23 febbraio 2018

Riccardo Agostini

                  Gigi e Riccardo Agostini

Lo devo ammettere Riccardo Agostini, mi hai davvero colpita. Positivamente, s’intende. Questa campagna elettorale è stata molto particolare, un comitato piccolino e pieno gente, continui appuntamenti e giri, da vecchi compagni, nelle strutture che necessitano occhi per vedere e testa per agire. Poche, pochissime foto, zero stile selfie, due sole cene, una di apertura elettorale una di fine campagna elettorale, ieri, a valle di Perna con i tavoli da aggiungere perché la gente continuava ad arrivare. Nessuna differenza fra noi e te. Se uno di noi ti deve chiedere una cosa ti chiama. Se non puoi rispondere richiami dopo, ma richiami tutti.
Non hai un’autista che ti porti da un appuntamento all’altro, fai da solo.
Hai raccontato cosa è stato fatto in questi 5 anni in regione Lazio, sempre al plurale, con un garbo politico che ti contraddistingue e che ha ha marcato alcune differenze. Il tuo continuo rassicurare che vogliamo tutti un 5 marzo. Che ci sarà un congresso. Che questo progetto va avanti. Che non ci si perde . Il tutto con poco tempo, poco materiale, ma con la tua serenità delle persone perbene che se fanno un intervento non ci mescolano dentro le frasi di tutti gli interventi precedenti. No. Dietro ad ogni partecipazione c’è sempre studio, contezza di ciò che si sta affrontando, che va “parlato” ai cittadini con parole chiare e distinte, come avrebbe detto Cartesio,in modo tale che tutti possano fruire il messaggio, come avrebbe detto Moravia.
Una casa ha bisogno di compagni di viaggio da trovare lungo la strada, e concludo così, con Lenin.
E scusa la lungaggine ma alcuni concetti hanno bisogno di tempo.
E noi non siamo per la fretta. Siamo per costruire, #asinistra, nel tempo e per tempo.
Simo

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