31 marzo 2018

ATAC VERSO IL REFERENDUM DEL 3 GIUGNO:INCONTRO CON STEFANO FASSINA 4 APRILE




Il 3 giugno si terrà il referendum sull'ATAC. I comitati per il NO alla sua privatizzazione come richiesto da chi ha raccolto le firme, sono già costituiti numerosi MEJO NO.
Nello stesso giorno ci saranno le elezioni per il III e l'VIII Municipio.






il recente decreto del Tribunale Civile di Roma sul concordato preventivo presentato da Atac ha rilevato gravi carenze nel piano proposto, aprendo la strada ad uno scenario inquietante rispetto alle sorti dell’azienda. Il gruppo consiliare Sinistra per Roma ha sollecitato tempestivamente e ripetutamente con interrogazioni, mozioni e ordini del giorno la Giunta Raggi  (qui il link per accedere ai materiali http://www.stefanofassina.it/news/attivita-istituzionale/), senza ottenere però risposte adeguate, affinché il percorso di risanamento e rilancio di ATAC avvenisse in modo trasparente con il coinvolgimento dell'Assemblea capitolina e dei principali soggetti interessati alle vicende aziendali. Fin da settembre, in seguito alla proposta di referendum per la privatizzazione del Tpl, avanzata dai radicali abbiamo lavorato con Organizzazioni Sindacali, lavoratori e associazioni di utenti e cittadini per ripensare insieme il servizio di trasporto, per renderlo più efficiente e adeguato alle esigenze della città. Per questo abbiamo lanciato la proposta di costituzione di un Comitato del No al Referendum per la privatizzazione di Atac,che si svolgerà nel mese di giugno. 
Significative esperienze europee hanno infatti dimostrato l'inefficacia di un servizio di trasporti privatizzato, tanto che si sta ripensando un ritorno all'assetto pubblico.
Per parlare di tutto questo e su  come affrontare questa delicata situazione vi invito e vi aspetto il 4 aprile presso la Casa della città, Sala Convegni  - il 4 aprile 2018 dalle ore 17:00.  via della Moletta n. 85 (ingresso principale) – Piazza Giovanni da Verrazzano n. 7  (Garbatella)
 


 
Un caro saluto, Stefano.

Villa Paolina e gli altri edifici storici minacciati da abbattimento RINGRAZIANO




Il MIBACT annuncia un vincolo paesaggistico sui quartieri ottocenteschi e primi Novecento e cioè sulla città storica ove sono racchiusi molti gioielli architettonici, presi di mira dalla Legge Piano casa e dalla legge di una falsa Rigenerazione Urbana.

GRAZIE ITALIA NOSTRA
Grazie a tutti coloro che si sono prima addolorati e poi battuti per respingere questo indegno attacco alla città tutta, ai suoi angoli più suggestivi, più belli, che sono parte integrante della nostra vita.
GRAZIE AI COMITATI DI CITTADINI. Senza i quali una Associazione culturale può solo predicare al vento.
In tutto questo è stato avvilente osservare il comportamento di Regione e Comune.
Degli assessori all' urbanistica della Regione PD e del Comune 5 Stelle in particolare.
GRAZIE ANCHE AL I MUNICIPIO.
Ed ora sappiamo per certo che i cittadini amano la città, la sua storia, le sue vicende culturali.Che essi sono con noi e che Italia Nostra è un modo di pensare e di agire condiviso.
Ed ora incrociamo le dita poiché per ora sono solo parole che dovranno tradursi in fatti.
Oreste Rutigliano

Per approfondire

II MUNICIPIO/DEL BELLO/VILLINI STORICI: DAL MIBACT UN’IMPORTANTE SCELTA

Finalmente si intravede una strada sicura per impedire l’abbattimento dei villini storici a Roma ed in particolare nel Municipio II.
Il MIBACT ha infatti annunciato poco fa attraverso un comunicato stampa che “verrà avviata l’istruttoria per l’apposizione di una serie di vincoli paesaggistici a salvaguardia dei valori urbani e storici delle testimonianze urbanistiche post unitarie e dei primi decenni del XX secolo presenti a Roma, riguardanti in particolare i villini del Novecento nei quartieri più esposti al rischio di manomissione”.
Una bella notizia, che accogliamo con soddisfazione e che è frutto del lavoro congiunto, portato avanti in questi mesi da Municipio, Associazioni e Comitati, per la tutela del tessuto storico urbano dei nostri quartieri. In particolare è stata fondamentale l’incessante opera di intermediazione e di dialogo tra i diversi livelli istituzionali condotta da Italia Nostra e dalle deputate del PD - Marianna Madia e Flavia Piccoli Nardelli - elette nel secondo collegio.
Continueremo comunque a vigilare affinché l'istruttoria sia fatta in tempi rapidi e sia messo in salvo il nostro patrimonio.


