11 febbraio 2018

LA SINISTRA E LA CONFUSA CHIAREZZA DEL 4 MARZO

Pubblichiamo un'attenta analisi elaborata da Roberto Sciacca sulle prospettive di voto e sugli scenari prossimi futuri. E' un 'analisi puntuale e rigorosa, a tratti, diremmo noi, impietosa,    di un osservatore, di un politologo, che riflette l'interesse e la passione dell'autore per le vicende politiche italiane, frutto  di una militanza a sinistra che lo ha visto sempre in prima linea   sin dagli anni giovanili .
D.F.

 
LA SINISTRA E LA CONFUSA CHIAREZZA DEL 4 MARZO
 
Mancano pochi giorni alle elezioni e in questa Italia, ciò che dovrebbe apparire chiaro, sta diventando sempre più confuso e contradditorio. 
Dopo una lunga fase di stallo parlamentare, con il primo Rosatellum, si è rivelato il vero testo su cui si stava lavorando da mesi: l'attuale legge elettorale è stata pensata ed elaborata per dare come unico sbocco finale la “grande coalizione”e cioè un governo basato sull'intesa tra PD e Forza Italia. Tuttavia, nel corso dei giorni sono emerse molte incognite. Le forze in campo hanno il pieno controllo, hanno davvero preordinato tutto o, viceversa, la situazione sta sfuggendo di mano?
Come già detto, le regole sono state architettate per impedire la vittoria di qualcuno, il sistema è congegnato per creare coalizioni senza vincoli, ma la confusione di ruoli è diventata la nota dominante. Ipocrisia, menzogna e demagogia, hanno occupato la scena e non sembrano intenzionati a mollare!
Intanto il Pd si avvia ai minimi storici: viene dato intorno al 22/23%, ben lontano da Veltroni al 33, Bersani al 25 e lo stesso Renzi oltre il 40. Forza Italia dichiara di puntare al 20%, ma fatica enormemente. In sostanza, Renzi e Berlusconi non hanno i numeri per governare insieme.
Non intendiamo sostituirci agli esperti e non vogliamo disturbare i sondaggisti, ma il quadro d'insieme sembra il seguente:
la coalizione attorno al PD, non arriverà mai ad avere una maggioranza. Realisticamente può stare tra il 26/28%.
I 5stelle, nella loro corsa solitaria non hanno alcuna chance, possono sperare per un 26 fino ad un massimo del 28/30 %.
Liberi e Uguali, pur superando agilmente lo sbarramento del 3%, non viene accreditata oltre il 5/7%. Numeri utili per iniziare una ricostruzione della sinistra, ma irrilevanti per ipotesi di governo.
La vera incognita è il centro destra. Berlusconi ha creato una coalizione per arrivare primo, non per governare. Il disegno viene da lontano: piegare Renzi appoggiando il no al referendum costituzionale, per poi allearsi su posizioni di forza.
Ma deve cavalcare l'onda, le tasse e gli immigrati, soprattutto! Gareggia con Salvini e Meloni, ma non saprebbe come gestirli.
Eppure, gli elettori potrebbero dargli la maggioranza.
Secondo gli sbarramenti della legge elettorale si presume che solo 4 poli si spartiranno i seggi e ne consegue che il margine del centro destra risulti davvero consistente.
Riassumiamo: PD e alleati 26/28; M5stelle 26/28; LeU 5/7. Sommandoli si passa da un minimo del 57% ad un massimo del 63%. Ne consegue che al netto di possibili sorprese, il centro destra viaggia tra il 37 ed il 43%. Per i collegi uninominali, che ricordiamo alla Camera sono 231, il significato è enorme, con quei numeri li prenderebbe quasi tutti. Aggiungendo quelle percentuali al calcolo sui 386 del proporzionale,  si posizionerebbe verso una maggioranza assoluta.
Sarebbe onesto e perfino utile dirlo! Perchè si può essere in disaccordo, ma non ci si può scandalizzare, questo processo accade e sta accadendo nel resto d'Europa.
In Francia e in Germania, grandi forze tradizionalmente avversarie, stanno cercando un compromesso, seppur con fatica,  per garantire la governabilità e la tenuta del “Sistema”. Establishment, ma anche una fetta importante di cittadini/elettori, ritengono che per fronteggiare i mercati mondiali, le grandi sfide geopolitiche, gli enormi flussi migratori, occorre un grande patto tra le principali forze politiche dell'Europa.
A questo quadro, si contrappongono inquietanti forze di estrema destra, movimenti razzisti e tendenze “antisistema” che tentano di far saltare tutto, proponendo strade alternative all'Unione europea.
Il passaggio appare, quindi, storico! L'Europa deve decidere come rispondere alle macerie lasciate dalla crisi iniziata nel 2008 e contemporaneamente, governare l'imponente spostamento di masse umane che fuggono dalla miseria, dalle guerre e dalle  dittature.
 Le forze di sinistra, democratiche e progressiste, sono chiamate a questo confronto,  non possono sottrarsi! Bisogna accettare la sfida, colmare il vuoto di rappresentanza, collegandosi all'esperienze più avanzate come i Laburisti inglesi di Jeremy Corbyn.
In Italia, Liberi e Uguali è nata per questo, ma deve aumentare l'intensità dell'iniziativa. La partenza è apparsa un po' fiacca, non solo e non tanto per come sono state fatte le liste elettorali, ma soprattutto per il messaggio sul piano ideale e dei contenuti.
Diciamo la verità, finchè il confronto interno è guidato da piccoli apparati e ceto politico concentrato su se stesso, è difficile dispiegare grandi progetti innovativi.
Eppure le condizioni ci sarebbero: milioni di elettori si orientano ancora a sinistra!
Ottima la proposta sull'università libera e gratuita, ma non basta.
Cosa si aspetta per lanciare un grande piano per il lavoro e l'innovazione tecnologica, orientati allo sviluppo sostenibile? In Europa esiste una sensibilità notevole per l'ambiente, molti Paesi si stanno muovendo, perchè la sinistra non propone un mega piano di investimenti per la mobilità elettrica e per la messa in sicurezza degli edifici (grande parte d'Italia è a rischio sismico)? Così si fonderebbero lavoro, diritti, uguaglianza, ricerca, innovazione, ambiente.
Il vento dell'antipolitica è fortissimo, perchè non si propone una grande riforma dei partiti, intervenendo sulle regole, il funzionamento ed anche sui compensi dei rappresentanti istituzionali? Non per penalizzare, ma per valorizzare la politica ed il controllo pubblico delle Istituzioni democratiche.
In altre parole, servirebbe un nuovo soggetto politico di sinistra, moderno ed innovativo, nelle politiche, nei programmi e nelle regole di vita interna. In questo modo si contribuirebbe davvero alla riorganizzazione di un campo largo progressista e democratico che è l'unica strada utile per l'Italia e per l'Europa.
Anche perchè gli eventi non aspettano la sinistra e bisognerebbe  evitare di aumentare un vuoto che le forze antidemocratiche stanno già occupando.
Dal 5 marzo si aprirà una nuova fase e nella storia Italiana è già successo che per giustificare un'azione forte, una legge speciale, un governo di emergenza, si appronti una prima fase di caos. Francesco Cossiga, fu maestro in tal senso: con l'uso di qualche agente provocatore, con il terrorismo, gli scontri di piazza, i morti tra le forze dell'ordine ed i manifestanti , le restrizioni democratiche con le leggi speciali, furono un gioco da ragazzi. Il titolo era: “Misure urgenti per la tutela dell'ordine democratico e della sicurezza pubblica”.  
 
Roberto Sciacca

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