Dai giornali
Salvini dice sì a Tajani o Draghi premier: “Ma il programma non si tocca”. Intervistato da QN, il leader della Lega apre: “Se Forza Italia prende un voto più di noi sceglie il presidente del Consiglio. Purché accetti il programma firmato da tutti non ci sono veti”. Anche se si trattasse di Tajani o di Draghi? “Se sceglie Forza Italia sceglie Forza Italia. Se condivide il programma non ci saranno problemi. Ma non è affatto detto che FI prenda quel voto in più”. Ma su inciuci e larghi intese Salvini è netto: “La Lega non partecipa a nessun tipo di governo con altri”. E se Berlusconi facesse un governo con Renzi: “Non ci credo. Mi fido di lui. Si è già bruciato abbastanza con Monti e con Letta, non credo ci voglia riprovare”. Ma per Stampa e Libero Renzi sta riaprendo i canali con Berlusconi: è la reazione alla spinta di Prodi a Gentiloni.
Ieri la manifestazione di Fdi a Roma contro gli inciuci con Pd e M5S, con la Meloni che si fa fotografare tra le due poltrone lasciate vuote da Berlusconi e Salvini. “Da Meloni una sceneggiata inutile”, la reazione dei berlusconiani che parlano di provocazioni (Stampa). Meloni: “Berlusconi dice che questa manifestazione è dannosa: certo, se vuoi fare l’inciucio. Noi Fdi saremo il granello di sabbia che romperà l’ingranaggio di un accordo in spregio al voto del 4 marzo. Io non tradisco”.
Su tutti l’intervento di Berlusconi a “Che tempo che fa”: promette “più polizie e più pagate” (Giornale) e sui fatti di Macerata dice: “Fascisti? Temo più gli antifascisti. A Macerata ha agito un singolo assolutamente fuori di testa. A Piacenza gli antifascisti hanno picchiato un carabiniere. Nazismo e fascismo sono arrivati dove sono arrivati grazie a Mussolini e a Hitler. Senza un Mussolini o un Hitler in giro non succede niente”. Quanto alla premiership “Salvini potrà fare il premier se la Lega prende più voti di Forza Italia ma non accadrà” (Repubblica, Messaggero). Sul Mattino nuova intervista a Berlusconi: “Salvini non è bellicoso, ma è un alleato ragionevole. Evitiamo la strumentalizzazione politica dei fatti di Macerata”. Poi ricorda i suoi rapporti con la Merkel, “sempre corretti e cordiali” e col Ppe: “Il centrodestra vincerà e Forza Italia avrà un ruolo trainante. La Lega è un partito responsabile e consapevole della realtà europea”. E sul dopo voto: “Mattarella è uno scrupoloso garante della Costituzione. Nell’ipotesi che non vi fosse una maggioranza in Parlamento non potrebbe che ridare la parola agli elettori”. Quanto al “suo” premier “sarà un uomo di straordinaria autorevolezza ed esperienza in Italia e all’estero”. E rilancia il suo programma su flat tax, giustizia e migranti: “Non criminalizzo gli stranieri ma 600 mila sono una bomba sociale”. Sul Messaggero l’endorsement del Ppe: “Non ho visto riferimenti all’uscita dall’euro nel programma comune del centrodestra – dice Josep Daul – Salvini ha molto moderato i termini e lo farà ancora di più in un governo di centrodestra guidato da Forza Italia. Mi auguro che vinca un centrodestra a trazione Fi, con Berlusconi come garante perché ha l’autorevolezza e l’esperienza necessarie”.
Su Corriere e Messaggero i veleni sul voto in Campania, dove il caso De Luca jr agita i democratici. Lui lascia e accusa: “Non c’è assolutamente nulla di nulla, solo una provocazione vergognosa e oscure trame contro di me” (Mattino). Le dimissioni annunciate nel corso di una iniziativa politica del Pd, durante la quale la cronista di Fanpage è stata aggredita da alcuni militanti. Vincenzo De Luca carica a testa bassa: “Vi faremo ringoiare tutto”. Ma poi Renzi spedisce Lotti a mediare col governatore e la famiglia cede sul passo indietro di Roberto (Corriere). La verità, scrive il Corriere, è che con De Luca il Pd non sa che fare: sono più i voti che porta o quelli che toglie? Renzi non ha mai sciolto il dubbio, si è accasciato al bivio e ha aspettato gli eventi. Siani, anche lui dem, a Repubblica: “La politica non è farsi gli affari propri o sistemare familiari. E io lo dimostrerò” (Repubblica).
Anche i 5Stelle in imbarazzo per il caso De Falco, dopo la segnalazione di violenze subite dalla moglie. Di Maio: “Lui nega, chiamerò anche la moglie” (Corriere). De Falco parla di alterco dettato dalla separazione in corso “ma mai violenza in famiglia, solo una strumentalizzazione mediatica volta alla denigrazione” (Repubblica). Sul Foglio “l’algoritmo Di Maio”: Di Maio è la sommatoria allucinata dei nostri peggiori incubi politici e tic culturali, dell’Italia anticasta e moralista, del cumulo più formidabile di teorie antiscientifiche e complottiste degli ultimi anni. Come un algoritmo, è stato programmato per non farsi notare e arrivare al governo del Paese.
Sul Fatto le rivelazioni di Bisi, gran maestro del Grande Oriente: “Basta con la caccia agli affiliati: lo sanno i Cinque Stelle che senza di noi l’Italia sarebbe ancora nel Medioevo?”. Poi conferma: “Ci sono almeno tre candidati fra Regionali e Politiche sia nel centrodestra che nel centrosinistra”. Sul Fatto anche gli orientamenti di Vaticano e Cei sul voto: tra il vuoto della formazione del prossimo governo e il blocco di centrodestra a trazione leghista, i vescovi pregano per un Gentiloni bis e per Minniti.
Parisi parla al Corriere Roma (p.4): “Sfida a due tra me e Zingaretti. Pirozzi non so cosa rappresenti, mentre la Lombardi non avrà il vantaggio che ebbe la Raggi nel 2016 per l'assenza di un candidato unitario del centrodestra. Il governatore uscente dice di aver risanato la sanità, ma non è così, anche perchè uscirà dal commissariamento dopo il 2018. E poi, basta andare in una pronto soccorso per rendersi conto che non è risanata”. Poi sui rifiuti, dice: “La responsabilità non è della Raggi, ma di Zingaretti, che ha avuto paura di prendere decisioni necessarie. La Raggi – accusa il leader di Energie per l'Italia – ha evidenti problemi di competenza, ma bisognerebbe toglierle alibi, E da parte mia ci sarà massima collaborazione istituzionale”.
Su molti giornali l’intervento della boldrini sullo scioglimento dei gruppi fascisti.
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