24 febbraio 2018

DOCENTI IN SCIOPERO

 
 
 
 
Docenti universitari presentano pacchetto di rivendicazioni per il governo che verrà e proclamano uno sciopero
Dopo due tentativi falliti, l’indomito Carlo Ferraro, già ordinario di Motori Termici per Trazione al Politecnico di Torino, anima del Movimento per la dignità della docenza universitaria, ci prova di nuovo e proclama un altro sciopero degli esami di profitto dal 1° giugno al 31 luglio 2018. Il largo anticipo vuol essere in funzione di tutela degli studenti, che potranno così, sin d’ora, organizzarsi al meglio per soffrire meno disagio possibile, fermo restando che, ancora una volta, come in passato, sarà garantito il rispetto delle sedute di laurea, secondo una modalità operativa già apprezzata dai media.
Al fine di assicurare la riuscita dello sciopero, il Movimento ha chiesto di firmare in massa la “lettera di proclamazione”, poiché un gran numero di adesioni potrebbe determinare “maggiore pressione sul Governo e facilità nelle trattative”. Nel frattempo, a supporto dello sciopero, oltre a iniziative a sorpresa che non si vogliono anticipare, il Movimento intende sviluppare diverse azioni, sia nei riguardi del Miur, che si ritiene ancora capace di fare qualcosa (anche se, a parere di chi scrive, se avesse voluto, di certo avrebbe avuto tutto il tempo per agire), che nei riguardi dell’opinione pubblica e degli stessi atenei, eventualmente organizzando incontri e assemblee con gli studenti.
Quanto alle ragioni e agli obiettivi dello sciopero, che si sono voluti rendere coerenti con gli eventi trascorsi medio tempore, il Movimento intende continuare a chiedere, stante il nesso che intercorre tra loro: a) il riconoscimento economico dal 1° gennaio 2015, per tutti quelli in servizio al 1° gennaio 2015, quindi sia per coloro che saranno in servizio il 1° gennaio 2018, sia per i pensionati del 2015, 2016 e 2017; b) il riconoscimento giuridico del quadriennio 2011-2014, sempre per tutti quelli in servizio al 1° gennaio 2015, quindi sia per coloro che saranno in servizio il 1° gennaio 2018, sia per i pensionati del 2015, 2016 e 2017. Naturalmente, si sottolinea nel documento, la soluzione che si individuerà al tavolo delle trattative dovrà tener conto della trasformazione da scatti triennali a biennali.
Il Movimento chiede, inoltre, l’annullamento della nota del Miur che sancisce che le tipologie di professori di I e II fascia, assunti nel periodo 2011-2015 ai sensi della legge n.240/2010 o della n. 230/2005 con procedure successive all’entrata in vigore della stessa legge 240, siano da assoggettare al blocco delle classi e degli scatti per il medesimo quinquennio 2011-2015.
Diversamente dalle situazioni indicate sopra sub a) e b), che esigono un provvedimento di legge, di iter più lungo, per sanare quest’ultimo aspetto basterebbe invece una analoga ma opposta nota del Miur, che potrebbe essere approntata in tempi molto rapidi.
Il Movimento chiede, altresì, che vengano stanziati 80 milioni di euro per incrementare il Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio per gli studenti universitari e, da ultimo, ma non per importanza, che vengano messi a concorso contestualmente, così da evitare conflitti di sorta tra le varie categorie, 6000 posti per Associati, 4000 per Ordinari, 4000 per ricercatori di tipo B, come peraltro già richiesto in precedenza. Secondo il Movimento, sarebbe questo un “pacchetto” equilibrato e in grado di dare soddisfazione alle esigenze delle diverse categorie. Insomma, non un libro dei sogni, ma richieste credibili e “percorribili”.
Noi del Foglietto, che abbiamo sempre sostenuto le voci della protesta, ci auguriamo che il Governo, questo o quello che verrà, non voglia restare insensibile alle sacrosante richieste provenienti dal mondo accademico.
roberto.tomei@ilfoglietto.it

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