"Eros e Priapo" è un'opera di Carlo Emilio Gadda ferocemente antifascista. Già lo scrittore si era fatto beffe del fascismo e della sua tronfia, smargiassa, quanto vuota retorica, in "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", in cui Mussolini era stato sarcasticamente apostrofato con "er gallinaccio", "er mascellone" ecc. Ma in Eros e Priapo, rivisitazione graffiante del freudiano Eros e Thanathos, Gadda individua uno degli aspetti più patetici del fascismo, coincidente con un atteggiamento tipico dell'italiota medio: la presunta instancabilità del maschio italico nelle performances amatorie. Mussolini stacanovista del sesso, maschio alfa fecondatore, 1,67 (tale era la sua altezza) di fuoco del desiderio: una traboccante vis sexualis che serviva ad alimentare il mito del duce invictus, tombeur de femmes, e dunque, propiziatore di messi abbondanti. Perché, per una strana alchimia, la fecondazione delle donne del popolo faceva il paio con la semina e la raccolta del grano. È questo aspetto del duce che in fondo non è mai morto. Quel Priapo tornerà a far capolino nei banchetti di Arcore, dove un nuovo fecondatore fa passare maliziosamente tra i commensali proprio la statuetta di Priapo, affinché ne venga accarezzato il fallo propiziatore sempre eretto. Lo ritroviamo nel celodurismo della Lega e in ultimo, nell'icona fallocentrica rappresentata da Rocco Siffredi, nuovo duce, nuovo vessillo che incanutiti, quanto tinti, italioti presentano al mondo quale simbolo della supremazia del maschio italico. E più si riducono nelle nuove generazioni le dimensioni dell'organo di riproduzione, più diminuisce la capacità fecondativa, quasi punizione divina per tanta protervia, più quel mito cresce e si diffonde. E magari a rileggere oggi Gadda, si insinua nelle nostre menti un dubbio. Cosa fa tanto rabbia e paura ai maschi italiani di fronte ai maschi neri? Perché, a ben guardare, il fascismo non conobbe l'odio per i neri o i musulmani proprio di movimenti che oggi pretendono di richiamarsi a quell'ideologia. Mussolini si fregiò del titolo di protettore dell'Islam. Quale inconfessabile invidia si nasconde in questa avversione per i neri, che non esiste ad esempio per altri immigrati di paesi come la Cina o le Filippine? Gadda ha avuto il merito di individuare nella questione di una sessualità immatura da parte dell'italiano medio uno dei motivi principali del successo dell'ideologia fascista. Invero, forse per un fattore religioso male interpretato, molti italiani non hanno una vita sessuale sufficientemente equilibrata. Forse il nostro vero compito è aiutare Priapo a guarire, magari a diventare più adulto.
Solo così il fascismo andrà definitivamente in soffitta.
Massimo Frana
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