Anche la festa per i 14 anni di Francesco è andata benissimo. Ieri sera eravamo una bella e grande comitiva. I sei ragazzi/e del Grillo più Lamine e Giada, diciottenni da poco usciti in semi autonomia ma che proprio non potevano mancare. Nel corso della serata ci hanno raggiunto i ragazzi delle altre case famiglia. E in più noi sei volontari e tre educatori. Mancava Osman, perché giocando il pomeriggio a calcio nel campetto ha sbattuto la testa su un palo della porta cadendo all'indietro. Ripresosi dallo svenimento, balbettava e sembrava avere perso la memoria. Portato di corsa al Gemelli era ancora ricoverato per gli accertamenti, ma le prime diagnosi erano rincuoranti, parlavano solo di un leggero intontimento. Mirella, diciassettenne, da poco arrivata al Grillo, e rivelatasi ottima cuoca, ha preparato per tutti una pasta al forno squisita, e poi c'erano pizzette, panini e bibite a volontà. Torta finale, candeline spente da Francesco, applausi, foto collettiva e fragorosi hip hip hurrà. Francesco, cui è morto il padre un mese fa, ma lui si rifiuta assolutamente di prenderne atto perché non c'è posto in lui per altro dolore, ha ricevuto in regalo felpa, magliette, mutande con i colori e la sigla della sua prediletta Juve, e non faceva che palparle soddisfatto, guardarsi intorno estasiato, per poi raggiungere a turno chi gliele aveva donate per abbracciarselo stretto. Insomma, è stata una bella e corale festa di compleanno. Stasera si replica per i sedici anni di Mido, che non può essere confuso con nessun altro, o passare inosservato, perché gli mancano pochi centimetri per raggiungere in statura i due metri. Il Protettorato, specialmente in queste occasioni, è un bellissimo posto. Fuori piove e c'è un traffico melmoso. E c'è chi per le strade spara ai migranti, o ne auspica di seicentomila il rimpatrio forzoso. O paga le bande armate libiche perché li rinchiudano a qualsiasi prezzo. Magari lasciando affogare chi per fuggire si è su un barcone imbarcato. C'è chi proprio non vuole capire che i migranti sono una potenziale ricchezza, non un intollerabile danno.
Gian Carlo Marchesini
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