10 marzo 2017

DISUGUITALIA

 

In occasione del nuovo rapporto di Oxfam, “Un’Economia per il 99%”, pubblichiamo un sintetico aggiornamento sulla dimensione statica della distribuzione della ricchezza netta in Italia nell’anno appena conclusosi. La rielaborazione di Oxfam si basa su dati, modello econometrico e metodologia di stima utilizzati da Credit Suisse nella background research relativa ai più recenti Global Wealth Report e Global Wealth Databook1 dell’istituto di credito elvetico e permette di fotografare gli squilibri distributivi e gli eccessi nella concentrazione della ricchezza netta in Italia nello scorso anno.
 
 
DISTRIBUZIONE RICCHEZZA NAZIONALE-2016
 
 
 
Fonte: Global Wealth Databook 2016 di Credit Suisse, rielaborazione Oxfam

Nel 2016 la distribuzione della ricchezza nazionale netta (il cui ammontare complessivo si è attestato, in valori nominali, a 9.973 miliardi di dollari) vedeva il 20% più ricco degli italiani detenere poco più del 69% della ricchezza nazionale, il successivo 20% (quarto quintile) controllare il 17,6% della ricchezza, lasciando al 60% più povero  dei nostri  concittadini appena il 13,3% di ricchezza  nazionale.  Il top-10% della popolazione italiana possiede oggi oltre 7 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. Confrontando il top-
1% della popolazione italiana con i primi decili più poveri, il risultato è ancora più sconfortante. La ricchezza
dell’1% più ricco  degli italiani  (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza  del 30% più povero  dei nostri  connazionali e 415 volte quella detenuta  dal 20% più povero della popolazione italiana.
Nel 2016 la ricchezza dei primi sette dei 151 miliardari (in dollari 2016) italiani della lista Forbes2 equivaleva alla ricchezza  netta detenuta  dal 30% più povero  della popolazione (ovvero 80 miliardi di euro, tenuto anche dell’indebitamento del primo decile della popolazione per un ammontare pari allo 0.07% della ricchezza netta complessiva degli italiani).
LA DISUGUAGLIANZA IN ITALIA: REDDITO DISPONIBILE PRO-CAPITE NAZIONALE
Rielaborando i dati dalle indagini sui livello di reddito e dei consumi del World Panel Income Distribution Database3 di Lakner e Milanovic, Oxfam ha ricostruito e analizzato la distribuzione del surplus di reddito pro capite registrato nel periodo 1988-20114 su scala globale. Quasi il 46% dell’incremento del reddito disponibile pro-capite globale è stato appannaggio del 10% più ricco della popolazione mondiale a fronte di appena il 10% ricevuto dalla metà più povera della popolazione del pianeta. I dati italiani rivelano per il periodo in esame un incremento complessivo del reddito nazionale pari a 220 miliardi di dollari (a parità del valore di acquisto nell’anno di riferimento 2005). Come per la ricchezza, anche per il reddito disponibile pro-capite nazionale quasi la metà dell’incremento (45%) è fluito  verso il top-20% della popolazione, di cui il 29% al top-10%. In particolare, il 10% più ricco  della popolazione ha accumulato un incremento di reddito  superiore a quello della metà più povera degli italiani.  La sperequazione desta ancor più allarme se ci si sofferma sulla quota di incremento del reddito ricevuta nell’arco degli oltre vent’anni in esame dal 10% più povero dei nostri connazionali: un risicato 1% corrispondente ad appena 4 dollari pro-capite all’anno.
Fonte: World Panel Income Distribution Database di Lakner e Milanovic, rielaborazione Oxfa
Oxfam mette ancora una volta in luce come dal 1999 al 2013 (ultimo anno in cui il dato è disponibile) la crescita dei redditi da lavoro salariato (su scala globale e in termini reali) fosse in netto ritardo sull’aumento della produttività del lavoro. Un dato che evidenzia come la crescita della produttività e un aumento di output globale non si traducono in un incremento proporzionale delle retribuzioni dei lavoratori, facendo venire meno il legame fra produttività e prosperità. Gli ultimi dati Eurostat confermano inoltre che i livelli retributivi non solo non ricompensano adeguatamente gli sforzi dei lavoratori, ma risultano sempre più spesso insufficienti a supplire alle necessità dei singoli e delle famiglie. Non ne è esente il continente europeo, pur essendo tra le regioni con i redditi più alti al mondo. L’Italia, in particolare, con un tasso di occupati a rischio di povertà pari nel
2015 a 11,5%5 dell’intera forza lavoro nazionale in età compresa fra i 15 e i 64 anni, è sotto di ben due punti percentuali alla media europea (9,5%) stimata nel 2015.
LA DISUGUAGLIANZA PERCEPITA E L’URGENZA DI AGIRE
Reddito e ricchezza rappresentano le due dimensioni in cui i cittadini italiani percepiscono oggi le disuguaglianze più pronunciate. Accanto dunque alle misure e stime degli squilibri distributivi, emerge una netta percezione di iniquità nella distribuzione delle risorse, più marcata persino delle disparità nell’accesso al mondo del lavoro, ai servizi e alla disuguaglianza di genere (si veda figura sotto).
E’ quanto emerge dalla recente indagine demoscopica6 condotta per Oxfam Italia dall’Istituto Demopolis sulla percezione della disuguaglianza nel nostro paese e sul consenso a misure di giustizia fiscale avanzate da Oxfam. Un'indagine che esorta la classe politica italiana a prendere provvedimenti efficaci, identificando come urgenti e prioritari misure di contrasto delle disuguaglianze.  
Indagine Demoscopica dell’Istituto Demopolis per Oxfam Italia (ottobre 2016). Il reddito e la ricchezza (patrimonio) sono stati identificati dai rispondenti come risposte preferenziali alla domanda (con risposta multipla consentita) – ‘A suo avviso in quali ambiti si manifestano oggi le più forti disuguaglianze fra i cittadini oggi in Italia?’
 
