25 febbraio 2018

Recensione Teatro: LAVACI COL FUOCO.IL VARIETA' DEL VESUVIO di Geppi Di Stasio






 

 

Teatro delle Muse di Roma, via Forlì 43, dal 15 febbraio a 4 marzo.

Con Geppi Di Stasio, Roberta Sanzò, Alida Tarallo, Carlo Badolato, Martina Paruccini, Sergio Colicchio (pianoforte e arrangiamenti), Massimo Bonfanti (percussioni) e Fabio Orfanelli (chitarra e fisarmonica).

 

Devo dire onestamente che sono sempre dispiaciuta quando vado ad assistere a uno spettacolo napoletano al Teatro delle Muse dove non c’è Rino Santoro tra gli interpreti. Lui a mio avviso ha in sé la vera anima napoletana, quella tragicomica, e possiede quella mimica che il grande Eduardo De Filippo ci ha insegnato a conoscere e ad amare. Geppi Di Stasio invece ha l’altra anima napoletana, quella allegra ed estroversa, divertente e comunicativa più nota nel mondo. È un artista versatile e poliedrico che vorrebbe usare il teatro a fini didattici, quasi a voler educare con le sue commedie comunicando sempre una morale e, infine, vuole anche divertire. Non conosce limiti: recita, scrive i testi, fa la regia, canta, balla, si traveste, fa la voce narrante…insomma è onnipresente e lo spettacolo Lavaci col fuoco. Il varietà del Vesuvio è quasi un one-man-show. È un attore infaticabile ed è veramente ammirevole l’energia che mette nei suoi spettacoli, anche se a me sembra sempre un pochino sopra le righe.

Lavaci col fuoco. Il varietà del Vesuvio è sicuramente divertente, anche se a mio avviso è a un livello inferiore alle pièces che lo stesso Di Stasio scrive e dirige lì al Teatro delle Muse di Roma. Sulla scia di un altro varietà uscito dalla sua penna (ma che non ho visto) “Voi non siete napoletani” Geppi ‘o pazzariello (come si autodefinisce in scena) delizia il pubblico con le sue trovate e con i tentativi di coinvolgimento. A mio avviso, Lavaci col fuoco invece che alla rivista assomiglia più all’avanspettacolo, un genere che è stato considerato a torto il “fratello minore” del varietà per la scarsità dei mezzi e per la breve durata dei numeri. Ciononostante l’avanspettacolo è stato un ottimo trampolino di lancio per molti bravi attori teatrali e cinematografici.

Gli sketches parlati sono molto meglio di quelli cantati nonostante le due attrici facciano del loro meglio nelle esibizioni canore. Bravo il simpatico Carlo Badolato. Molto divertente è il numero degli equivoci – esplicito omaggio a Felice Sciosciammocca di Eduardo Scarpetta, mi faceva notare la mia amica napoletana - in cui mentre Di Stasio allude alla sua futura sposa, Carlo Badolato alla casa con i fantasmi.

Mi rimane un dubbio dopo lo spettacolo – purtroppo la qualità dell’amplificazione non ha facilitato la comprensione di alcune parole – avrei una domanda sul perché la Camorra sia stata definita come criminali non organizzati e negando, in tal modo, la sua presenza nel territorio partenopeo. Sono anch’io per la difesa di Napoli e sono d’accordo che nell’Unità d’Italia questa fantastica città ci abbia rimesso, ma perché voler a tutti i costi pensare che la forma di criminalità organizzata stia altrove? Purtroppo la troviamo anche altrove, con altre geomorfologie e altri nomi.

Comunque se volete passare una serata spensierata e avete voglia di farvi coinvolgere non esitate ad andare a vedere Lavaci col fuoco. Il varietà del Vesuvio.

 

Ghisi Grütter

 

 

 

 





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