copiare il link sulla barra degli indirizzi

http://lazio.inu.it/blog/2018/03/30/per-difendere-i-tessuti-urbani-a-villini-di-roma/

NON PERDIAMO LA TESTA





Fin dalla sua nascita, Roma ebbe un tempio dedicato a Giano bifronte: un dio rappresentato da una testa con due facce. Di quel tempio e dei suoi segreti non rimane più alcuna traccia. Rubens proverà a raffigurarlo in una delle sue tele, di cui posto l'immagine. Se ne parla fino al VI secolo d. C., in occasione dell'assedio di Roma da parte dei Goti. Giano è una particolare figura divina. Nessuno lo ha generato ed è chiamato Padre degli déi. Non si conosce l'esatta collocazione del suo tempio nel cuore di Roma, ma io sono convinto contenesse una testa in grado di preservare Roma da qualsiasi attacco. Sono anche convinto che esso non dovesse trovarsi tanto lontano da dove sorge una poco conosciuta, quanto macabra, chiesa di Roma: mi riferisco alla chiesa di San Giovanni Decollato del XVI secolo e alla sua Arciconfraternita, che si "prendeva cura" dei cadaveri dei condannati a morte dall'inquisizione, decapitandoli prima della sepoltura, qualora l'esecuzione non fosse avvenuta per decapitazione, e conservando le teste fino al 24 giugno, giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Giovanni Battista e giono in cui le teste venivano bruciate. C'è uno strano mistero che attraversa l'Occidente e che ha per oggetto una testa. Da quella di Osiride a quella di Giano, alla strana testa asinina che avrebbero adorato i primi cristiani, secondo le accuse riportate da Tertulliano, alla testa di Giovanni Battista, a quella del Baphomet dei templari, al culto delle teste da parte dei Celti fino alla testa di Bran, seppellita con la faccia rivolta verso la Francia sotto la Torre di Londra, a difesa di quella città da ogni eventuale attacco. Una testa che è una delle possibili, quanto intriganti, forme del Graal.
Massimo Frana

Dai giornali di oggi 31 marzo



IN PRIMA PAGINA
Israele attacca Hamas: 15 morti e 1.400 feriti (Fatto). In primo piano su tutti i giornali la guerra di Pasqua (QN): 30 mila marciano contro Israele (Stampa), strage alla marcia su Gaza (Repubblica). Israele a un passo dalla guerra (Giornale).
In Italia lo scontro è politico ed è tra i leader di M5S e Lega. Di Maio insiste: io premier. Ultimatum di Salvini: “Ora basta chiacchiere” (QN). Nessun leader, per ora, avrà l’incarico (Corriere). Ma nel M5S il 58% della base vuole l’intesa con la Lega. Per il Messaggero servirà almeno un mese per avere il governo: al primo punto il taglio dei vitalizi. Fico al Fatto: “Ora nuove regole contro i voltagabbana e le indennità”. Berlusconi tenta la riabilitazione per rientrare in gioco (Giornale), nel Pd mossa anti-Renzi: “Governo col M5S ma senza Di Maio” (Stampa). Delrio al Corriere: “Tra Pd e Cinque Stelle la distanza è sostanziale”. Flick alla Stampa: “Con la logica dei veti incrociati si torna al voto”. Su Repubblica e Fatto l’indagine sui 48 milioni della Lega tra Svizzera e Paradisi fiscali. Ombre su Salvini.
Tra politica e finanza la svolta fra Mediaset e Sky: alleanza su pay tv e digitale (Sole e tutti). Dal calcio a Tim, effetti a catena (Repubblica). Per Alitalia in pista un socio italiano che vuol comprare la maggioranza (Messaggero).
In cronaca, gli sviluppi dell’inchiesta sull’Isis: basi a Roma con la regia a Berlino (Messaggero). Ma il capo dell’Antimafia De Raho smorza gli allarmi del governo. Il Fatto: qualcuno sta esagerando.
Sul Corriere il caso dei 500 migranti “fantasmi”: mezzo milione di persone fuggite dai centri di accoglienza o messi alla porta, che vagano invisibili in Italia. Sul Fatto migranti e partenze: la Libia è la nuova colonia dell’Italia. Il Giornale contro gli immigrati: non salveranno il Paese, lo dice anche Bankitalia.

