioni delle Iene: “I furbetti dei rimborsi sono 14, non otto” (Repubblica, Fatto e tutti). Spuntano anche altri due massoni. Sul Corriere parla Davide Casaleggio: “Mi sento preso in giro da queste persone. Al minimo dubbio bisogna intervenire”. Ma la delusione più cocente è quella per l’addio di Borrelli: “Nessuno se l’aspettava. Non abbiamo compreso appieno le motivazioni che stanno dietro la sua decisione. Non è chiaro quello che farà ma le cose che farà al di fuori del Movimento non mi riguardano”. Il deputato Ivan Della Valle, appena espulso: “Baravo sui bonifici, chiedo scusa a tutti ma non a Di Maio. Nel Movimento di Di Maio delle battaglie delle origini non è rimasto nulla”. Intanto David Borrelli, l’europarlamentare che ha rotto col M5S, tesse la sua rete nel Nord Est tra piccole aziende ed ex leghisti (Repubblica).
In campagna elettorale irrompe la magistratura. “Monnezza e corruzione, De Luca jr e Fdi nei guai”: sul Fatto in apertura e su tutti l’inchiesta della Procura di Napoli che ipotizza reati di corruzione, corruzione aggravata dal metodo camorristico e traffico illecito di rifiuti che coinvolge Roberto De Luca, figlio del governatore campano, e il candidato di Fdi Luciano Passariello.
Tempo scaduto: nessuna riforma per le carceri (Fatto). Se passasse così tanti boss uscirebbero dal regime di 41 bis. Nonostante i decreti attuativi ci siano, così come il via libera del Csm, la riforma dell'ordinamento penitenziario non è ancora legge. La riforma restringe le preclusioni automatiche e prevede una possibilità più ampia di ottenere forme di detenzione alternativa, permessi premio. Misure che non sono permesse per i reati di mafia, terrorismo e altre categorie gravi. Ma sulle polemiche per l'eccessivo allargamento delle maglie delle pene alternative, l'iter si è bloccato.
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