Pubblichiamo un'attenta analisi elaborata da Roberto Sciacca sulle prospettive di voto e sugli scenari prossimi futuri. E' un 'analisi puntuale e rigorosa, a tratti, diremmo noi, impietosa, di un osservatore, di un politologo, che riflette l'interesse e la passione dell'autore per le vicende politiche italiane, frutto di una militanza a sinistra che lo ha visto sempre in prima linea sin dagli anni giovanili .
D.F.
LA SINISTRA E LA CONFUSA
CHIAREZZA DEL 4 MARZO
Mancano pochi giorni alle
elezioni e in questa Italia, ciò che dovrebbe apparire chiaro, sta diventando
sempre più confuso e contradditorio.
Dopo una lunga fase di stallo
parlamentare, con il primo Rosatellum, si è rivelato il vero testo su cui si
stava lavorando da mesi: l'attuale legge elettorale è stata pensata ed
elaborata per dare come unico sbocco finale la “grande coalizione”e cioè un
governo basato sull'intesa tra PD e Forza Italia. Tuttavia, nel corso dei
giorni sono emerse molte incognite. Le forze in campo hanno il pieno controllo,
hanno davvero preordinato tutto o, viceversa, la situazione sta sfuggendo di
mano?
Come già detto, le regole
sono state architettate per impedire la vittoria di qualcuno, il sistema è
congegnato per creare coalizioni senza vincoli, ma la confusione di ruoli è
diventata la nota dominante. Ipocrisia, menzogna e demagogia, hanno occupato la
scena e non sembrano intenzionati a mollare!
Intanto il Pd si avvia ai
minimi storici: viene dato intorno al 22/23%, ben lontano da Veltroni al 33,
Bersani al 25 e lo stesso Renzi oltre il 40. Forza Italia dichiara di puntare
al 20%, ma fatica enormemente. In sostanza, Renzi e Berlusconi non hanno i
numeri per governare insieme.
Non intendiamo sostituirci
agli esperti e non vogliamo disturbare i sondaggisti, ma il quadro d'insieme
sembra il seguente:
la coalizione attorno al PD,
non arriverà mai ad avere una maggioranza. Realisticamente può stare tra il
26/28%.
I 5stelle, nella loro corsa solitaria
non hanno alcuna chance, possono sperare per un 26 fino ad un massimo del 28/30
%.
Liberi e Uguali, pur
superando agilmente lo sbarramento del 3%, non viene accreditata oltre il 5/7%.
Numeri utili per iniziare una ricostruzione della sinistra, ma irrilevanti per
ipotesi di governo.
La vera incognita è il centro
destra. Berlusconi ha creato una coalizione per arrivare primo, non per
governare. Il disegno viene da lontano: piegare Renzi appoggiando il no al
referendum costituzionale, per poi allearsi su posizioni di forza.
Ma deve cavalcare l'onda, le
tasse e gli immigrati, soprattutto! Gareggia con Salvini e Meloni, ma non
saprebbe come gestirli.
Eppure, gli elettori
potrebbero dargli la maggioranza.
Secondo gli sbarramenti della
legge elettorale si presume che solo 4 poli si spartiranno i seggi e ne
consegue che il margine del centro destra risulti davvero consistente.
Riassumiamo: PD e alleati
26/28; M5stelle 26/28; LeU 5/7. Sommandoli si passa da un minimo del 57% ad un
massimo del 63%. Ne consegue che al netto di possibili sorprese, il centro
destra viaggia tra il 37 ed il 43%. Per i collegi uninominali, che ricordiamo
alla Camera sono 231, il significato è enorme, con quei numeri li prenderebbe
quasi tutti. Aggiungendo quelle percentuali al calcolo sui 386 del
proporzionale, si posizionerebbe verso
una maggioranza assoluta.
Sarebbe onesto e perfino
utile dirlo! Perchè si può essere in disaccordo, ma non ci si può
scandalizzare, questo processo accade e sta accadendo nel resto d'Europa.