ITALIA-ECONOMIA
Riparte l’inflazione: in Italia più 0,9% (Messaggero, Sole e altri). A marzo i prezzi al consumo risalgono, trainati da alimentari, tabacchi e trasporti. Ma siamo ancora lontani dal target Bce del 2%. Più vicine Francia e Germania, al più 1,5% e questo riapre il dibattito sulle mosse della Banca centrale europea: più vicina la stretta sul programma di acquisto titoli (a fine anno) e il rialzo dei tassi di interesse (primavera 2019) (Avvenire). Per i consumatori diventa più caro il carrello della spesa e le associazioni lanciano l’allarme: per una famiglia-tipo con due figli aumenti intorno ai 352 euro annui.
Giovani e lavoro, contro la disoccupazione aumentano gli impieghi nel fine settimana e nei giorni festivi: sul Messaggero i dati Eurostat vedono i giovani italiani e greci in testa alla classifica dei lavoratori del week end. Nel 2016 il 40% degli occupati italiani tra 20 e 34 anni ha lavorato “abitualmente” il sabato e la domenica. Disponibili nel week end ma non ad allontanarsi da casa: in Italia solo il 2% di giovani è pronto a cambiare residenza pur di lavorare, contro una media Ue del 90%. Su Avvenire il “no” di Camusso e Furlan al lavoro a Pasqua nei centri commerciali. Cgil, Cisl e Uil di categoria proclama due giorni di sciopero per Pasqua e Pasquetta in tutti gli esercizi di Toscana, Emilia, Lazio, Puglia e Sicilia, con la possibilità di estendere la protesta al 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Furlan (Cisl): “Bisogna riaffidare questa materia alla contrattazione tra comuni, aziende e sindacati in modo da garantire flessibilità negli orari, maggiore retribuzione per i lavoratori e volontarietà della prestazione festiva o domenicale. Non esiste un diritto allo shopping anche a Pasqua o Natale”. Camusso (Cgil): “La liberalizzazione introdotta da Monti mostra tutti i suoi limiti. E’ necessario passare a un’altra stagione che regoli gli orari e la possibilità dei lavoratori della grande distribuzione di non avere quel carico addosso”. Contro la deregulation del commercio anche la Confesercenti: “E’ stata un disastro anche per i negozi indipendenti, che non sono stati in grado di competere con le aperture dei grandi”.
ITALIA-POLITICA
Di Maio insiste: io premier. Ultimatum di Salvini: “Ora basta chiacchiere” (QN). La sfida a distanza tra i due leader continua, con Salvini che punta sul voto alle Regionali di Friuli e Molise per dare “un segnale al Quirinale” e rilancia sul programma del centrodestra quale base del nuovo governo, mentre Di Maio insiste sulla sua premiership e sul veto a Berlusconi, ma non ai voti di Forza Italia. Ma il canale diretto tra i due resiste, in vista dell’incontro di mercoledì prossimo. Sul Fatto intervista a Roberto Fico: “La mia presidenza era nelle cose. Il M5S ha ottenuto un risultato straordinario, era giusto che ottenesse la presidenza della Camera. Io scelto come volto storico del M5S e perché da tutti  mi è stato riconosciuto il mio ruolo istituzionale come presidente della Vigilanza Rai”. Ma l’accordo sulle Camere non è il prologo di quello sul governo. Quanto al Parlamento “vanno scoraggiati i cambi di casacca e tagliati i costi della politica. Io ho rinunciato all’indennità aggiuntiva da presidente. Chiederemo ai rappresentanti di ogni forza politica che rinuncino alle indennità dei ruoli. La gente deve essere riavvicinata alle istituzioni e alla politica e servono gesti concreti”.
