Come tutti sanno, ci sono i famosissimi Bronzi di Riace, e poi, per chi ancora non lo sapesse, c'è il nuovissimo «Sistema Riace». E' quello di come si può fare accoglienza e integrazione dei migranti descritto dai funzionari della Prefettura di Reggio Calabria inviati a verificare la consistenza dei fatti, colpiti da quello che hanno trovato. Nel loro rapporto così lo descrivono. «Nella scuola di Riace i ragazzini del luogo scherzano e scambiano battute e commenti ironici con i loro coetanei dell'Africa o del vicino Oriente. Le case vecchie e umili sono pulite, ordinate e arricchite dalla presenza di donne e uomini di provenienza disparata, i cui ospiti di altre parti del mondo conducono la stessa vita dignitosa della gente umile di Calabria. E un abile cuoco egiziano prepara magnifiche pizze, e nelle botteghe artigiane indigeni e stranieri lavorano insieme il legno, i tessuti, la lana. E i terrazzamenti della collina sono trasformati in orti affidati ai migranti per la integrazione del loro sostentamento, e per alimentare il ciclo dell'economia agricola.» Così gli ispettori della Prefettura di Reggio Calabria descrivono ammirati nel loro rapporto quello che hanno visto. Ed è tutta Riace che si propone a sistema di accoglienza e integrazione dei migranti, mostrando i suoi migliori muscoli. Che non sono solo quelli dei Bronzi. Cacciassero fuori i loro molti altri borghi del sud, del centro e del nord del Paese. Ne ricaverebbero per sé e per tutti grande vantaggio umano, sociale, economico, civico. E lasciamo che Salvini declami san Matteo e Pasolini profanandoli in Piazza del Duomo a Milano.
Gian Carlo Marchesini
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