15 febbraio 2018

LA VORAGINE DELLA BALDUINA E IL PIANO CASA



Sfiorata la tragedia alla Balduina, in via Livio Andronico .Non ci sono state vittime ma enormi disagi ai residenti mentre alcune automobili  sono state inghiottite dalla voragine che si è improvvisamente aperta. Improvvisamente solo per l’ACEA , per la ditta che stava effettuando i lavori, per il Comune, ma non per i residenti che da giorni erano in preallarme per via degli inquietanti segnali che provenivano dal sottosuolo e  di cui   avevano puntualmente informato “chi di dovere”. Ormai è prassi consolidata che , neanche davanti ai messaggi con posta certificata, agli esposti ,ai continui richiami qualcuno di LOR SIGNORI SI DIA UNA MOSSA. Fatto salvo , quando il patratrac succede, son tutti lì a piangere lacrime di coccodrillo. Però questa volta non deve passare in gloria. Deve cadere la testa di qualcuno. Non è possibile che non ci sia alcuno che debba pagare per la sua negligenza. La Procura giustamente ha aperto un fascicolo per disastro colposo. Qualcuno deve pagare, perché sia da esempio, perché fatti come questo non si verifichino più, perché queste disattenzioni devono essere giustamente , codice alla mano,  sanzionate. E’ inutile il via vai di autorità, Sindaca in testa , per rassicurare che giustizia sarà fatta e garantire assistenza agli sfollati: ci mancherebbe!!!.
Meno male che non ci ha lasciato la pelle nessuno.

Ma una volta tanto vogliamo fare un ragionamento, alla fine del quale questa disgrazia potrebbe essere utile e vediamo perché.

Come molti sanno la legge regionale del Piano Casa e la sua successiva riedizione della Legge sulla Rigenerazione Urbana, permette l’abbattimento, con ulteriore aumento di cubatura del 30%, di edifici non catalogati nella carta della qualità nè tantomeno vincolati. Godono di vincolo tutti gli edifici di pregio   all’interno delle Mura Aureliane, ma quelli fuori dalla cinta no.
Allora  succede che i costruttori, che tutti sanno non essere propriamente dei filantropi ma degli uomini d’affari in cerca sempre di opportunità, hanno colto l’occasione al balzo del Piano Casa della Regione Lazio  per acquistare palazzine e villini non in possesso dei requisiti di cui sopra, per poi abbatterli e ricostruire nuovi edifici con le caratteristiche e le peculiarità, tutte sacrosante, del Piano Casa .
Le loro richieste sono in regola, per carità, avallate dal Comune, dal Dipartimento competente, che si limita a verificare la sussistenza o meno dei requisiti senza entrare troppo nel dettaglio e fare una verifica forse più puntuale.

Non sappiamo se l’edificio dell’ordine religioso    abbattuto alla Balduina  fosse di pregio. Sta di fatto che l’ordine religioso, a causa della mancanza di vocazioni, l’ha messo in vendita ad un costruttore, che giustamente voleva farci il suo business. Poi sono stati sfortunati (anche loro , poverini!!!) e quello che è successo è cronaca.
Ora grazie al Piano Casa molti sono i villini storici o le palazzine di pregio minacciate di abbattimento e successiva “ipertrofica “ costruzione con annessi garage sotterranei. E’ il caso ,   nel II Municipio, di Villa Paolina di Mallinckrodt come di tanti altri che il nostro giornale ha fotografato e pubblicato in un articolo  l'8 febbraio. Quindi per assurdo oltre al danno di alterare il tessuto urbanistico di un quartiere e di interromperne l’armonia e la bellezza, si pensi al villino abbattuto in via Ticino in pieno quartiere Coppedè, questi abbattimenti/ricostruzioni possono trasformarsi, grazie all’imperizia dei nostri amministratori, anche in un danno per la  comunità.

La Legge sul Piano Casa e la sua successiva Legge sulla Rigenerazione Urbana dovrà come minimo  essere modificata per salvaguardare l’identità di quartieri storici dei nostri Municipi. Si pensi, oltre a quelli del II Municipio, la Città Giardino a Montesacro, i villini a Monteverde Vecchio e a Garbatella, per citare i più noti. Urge un intervento tempestivo della Soprintendenza e del Comune di Roma, Assessorato all’Urbanistica,  per bloccare questi manovre che sanno tanto di speculazione e poco di rigenerazione e che incidono sull'armonia architettonica dei nostri quartieri. Devono  farlo adesso, prima che sia troppo tardi.
Bisogna fermare la speculazione che deturpa "LA GRANDE BELLEZZA" .
Domenico Fischetto

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