Scintille tra Salvini e Berlusconi sull’ipotesi di un ritorno alle urne, con la Lega che sta divorando gli azzurri. Salvini: elezioni meglio di un governo a tutti i costi (Stampa). Per il Fatto la prima prova saranno le Comunali del 10 giugno, con la Lega che vuole mangiarsi Forza Italia (Fatto). Spaccatura anche nel Pd, dove cresce la fronda a Renzi che punta all’intesa col M5S. Per il Messaggero, in uno scenario così fluido, servirà almeno un mese per fare il governo. E se il premier incaricato non dovesse avere successo il Quirinale si attiverà per un governo di tregua, che potrebbe vedere in campo Forza Italia e Pd. Il Corriere sposta avanti di due mesi il timing del Quirinale: ma al primo giro di consultazioni nessun leader avrà l’incarico. Da Mattarella indicazioni su un “nome terzo” solo se glielo chiederanno i partiti. “Nome terzo” che potrebbe essere quello del giurista Giovanni Maria Flick, che alla Stampa dice: “Buono il segnale sull’elezione dei presidenti della Camera, ma per il governo bisogna abbandonare la logica dei veti. Così è facile che ci determini un incidente di percorso che ti porta alle elezioni”. Di segno opposto la posizione di Francesco Boccia, che in un’intervista a QN apre ai 5 Stelle: “Fare opposizione e basta senza un obiettivo è miope. Se ci sono temi che condividiamo perché mai dovremmo chiudere ai Cinque Stelle?”. Sul Corriere il sondaggio di Pagnoncelli, che vede M5S e Lega salire ancora, e il 58% degli elettori grillini favorevoli ad un accordo con Salvini; solo il 24% tifa per un accordo con il Pd. Tra i leghisti il 63% vorrebbe allearsi con il M5S, il 18% opterebbe per l’intero centrodestra con i grillini. Elettori dem spaccati: il 34% vorrebbe un accordo il M5S, solo il 5% col centrodestra; il 23% preferirebbe l’astensione, il 38% è indeciso. Complessivamente la maggioranza relativa degli italiani si attende un governo M5S-centrodestra, mentre scende il consenso per nuove elezioni o governi di scopo.
I renziani insistono; mai con Di Maio e la Lega. Ma da Orlando a Franceschini si allarga il fronte del dialogo (Corriere). Delrio al Corriere: “Non tifiamo per nessun governo con programmi che danneggiano l’Italia. Le distanze programmatiche tra noi e la Lega e tra noi e il M5S su molti temi sono sostanziali. Al Paese serve anche una minoranza ricca di proposte”. Delrio si chiama fuori anche dalla corsa alla segreteria del Pd e frena su Gentiloni traghettatore: “Non ci serve un capo, ci serve un orizzonte. Non si può dire che destra e sinistra non esistono più”.
Salvini, quei fondi nell’ombra: su Repubblica e Fatto anticipazioni del servizio di domani sull’Espresso sui conti segreti della Lega: dalla misteriosa Onlus “Più Voci” creata da tre commercialisti vicini a Salvini, ai bonifici di Parnasi, il periodico pubblicherà anche alcuni documenti bancari che aiuteranno a comprendere meglio che fine ha fatto la ricchezza leghista. Oltre a un dato inedito: sia sotto la gesitone Maroni, che in seguito quella Salvini, parecchi milioni sono stati investiti illegalmente. Soldi finiti “nei paradisi fiscali” (si parla di 48mln) ai quali la Procura sta danfo la caccia.

