28 febbraio 2018

Dai giornali di oggi 28 febbraio

Dai giornali
Di Maio fa le prove per Palazzo Chigi (Stampa e tutti). Il leader M5S nomina i ministri, li riunisce e manda via mail l'elenco al Colle. Nella squadra dei 18 Lorenzo Fioramonti al Mise, Giuseppe Conte alla Pa, Pasquale Tridico al Lavoro, Alessandra Pesce all'Agricoltura (su tutti). Restano coperte le caselle più importanti: Economia, Esteri, Interni e Difesa. Gentiloni attacca:  “Un governo ombra. Surreale” (Repubblica e tutti). La replica di Di Maio: “Quale governo ombra, questo è alla luce del sole. Gentiloni pensa già agli inciuci post voto”. L'economista Tridico, indicato per il Lavoro, alla Stampa: “Il livello delle personalità è altissimo. E non è stata violata nessuna norma”.  Conte, scelto per sburocratizzare la Pa, a Repubblica: “Prima votavo a sinistra, ma gli schemi ideologici del '900 non sono più adeguati. I movimenti si giudicano sulle proposte utili ai cittadini”. Ma la lista non ha nessun valore istituzionale per il Colle scrive il Messaggero; Mattarella non prenderà in considerazione la mail fino a dopo il voto (Corriere). Il Costituzionalista Luciani al Corriere: “è solo un'iniziativa politica, i giochi per il governo si aprono dopo il voto”. Per Franco (Corriere) quella del M5S è una mossa d'anticipo che rischia di essere una forzatura. Ferrara sul Foglio definisce “pericoloso” il placet di Mattarella al M5S
Centrodestra, nuovo scontro a distanza tra Berlusconi e Salvini sul nome di Tajani (Stampa). “Aspetto il suo ok” dice il leader di Fi (Corriere e tutti), anche se, in caso di stallo, vorrebbe tornare al voto tra un anno e ricandidarsi premier (Giornale e altri). Sul nome di Tajani, nuova chiusura di Salvini, che alla Stampa dice: “Fa egregiamente il suo lavoro all'Europarlameno e continuerà a farlo. Perchè il 4 marzo vinciamo noi”. Per il Messaggero la scelta di Tajani serve a Berlusconi per recuperare il Centrosud – dove Fi teme il flop del Pd che potrebbe aiutare il M5S - perchè il suo profilo euromediterraneo rafforza il messaggio anti-Lega sulla premiership. Tajani, in un colloquio col Foglio, si smarca: “Parliamo di come deve essere una destra di governo. Serve una cura da cavallo per il Meridione, poi un abbassamento delle tasse, un'economia sociale di mercato. Poi sicurezza e controllo del territorio. Le riforme? Il modello presidenziale e le riforme istituzionali sono da sempre un nostro obiettivo”. Sul programma, Salvini alla Stampa dice: “Stiamo già lavorando sul post legge Fornero, sulla flat tax, sulla legittima difesa e sull'immigrazione”. La Meloni al Messaggero: “L'Italia, se vinciamo noi, dovrà dialogare con il gruppo dei Paesi Visegrad piuttosto che con l'asse franco-tedesco: l'Europa dell'Est si sta impegnando a difendere i confini dell'Ue dall'immigrazione incontrollata. Per questo oggi sarò da Orban”. Intanto, in dubbio la presenza di Berlusconi alla manifestazione di domani.  Per il Corriere non ci sarà, ma per Repubblica e altri Berlusconi si. Salvini alla Stampa: “L'Atlantic di Roma è prenotato, io ci sarò. Gli altri, non so”. La Meloni al Messaggero convinta della presenza degli alleati: “Finalmente uniti sul palco, i continui distinguo rischiavano di confondere i nostri elettori”.
Centrosinistra, Gentiloni avvisa Renzi: “Nessuno strappo a sinistra” (Stampa). Il presidente del Consiglio conferma che “il Pd ha tanti candidati premier, l'importante è che confermi il suo ruolo di partito guida”. Renzi e il premier alla kermesse romana con Zingaretti: “non ci divideranno”. Ma Orlando e la Bonino insistono su Gentiloni: “Deve essere lui il nostro candidato” (Messaggero). Sul Corriere l'apertura di Bersani, che ipotizza un bis del capo del governo per fare la riforma elettorale. “Il Rosatellum era l'unico compromesso possibile. E' possibile migliorarlo, ma con due Camere e tre poli non basta la legge elettorale a garantire la governabilità. Potevano votare sì al referendum costituzionale” accusa Rosato al Sole. Grasso (Leu) intervistato dal QN: “Il Pd ha smesso da tempo di parlare alla sua gente e ha fatto cadere le bandiere della sinistra. Dal 5 marzo daremo vita a un partito di sinistra. Noi siamo la vera novità dopo 25 anni di Berlusconi, 3 di Renzi, le pericolose valanghe populiste”.

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