 
Indagine Demoscopica dell’Istituto Demopolis per Oxfam Italia (ottobre 2016). Il reddito e la ricchezza (patrimonio) sono stati identificati dai rispondenti come risposte preferenziali alla domanda (con risposta multipla consentita) – ‘A suo avviso in quali ambiti si manifestano oggi le più forti disuguaglianze fra i cittadini oggi in Italia?
Indagine Demoscopica dell’Istituto Demopolis per Oxfam Italia (ottobre 2016). Risposta del campione alla domanda – ‘Le politiche per ridurre le disuguaglianze fra cittadini sono:…’
 
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1 Le edizioni del 2016 del Global Wealth Report e del Global Wealth Databook di Credit Suisse sono disponibili via https://www.credit-suisse.com/us/en/about-us/research/research-institute/global-wealth-report.html 
2 La lista Forbes 2016 è consultabile al link: http://www.forbes.com/billionaires/list/
3 Creato per Lakner, C., e Milanovic, B. (2013). Global income distribution: From the fall of the Berlin Wall to the Great Recession. World
Bank Policy Research Working Paper (6719)  https://openknowledge.worldbank.org/handle/10986/16935.
I dati per il 2011 sono stati condivisi con Oxfam attraverso la corrispondenza personale con B. Milanovic a settembre 2015. Ulteriori informazioni sulla metodologia adottata da Lakner e Milanovic sono disponibili al link  https://www.gc.cuny.edu/Page- Elements/Academics-Research-Centers-Initiatives/Centers-and-Institutes/Luxembourg-Income-Study-Center/Branko-Milanovic,-Senior- Scholar/Datasets
4 La scelta di arrestare il periodo di riferimento al 2011 è legata alla disponibilità di dati su scala globale.
5 Indicatore in-work at risk of pverty rate. EU-SILC, Eurostat. Ultimi dati disponibili: 2015.
6 I risultati dell’indagine demoscopica sono disponibili via  https://www.oxfamitalia.org/la-disuguitalia/
 
 
 (*) OXFAM I dati sulla disuguaglianza economica in Italia. Inserto del rapporto Un’Economia per il 99% a cura di Oxfam Italia

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