In Francia e in Germania,
grandi forze tradizionalmente avversarie, stanno cercando un compromesso,
seppur con fatica, per garantire la
governabilità e la tenuta del “Sistema”. Establishment, ma anche una fetta
importante di cittadini/elettori, ritengono che per fronteggiare i mercati
mondiali, le grandi sfide geopolitiche, gli enormi flussi migratori, occorre un
grande patto tra le principali forze politiche dell'Europa.
A questo quadro, si
contrappongono inquietanti forze di estrema destra, movimenti razzisti e
tendenze “antisistema” che tentano di far saltare tutto, proponendo strade
alternative all'Unione europea.
Il passaggio appare, quindi,
storico! L'Europa deve decidere come rispondere alle macerie lasciate dalla
crisi iniziata nel 2008 e contemporaneamente, governare l'imponente spostamento
di masse umane che fuggono dalla miseria, dalle guerre e dalle dittature.
Le forze di sinistra, democratiche e
progressiste, sono chiamate a questo confronto,
non possono sottrarsi! Bisogna accettare la sfida, colmare il vuoto di
rappresentanza, collegandosi all'esperienze più avanzate come i Laburisti
inglesi di Jeremy Corbyn.
In Italia, Liberi e Uguali è
nata per questo, ma deve aumentare l'intensità dell'iniziativa. La partenza è
apparsa un po' fiacca, non solo e non tanto per come sono state fatte le liste
elettorali, ma soprattutto per il messaggio sul piano ideale e dei contenuti.
Diciamo la verità, finchè il
confronto interno è guidato da piccoli apparati e ceto politico concentrato su
se stesso, è difficile dispiegare grandi progetti innovativi.
Eppure le condizioni ci
sarebbero: milioni di elettori si orientano ancora a sinistra!
Ottima la proposta
sull'università libera e gratuita, ma non basta.
Cosa si aspetta per lanciare
un grande piano per il lavoro e l'innovazione tecnologica, orientati allo
sviluppo sostenibile? In Europa esiste una sensibilità notevole per l'ambiente,
molti Paesi si stanno muovendo, perchè la sinistra non propone un mega piano di
investimenti per la mobilità elettrica e per la messa in sicurezza degli
edifici (grande parte d'Italia è a rischio sismico)? Così si fonderebbero
lavoro, diritti, uguaglianza, ricerca, innovazione, ambiente.
Il vento dell'antipolitica è
fortissimo, perchè non si propone una grande riforma dei partiti, intervenendo
sulle regole, il funzionamento ed anche sui compensi dei rappresentanti
istituzionali? Non per penalizzare, ma per valorizzare la politica ed il
controllo pubblico delle Istituzioni democratiche.
In altre parole, servirebbe
un nuovo soggetto politico di sinistra, moderno ed innovativo, nelle politiche,
nei programmi e nelle regole di vita interna. In questo modo si contribuirebbe
davvero alla riorganizzazione di un campo largo progressista e democratico che
è l'unica strada utile per l'Italia e per l'Europa.
Anche perchè gli eventi non
aspettano la sinistra e bisognerebbe
evitare di aumentare un vuoto che le forze antidemocratiche stanno già
occupando.
Dal 5 marzo si aprirà una
nuova fase e nella storia Italiana è già successo che per giustificare un'azione
forte, una legge speciale, un governo di emergenza, si appronti una prima fase
di caos. Francesco Cossiga, fu maestro in tal senso: con l'uso di qualche
agente provocatore, con il terrorismo, gli scontri di piazza, i morti tra le
forze dell'ordine ed i manifestanti , le restrizioni democratiche con le leggi
speciali, furono un gioco da ragazzi. Il titolo era: “Misure urgenti per la
tutela dell'ordine democratico e della sicurezza pubblica”.
Roberto Sciacca
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