Alle donne ed agli uomini
del Comitato romano per il no al referendum costituzionale è toccato l’onere di
garantire la copertura, nei limiti del possibile, dei 1.478 seggi di
Castelnuovo di Porto quali rappresentanti di lista presso la circoscrizione
estero in occasione dello scrutinio del 4 dicembre.
L’esperienza maturata in
tale occasione ci ha convinti senza alcun dubbio della necessità e urgenza di
operare una revisione sia del sistema normativo sia delle modalità operative
con le quali riconoscere e fare esercitare il diritto di voto ai connazionali
residenti all’estero.
Abbiamo potuto verificare
che spesso il corpo elettorale chiamato ad esprimersi è composto da cittadini
emigrati da decenni e spesso negli elenchi figurano anche persone già decedute.
Per di più il voto all’estero è consentito anche a figli di emigrati con doppia
cittadinanza, che a volte non parlano più l’italiano. Ma abbiamo già da tempo
constatato come nelle elezioni politiche siano state accertate come minimo
delle disfunzioni quando non veri e propri casi di brogli, mentre nei
referendum abrogativi la platea degli elettori residenti all’estero reca un
effetto che giudichiamo distorsivo rispetto al raggiungimento del quorum
richiesto per la validità degli stessi.
Riteniamo che non debba
costituire un tabù neanche l’idea che ai concittadini residenti all’estero con
doppia cittadinanza possa essere richiesta l’opzione di esercitare il proprio
diritto elettorale nella nazione di residenza o in Italia.
Ma occorre comunque
intervenire urgentemente con modifiche più o meno incisive alla Legge n. 459
del 2001, di cui molti anni di esperienza decretano oramai la palese
inadeguatezza: definire in maniera più stringente il corpo elettorale chiamato
al voto; salvaguardare libertà e segretezza del voto e volontà dell’elettore;
rendere gestibile in maniera più efficiente le operazioni di scrutinio fin
tanto che non possa in qualche modo ipotizzarsi il superamento del voto per
corrispondenza senza intaccare la possibilità effettiva di esprimere il proprio
suffragio.
1.
oggi, paradossalmente, i cittadini
italiani residenti hanno una garanzia di accesso al voto meno ampia rispetto
agli italiani all'estero. Infatti gli italiani all'estero iscritti presso l'AIRE
ricevono automaticamente a casa il kit per il voto comprensivo di schede e
certificato elettorale. Gli italiani residenti devono invece recarsi alle urne
con la tessera elettorale sulla quale il presidente del seggio appone un timbro
nell'apposito spazio; esauriti i 18 spazi liberi (uno per tornata elettorale)
l'elettore residente deve chiedere al comune una nuova tessera elettorale senza
la quale non è possibile votare.
a. riteniamo
pertanto che in primo luogo si debba operare sugli stessi elenchi degli
elettori chiedendo a tutti i residenti all’estero ad una certa data di
esprimere la propria volontà di essere iscritti nelle liste elettorali,
confermandolo poi o con la richiesta di una nuova tessera elettorale (vedi
punto b)) o a scadenza di un certo numero di anni;
b. ad
ognuno dei nuovi residenti verrà inviata analoga richiesta in occasione della
iscrizione all’AIRE;
c. solo
a coloro che avranno effettuato la richiesta verrà inviata la tessera
elettorale, strutturata in modo da contenere in sé i certificati elettorali
sotto forma di bollini colorati, ognuno on un colore diverso, che, in occasione
di ogni votazione, verrebbero staccati dalla tessera per essere inseriti nella
busta grande, contenente altresì la seconda busta piccola con la scheda votata.
Pertanto, così come avviene per gli elettori residenti in Italia, esaurito il
numero di bollini (o certificati) disponibili o smarrita la tessera (previa
denuncia denuncia a chi? Consolato? ), l'elettore estero realmente intenzionato
a esercitare il diritto di voto dovrebbe chiedere l'invio da parte del Ministero
degli Esteri della nuova tessera elettorale contenente i bollini/certificati
elettorali. Ulteriori ricadute positive della soluzione consistono inoltre:
a.i.
nel consentire la stampa centralizzata e
controllata delle tessere elettorali, risolvendo in tal modo il problema della
possibile falsificazione dei certificati che oggi vengono stampati localmente
all'estero, da soggetti privati, su iniziativa di ogni consolato;
a.ii.
nella garanzia della segretezza del voto:
ogni bollino/certificato elettorale conterrebbe un codice a barre senza
l'indicazione del nome e del cognome dell'elettore;
a.iii.