30 marzo 2018

SOLIDARIETÀ ALLA DOCENTE DI ALESSANDRIA



Leggo molti post di indignazione contro la docente di Alessandria, che ha perdonato i ragazzi di una prima classe delle superiori, rei di averla legata e umiliata, approfittando della sua fragilità fisica. So di essere una voce fuori dal coro, ma voglio ringraziare questa collega per l'alta lezione che ha dato non solo a quei ragazzi, ma a me e a tutti con il suo perdono. Quei dieci alunni non dimenticheranno mai quanto hanno fatto. E non dimenticheranno che il perdono può schiacciarti se non ne sei degno o può ridarti una nuova vita se avrai saputo rimediare al male fatto. "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!". Non somigliamo spesso a quella miserabile plebaglia che, sotto la croce, continuava a deridere il Maestro, aggiungendo alle torture degli sgherri le proprie offese? Com'è possibile che, a distanza di duemila anni, non si sia imparato ancora nulla? Di cosa dovremmo stupirci riguardo quei dieci ragazzi, se scorrendo i post di Facebook sulla vicenda trovo lo stesso loro atteggiamento di violenza e sopraffazione del più debole? Vergogna!
Massimo Frana

I commenti in rete

Caro Massimo leggo con attenzione il tuo post, credo che non sia stato chiarito adeguatamente quanto accaduto. Il perdono è scelta personale .La Prof.dimostra se ce ne fosse bisogno di aver un animo nobile ,generoso .Il gesto dei ragazzi rimane molto grave .Rimane innanzitutto sebbene minorenni un reato grave . Credo per quel poco che si è potuto comprendere che esisterebbe un reato di sequestro di persona in concorso ,almeno .Un reato quindi procedibile d'ufficio ,indipendentemente dalla eventuale denuncia della persona offesa . Come società civile e cittadini non solo non possiamo perdonare ,dobbiamo esigere giustizia . Il Diritto ancora una volta contro la violenza e la barbarie. Nel nostro Paese per molti motivi stiamo smarrendo questo senso elementare delle regole e del buon senso del vivere civile associato . Nel caso di specie come purtroppo in altri ,devo rilevare che ,coloro che si rendono responsabili della iattante violazione del Diritto non sono gli esclusi ,gli emarginati ma delle persone che sebbene giovani sono già  annoiate ,indifferenti ,ciniche o peggio. Occorre saper essere anche severi se davvero desideriamo difendere ,salvare direi la Civiltà e la Giustizia .

Pinetina di Villa Massimo: IL 4 APRILE L'AREA VERRA' RICONSEGNATA AL COMUNE DI ROMA

 
 
 
Ci siamo!! Finalmente il Dipartimento Ambientale del Comune di Roma ha convocato la DAFI srl per la consegna delle chiavi ,la cui lettera pubblichiamo a seguire . Questo atto formale dell'amministrazione capitolina segna un momento molto importante per l'apertura alla cittadinanza della Pinetina di Villa Massimo, chiusa ormai da cinque anni e oggetto di un contenzioso legale a cui ha posto fine la recente sentenza del Consiglio di Stato. Grazie ad esso, dicevamo,  si potrà procedere alla messa in sicurezza delle alberature, che versano in un pericoloso stato di degrado come  denunciato da un recente articolo del Messaggero, e il Municipio potrà far installare  una giostra per i più piccini, come da progetto iniziale del 1925. Naturalmente ci saranno anche le panchine per il riposo e la sosta dei cittadini.
Insomma a piccoli e lenti passi alcune  questioni eternamente aperte del Municipio Roma 2 si vanno risolvendo.
A fine aprile ci sarà l'apertura del giardino pubblico, quasi 5.000 mq, di Villa Blanc dalla parte di Piazza Winckelmann ed ora anche la Pinetina di Villa Massimo comincia "a vedere l'alba".
Aperte comunque rimangono alcune vertenze come lo spazio verde degli ex campi da tennis di Via Como, la palestra del Campo Artiglio, gli spazi verdi delle Case del Sole, la minaccia di abbattimento e ricostruzione di Villa Paolina e di altri edifici storici. Per non parlare dell'improvvida vendita della Regione Lazio dell' ex Centro Ittiogenico, polmone verde nella congestionata area della Stazione Tiburtina.
E ci fermiamo per il momento qui.
Domenico Fischetto



TRE RIGHE, le notizie e i protagonisti, marzo 2018



 

