Dai giornali
“L’Italia avrà un governo stabile. Larghe intese? Tema del dopo voto”: così Gentiloni in vista alla Merkel. Per Gentiloni, nonostante i sondaggi premino il centrodestra, sarà la coalizione di centrosinistra “il pilastro di un governo stabile, non caratterizzato da posizioni antieuropee”. L’ultima parola spetta agli elettori il 4 marzo, e poi a Mattarella, per trovare la strada “per un governo stabile”. Ma se l’Italia avesse bisogno “farò il mio dovere come sempre”. Per il Corriere quello di Gentiloni è un cambio di passo: un po’ più lontano da Renzi, più vicino a Calenda e col sostegno di Prodi. Il rischio pareggio dalle urne è concreto, scrive Verderami sul Corriere, ma in realtà il ritorno al voto in tempi brevi non conviene a nessuno perciò tutti cercheranno di dare la scalata a Palazzo Chigi e l’idea paventata da Minniti di governo di unità nazionale è il preannuncio di un terremoto che colpirebbe ogni partito.
Berlusconi, intervistato dal Tg5, promette: con la flat tax e le misure sul lavoro faremo crescere il pil del 3% (Corriere). Il punto di forza è la flat tax. Il Giornale: la sinistra spaventata fa solo disinformazione, falso che le promesse del centrodestra costino 310 mld come ha scritto ieri Perotti su Repubblica. Il Giornale dà quasi per sicuro anche un governo del centrodestra: a dispetto di quello che sostiene Pagnoncelli sul Corriere – che ieri parlava di sola ipotesi larghissime intese – dalle ultime proiezioni si può ragionevolmente credere che la maggioranza assoluta sia alla portata della coalizione. Ma c’è quel 34% di incerti che può pesare nei rapporti di forza finali. Repubblica dà già per certa la maggioranza del centrodestra al Senato, appena sfiorata alla Camera, col Rosatellum che alla fine sembra favorire Berlusconi. Anche i grillini negli ultimi sondaggi guadagnano voti e seggi mentre il Pd ne perde oltre 10 e questo rende ancora più difficili le larghe intese. Pd, Fi, Noi con l’Italia non arriverebbero alla soglia minima necessaria.
Salvini fa saltare il faccia a faccia con Renzi: “Preferisco la piazza”. Renzi: “Noi non scappiamo” (Corriere). Era l’unica sfida prevista in tv: per Repubblica è l’addio ai duelli di un tempo, ora i leader parlano soli.
Ancora alta tensione nel M5S sui rimborsi mancati. Ora gli esclusi rialzano la testa, scrive il Fatto. La promessa di ritirarsi se eletti vacilla e nel mirino ci finisce Di Maio. Repubblica accende l’attenzione sulle spese pazze di alcuni parlamentari anche in agosto, quando il Parlamento è chiuso: 7.000 euro la spesa in alberghi di una deputata di Civitavecchia, 2.500 euro le spese di trasporti di un parlamentare nonostante viaggino gratis, 2373 gli euro spesi per eventi e convegni dal senatore Crimi.
La Stampa torna a lanciare l’allarme su attacchi web filorussi per influenzare le elezioni italiane attraverso account pro M5S e pro Lega, molto attivi su temi come l’immigrazione e la sicurezza. Cinque account,dormienti fino al 2015, hanno pubblicato 160 mila tweet. Sui profili messaggi a favore di Mosca, Lega e M5S. Hastag italiani anche nei dati Usa analizzati con Nbc News: sono tweet legati al referendum de 2016 e poi dei mesi successivi, tutti tesi a fomentare sentimi anti migranti.
I cortei fascisti di Forza Nuova scuotono Bologna (Repubblica e tutti). Il sindaco Merola attacca Forza Nuova ma anche i collettivi che hanno protestato contro: “Tutti squadristi”. Polemiche per le cariche della Polizia contro i centri sociali. Sinistra divisa: il Pd è sulle posizioni del sindaco, contro Forza Nuova ma anche contro i centri sociali. Leu va al presidio dell’Anpi e critica il sindaco. Bersani: “Bisogna pensarci bene prima di dare una piazza ai neofascisti”.
Napoli è invece scossa dall’inchiesta sulle presunte tangenti sui rifiuti che investe De Luca jr, Roberto, figlio del governatore Vincenzo. Perquisita la casa di Roberto, accusato di corruzione: “Non c’entro nulla, attacchi incivili” si difende il giovane assessore. Il padre parla di “sceneggiature impensabili”. Renzi: “Il Pd non c’entra, il nostro candidato non è Roberto ma il fratello Piero” (Corriere e tutti). Sul Fatto attacco contro De Luca, il governatore uno e trino: lui alla regione, il figlio Roberto in Comune e Piero pronto ad entrare in Parlamento. “Un clan del familismo amorale”.
Sul Sole il voto nelle Regioni. Nel Lazio tasse e sanità le sfide chiave. A confronto i programmi di Zingaretti, Parisi e Lombardi. Parisi e Zingaretti puntano a ridurre Irap e Irpef. Lombardi: meno oneri per le startup.
Su Italia Oggi l’analisi politica: qui il centrodestra è più che mai diviso, per la presenza in campo di Pirozzi. Dallo scontro “rischia” di uscire vincitore Salvini e uno dei rumors più quotati nel centrodestra è l’ingresso di Pirozzi in un governo Salvini. Anche se sembra chiaro che la divisione del centrodestra favorisce Zingaretti.
“Ma quale Zingaretti, così vinco io”: sul Tempo (in apertura) l’intervista a Parisi, “in rimonta grazie all’onda nazionale”. “Berlusconi è con me. I numeri non mentono: nel Lazio il centrodestra è avanti. Pirozzi? In calo”.
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