nella maggiore speditezza trasparenza
dello spoglio delle schede: infatti, il codice a barre consente la lettura con
un dispositivo portatile simile ai lettori del supermercato (anche con uno
smartphone) dei dati dell'elettore ai fini della verifica della presenza di
questi nelle liste elettorali. In questo modo la verifica sarebbe eseguita in
maniera centralizzata e computerizzata mediante accesso a un unico database
degli elettori attraverso un semplice dispositivo collegato in rete (intendendo
con ciò anche una rete privata). Oggi l'operazione di verifica della presenza
dell'elettore nell'elenco degli aventi diritto al voto viene fatta a mano su
enormi registri cartacei dagli scrutatori con eccessivo impiego di energie e di
tempo. Inoltre, è prassi purtroppo alquanto comune quella di estrarre tutti i
certificati dalle buste per eseguire le verifiche successivamente, dopo aver
inopinatamente (e soprattutto illecitamente) inserito tutte le buste piccole
nell'urna, rendendo praticamente impossibile parte consistente delle verifiche
da fare nella fase preliminare dello spoglio (annullamento dei voti non
validi). In particolare, la prassi di separare i certificati dalle schede
votate prima della verifica della presenza nelle liste elettorali impedisce
l'individuazione del voto non valido che risulta mischiato a tutti gli altri
essendo stato inserito nell'urna in maniera indiscriminata. Nelle precedenti
tornate elettorali si sono evidenziati casi di brogli per certificati falsi e
duplicati rispetto ai quali, con il modus operandi attuale, c'è scarsa
possibilità di intervenire con un controllo efficace al momento delle fasi
preliminari (ovvero dall'apertura del seggio estero fino all'inizio dello
spoglio vero e proprio), anche perché nei collegi suddivisi su più seggi i
libroni sono duplicati per ogni seggio (se quindi i duplicati si verificano in
seggi diversi dello stesso collegio non vengono individuati)
2. Altra
soluzione praticabile è la divisione dell'unica circoscrizione estero in
almeno tre circoscrizioni. Il centro di Castelnuovo di Porto è un girone
dantesco. Non esiste organizzazione politica in grado di sostenere la prova
della verifica di tutte le sezioni attraverso propri rappresentanti di lista.
Questo si traduce in un difetto di controllo e quindi maggiore opacità delle
operazioni di spoglio. Il carico del lavoro dei rappresentanti di lista,
chiamati a vigilare, risulta così tutto sulle spalle dei militanti di Roma e
provincia, in tal modo sottraendo forze al controllo presso le sezioni
ordinarie. Sarebbe perciò opportuna la divisione della circoscrizione estero
almeno in tre ripartizioni (es. Milano, Roma e Napoli) per diluire il carico e
rendere meno gravose le operazioni anche dal punto di vista organizzativo.
Il mio commento su questo punto e`
che la struttura e` capace, ci possono e devono essere miglioramenti in 4 aree:
scaglionamento dell’ora d’inizio per
3 gruppi di seggi, in ragione del numero di schede da scrutinare. Questo
dovrebbe evitare, o diminuire, l‘ingorgo iniziale.
Nomina preventiva dei sostituti, in
ragione del 6% (dato statistico da controllare) del totale.
Dare maggior tempo all’ufficio
centrale per la gestione dei rappresentanti di lista: consegna delle liste
anticipata alle ore 12 del Venerdi precedente.
Quello dei rappresentanti di lista e`
un problema, di non facile soluzione. In teoria dovrebbero arrivare dall’estero,
almeno dall’Europa.
Permettetemi di aggiungere
altre proposte:
1)
che sul certificato a
bollini sia chiaramente scritto, in Italiano, Inglese, francese, tedesco,
spagnolo e portoghese la parte dell’Art. 48, commentata: “Il voto è
personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.”
Personale: la Repubblica Italiana non ammette il voto per
procura. Questo certificato non e` cedibile ad altri, nessuno puo votare in
vece di altre persone.
Uguale: i voti di tutti i cittadini hanno egual valore
Libero: deve essere esercitato senza costrizioni o ricatti,
o remunerazione.
Segreto: nessuno deve sapere come ha votato il singolo
elettore.
2)
che sulla busta
contenente sia il certificato che quella contenente la scheda sia scritto
“riservata personale” in Italiano e nella lingua locale.
3)
I grandi consolati
andrebbero suddivisi , su base completamente casuale, in sezioni consolari
elettorali ciascuna con un massimo 20mila iscritti. Il numero della sezione
consolare elettorale deve essere riportato sulla busta e questa smistata dalla
posta nella sezione consolare elettorale di competenza. Questo perche sia
possibile una migliore divisione a livello dello scrutinio, anche e soprattutto
se computerizzato. Un guasto a un computer in questo caso bloccherebbe il
lavoro di 5 seggi, non di tutto un consolato.
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