Dai giornali di oggi 30 marzo



Tra M5S e Lega intesa su vitalizi e Def, ma il governo è lontano (Messaggero p.4). Lo stallo soprattutto su premiership e Forza Italia (Corriere p.2). Di Maio: “Convergenze sui temi, io a Palazzo Chigi”. La replica di Salvini: “Dice sempre io, e invece io parlo di noi e di programma”. Secondo il sondaggio Swg, gli elettori di Lega e M5S sarebbero “pronti al compromesso”: il 63% dei votanti leghisti e il 57% di quelli grillini favorevole. Ma è il ruolo di Berlusconi a complicare la trattativa. L'ex premier rivendica: “Per Fi tratto io”. E chiede ai giudici la riabilitazione per poter correre di nuovo: se sarà accolta, cesserebbero già nel 2018 gli effetti della Severino e sarebbe candidabile (Corriere in prima e p.5). Ma i 5S preparano una mossa anti-Berlusconi: legge sul conflitto di interessi (Stampa). Camera, intesa 5S-centrodestra sulle poltrone (Fatto p.4): i grillini fanno il pieno di nomine (su tutti) e ottengono 7 poltrone su 16. Fraccaro, eletto questore anziano della Camera, al Sole assicura: “Subito taglio delle spese per deputati e vitalizi”.
Di Maio lancia segnali al Pd: “Non fermate il cambiamento” (Repubblica p.6). La Stampa (p.5) svela il piano dei grillini per attirare i dem: accordo con il passo indietro di Di Maio e un programma in 5 punti. Lo rivela il braccio destro di Casaleggio, Bugani. Il Corriere intervista Davide Casaleggio, che sulle intese dice: “Mi auguro che la volontà popolare venga rispettata. Delle soluzioni di governo si sta occupando Di Maio, mio padre sarebbe stato orgoglioso per il metodo di totale trasparenza che sta portando avanti. Tornare al voto in caso di mancato accordo? Spetta a Mattarella, ma noi non abbiamo mai temuto le consultazioni popolari”.
Fronda nel Pd, in molti chiedono di aprire il dialogo con il M5S. Ma Renzi dice no e conferma la linea dell'opposizione (Messaggero e tutti). I governisti dem puntano su un esecutivo istituzionale (Repubblica p.8). “Non basta dire tocca a loro – attacca Orlando al Corriere (p.4) -. Dialogo con M5S è doveroso, altra cosa sono le alleanze, che non vedo percorribili”. Ma il Capogruppo dem Marcucci al Messaggero (p.7) dice: “Lega e M5S si stanno ubriacando di poltrone, per noi nessuna discussione con loro. Nessun ingresso in maggioranza, io credo in un'opposizione responsabile”.
Centrodestra, la neo-presidente del Senato, Casellati al Corriere (p.3): “Siamo in una situazione quasi emergenziale, la politica deve agire con senso di responsabilità. Mettere un veto è sempre un errore” dice riferendosi allo stop del M5S a Berlusconi. Malumori tra gli azzurri: Salvini alle amministrative lancia l'Opa su Forza Italia, i leghisti fanno en plein di candidati, e da Fi dicono: “Ormai dettano la linea” (Stampa p.6). Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, al Messaggero (p.5): “Non credo in un'Opa della Lega. Adesso bisogna trattare per il governo: aperti anche al M5S, la mia paura è l'ingovernabilità. Ma i 5S non possono rifiutare il dialogo con Berlusconi, che ha preso 5 mln di voti”. Anche Salvini difende Berlusconi: “Non lo mollo” (Repubblica p.11).
Caso Expo, Sala, prosciolto per la vicenda dell'appalto degli alberi quando era commissario dell'Esposizione universale (Corriere e tutti). Secondo la giudice non sussiste l'abuso d'ufficio. Sul sindaco di Milano ora incombe un solo processo, per falso materiale e ideologico (Fatto p.3).

