Dai giornali.
In primo piano il no dei partiti alle larghe intese. Veltroni: “Senza
maggioranza si torni al voto, ma prima via il Rosatellum. Berlusconi è
l'avversario – ha detto ieri al teatro Eliseo di Roma -, niente pasticci
con lui” (su tutti). Gentiloni in tv: “Mai larghe intese con gli
estremisti”. E Renzi, intervistato dalla Stampa (p.3), aggiunge:
“Smentisco in maniera categorica che ci sia un dialogo con Fi per le
larghe intese. M5S? Mai un governo con gli estremisti”. Anche
Berlusconi, intervistato dal QN (in prima e p.4) chiude agli accordi
post-voto: “In caso di stallo si torna al voto, ma non accadrà. Mi
rivolgo agli indecisi e ai delusi degli altri partiti: solo noi possiamo
garantire 5 anni di stabilità”. Poi si oppone alle proposta di Veltroni
di cambiare legge elettorale in caso di stallo: “Il Rosatellum non si
tocca – dice -. E' un buon sistema” (Messaggero).
M5S lancia segnali a sinistra: Di Battista loda Minniti, mentre Di Maio
annuncia altri nomi per la possibile squadra di governo. Il generale
Costa all'Ambiente, mentre Esteri, Interno e Difesa andrebbero a tre
donne (Stampa in prima e p.2). Ma è polemica sul nome di Costa: per
Libero (p.9) spingere il generale che accusò il governo di favorire le
ecomafia imbarazzo l'Arma. Di Battista, intervistato dal Fatto (p.8),
torna a parlare del caso rimborsi e di antifascismo: “Siamo fieri delle
restituzioni, ma siamo incazzati con chi non ha rispettato i patti.
L'antifascismo? In alcuni casi bisogna evitare strumentalizzazioni.
Organizzazioni come Casapound e Forza Nuova si bloccano dando lavoro e
risposte alle esigenze, non con i minuti di raccoglimento stile
Boldrini”. Dal Movimento, intanto, tornano a chiedere a Mattarella di
affidare l'incarico alla forza che arriverà prima, “oppure non c'è più
democrazia” ha detto Di Battista dalla Annunziata. Per il Corriere (p.6)
il M5S ha iniziato il martellamento nei confronti del Colle, che però è
irritato dal pressing.
Centrodestra, Berlusconi al QN (p.4) dice no alla manifestazione
unitaria del primo marzo: “Non andrò a nessuna manifestazione di
partito, tranne una di Fi. In campagna elettorale non dobbiamo parlarci
tra noi, ma con gli altri”. Il leader di Fi propone il referendum per la
scelta del Presidente della Repubblica (Giornale p.2 e tutti). Giornale
(in prima e p.4) parla di “nuovo vento del Nord” che spinge la
coalizione: dalla Liguria al Friuli, crollano le roccaforti rosse. Gli
ultimi fortini del centrosinistra sono Trentino e Valle d'Aosta. Mentre
il M5S resta forte solo al Sud. Per la Stampa (p.5) la Campania è l'Ohio
d'Italia: M5S e Fi si giocano il futuro contendendosi pochi collegi.
Intanto, scoppia la polemica tra Salvini e la Curia.
Centrosinistra, Renzi alla Stampa, intanto avverte: “Chiamerei vittoria
essere il primo gruppo parlamentare. Penso che il Pd sarà il primo
partito, io lavoro per questo: tutti i dirigenti Pd dovrebbero fare
questo sforzo”. Sui temi di questa campagna elettorale, Renzi torna a
premere su quanto fatto dagli ultimi governi: “Abbiamo lavorato
sull'art.18, l'Irap, il costo del lavoro, Industria 4.0: la concretezza
del lavoro fatto meriterebbe un riconoscimento diverso. Mentre
Berlusconi, come in ogni campagna elettorale, rispolvera una flat tax
credibile come Babbo Natale”.
Nessun commento:
Posta un commento