9 febbraio 2018

Dai giornali di oggi 9 febbraio

Sul Financial Times Bill Emmott “sdogana” i Cinque Stelle paragonandoli al francese En Marche. Nell’ottica di una vera riforma del Paese, con FI terzo partito e dopo il fallimento del renzismo, il M5S rappresenta l’unica forza con una base elettorale solida per promuovere il cambiamento, specie ora che si è affrancato dal suo fondatore Grillo e ha abbracciato una prospettiva decisamente europeista. E ora anche Bruxelles guarderebbe al M5S come una forza “potenzialmente costruttiva”, per dare all’Italia quel cambiamento di cui ha necessariamente bisogno. Test credibilità sulla nomina del ministro dell’Economia. Di Maio:
“O il M5S va al governo o è il caos, perché Renzi e Berlusconi non riusciranno neanche a fare l’inciucio” l’affondo di Di Maio. Ma Renzi cerca di polarizzare lo scontro tra M5S e Pd: “La sfida per il primo posto è tra noi due. Vogliono una campagna sul fango? Risponderemo colpo su colpo” (Corriere).
Ma la politica è ancora scossa dai fatti di Macerata. Ieri scontri in piazza al corteo di Forza Nuova. Contestazioni e insulti sui social al ministro Orlando per la sua visita ai feriti e a Minniti per le sue posizioni su migranti e Macerata (Repubblica). La sinistra divisa sulla piazza (Messaggero, Corriere e tutti): Pd e Anpi raccolgono l’invito del sindaco, non manifesteranno a Macerata ma il 17 a Roma, Leu, Fiom, centri sociali  e movimenti antifascisti sì. Salvini alza il livello della tensione: “L’Islam è una legge, non è una religione ed è incompatibile con i nostri valori, diritti e libertà. Al governo porrò il problema della compatibilità”. (Stampa e tutti).  Renzi a Repubblica: “Salvini squallido. Un esponente della Lega spara e anziché tacere getta la responsabilità sul Pd. Ma non lo inseguo nella sua follia, non lo considero il mandante morale e non lo etichetto come corresponsabile”. Poi difende Minniti dagli attacchi della destra: “Minniti sta facendo un ottimo lavoro. In un Paese normale quando accadono certi fatti si condannano e ci si stringe intorno alle istituzioni”.
Per la Stampa non c’è nessun effetto Macerata sul voto: il sondaggio di Piepoli dà il M5S in calo al 27%, il Pd al 25%, FI al 16%,Lega al 13%, Leu al 6,5%, Fdi al 5%. Trenta i seggi in bilico alla Camera: al centrodestra (dato al 36,5%) mancherebbero 600 mila voti per vincere. Ma pesa il fattore Casapound (Stampa), presente in tutta Italia, se supera il 2% rischia di danneggiare Meloni e Salvini. E nella Lega si staglia l’ombra della scissione: bossiani e maroniani non condividono la svolta nera, la convivenza tra le due Leghe si fa sempre più difficile (Repubblica). 
Berlusconi continua però a puntare sulla sicurezza: “Serve l’esercito nelle strade” (Giornale) E Buttafuoco mette in guardia dal “collasso migranti”: “Sinistra buonista, destra demagogica.”. 
Dalla cronaca agli scenari post voto: Salvini dubita di Berlusconi e chiede il voto per la Lega, “almeno sapete cosa aspettarvi”. Berlusconi alimenta invece molta nebbia sulle scelte future, e non potendo essere lui a guidare un eventuale governo pensa a un prestanome: la Stampa fa i nomi di Tajani, Letta o Ghedini a Palazzo Chigi . Il Giornale fa l’identikit del possibile premier: lo smilzo, il tarchiato e l’amico. Quello che è certo è che col Pd in caduta libera cade anche l’ipotesi di un Gentiloni-bis. Sul Sole lo stop di Mattarella ad un eventuale rapido ritorno al voto.

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