Villa Blanc: Comunicato Stampa Campidoglio

Omniroma-+VILLA BLANC, "APRIRE PARCO TUTTI I GIORNI": CAMPIDOGLIO SOLLECITA
LUISS+

(OMNIROMA) Roma, 29 MAR - Si riaccende la polemica tra Campidoglio e
università Luiss "Guido Carli" sul parco di Villa Blanc. La giunta
capitolina della sindaca Virginia Raggi, con una memoria approvata la scorsa
settimana, è intenzionata a ottenere l'apertura al pubblico quotidiana
dell'intero parco. In sostanza, secondo il Campidoglio per il parco di Villa
Blanc dovrebbe essere adottato lo stesso regime che disciplina l'apertura al
pubblico delle ville storiche di Roma. "Attualmente - si legge nella memoria
di giunta - l'area che la Luiss si è impegnata ad aprire quotidianamente al
pubblico riguarda poco meno di 5.000 metri quadrati, mentre per il resto del
parco, nonostante la destinazione a verde pubblico, l'accesso verrebbe
garantito solo nei giorni festivi e comunque sempre subordinatamente alle
esigenze dell'Università....  Tutte le università pubbliche e private, in
Italia e all'estero - invece - permettono l'accesso ai parchi dei loro campus
ai cittadini residenti".
Il Campidoglio, impegnando "l'assessore alla Sostenibilità Ambientale"
Pinuccia Montanari "ad adottare le opportune iniziative, anche in accordo con
la Luiss 'Guido Carli' per consentire la fruizione pubblica quotidiana di
tutto il parco della Villa secondo le modalità proprie delle ville
comunali", viene dunque incontro alle richieste del Comitato Villa Blanc che
da anni chiede che sia garantito il libero accesso al parco e che lo scorso
gennaio ha anche organizzato una manifestazione per sollecitare la completa
apertura del parco.
La Villa, sottoposta a vincoli paesaggistici ed architettonici, sin dal 1974
è stata destinata dal Piano Regolatore a verde pubblico, destinazione
confermata dal Prg approvato dalla giunta Veltroni nel 2008 (parco pubblico e
servizi pubblici locali). Ma dopo l'acquisto, nel 1997, da parte della
Luiss, del complesso comprendente 6 palazzine ed un parco di quasi 50.000 mq,
l'ateneo di Confindustria, nel 2011, ha ottenuto dalla Giunta Alemanno il
permesso di procedere al restauro per trasformarla in una business school
post-universitaria che è stata infine aperta a gennaio del 2017.
Della questione, negli anni scorsi, se ne era occupato anche il Consiglio
comunale capitolino. Dopo l'elezione a sindaco di Ignazio Marino,
nell'ottobre 2013 era stata approvata una mozione che impegnava il primo
cittadino e la giunta "a procedere alla verifica dell'autorizzazione
rilasciata alla Luiss" per lavori di restauro conservativo, a detta dei
consiglieri, "finalizzati ad usi diversi da quelli previsti dal Piano
Regolatore Generale". Il Consiglio chiedeva anche di "procedere alla
revisione della convenzione" e di attivarsi per "assicurare l'apertura della
Villa al pubblico dall'alba al tramonto tutti i giorni garantendo la piena
fruizione pubblica della Villa" e "con la possibilità di realizzare al suo
interno attività compatibili con la fruizione pubblica del complesso, quali
ad esempio asili nido, biblioteche e centri anziani" come previsto dal Prg.
Anche il municipio II aveva votato una mozione simile.
Da parte sua, l'Ateneo resta fermo sulle attuali modalità di fruizione del
parco, che viene aperto al pubblico nella sua interezza solo nei giorni
festivi e comunque subordinatamente alle esigenze della Business school.
pif

29 marzo 2018

Quadretti romani: BUROCRAZIA

 
                                                      La carta d'identità elettronica
 
 
 
Siamo nell'epoca dell'innovazione tecnologica, tutto viene semplificato e velocizzato. Stamattina, essendomi scaduta la carta di identità, e dovendo tra dieci giorni partire per la Francia, mi sono recato all'apposito sportello del II Municipio in Via Dire Daua. L'addetto, dopo avere pigiato rapidamente le icone di uno schermo tecnologico avanzatissimo, mi ha comunicato che avrei potuto avere la mia carta a luglio. Oppure potevo andare direttamente allo sportello comunale di Fiumicino aperto direttamente all'aeroporto. Però il giorno prima della partenza per essere sicuro del rilascio. Sono basito. E questi sarebbero i servizi efficienti del II Municipio?
 
Gian Carlo Marchesini
 
Commenti in rete
 
 
Sì certo, l'efficientissimo sistema Tupassi prevede che ci si debba prenotare per qualunque cosa, via internet. Non hai internet? Nessun problema, vai al municipio, ti prenoti per la prenotazione e torni dopo 10 giorni, 1 mese, 3...a seconda del servizio di cui hai bisogno. Ti serve la carta d'identità? ah, ripassa fra 4 mesi ché il comune ha un macchinario per stampare quelle nuove, elettroniche, che più di un tot al giorno non ne fa... oppure autocertifica, sostengono alcuni. Anche all'atac, per dire, se devi rifare la tessera, vogliono la fotocopia del documento. Sì, ce l'hanno già ma devono verificare che sia proprio tu. No, non basta solo esibire il documento, preferiscono conservare la prova cartacea di aver verificato. E no, non va bene l'autocertificazione che tu vuoi lasciare al posto dell'ennesima fotocopia del documento, che vuoi fare, sono fatti così...
 
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Caro Gian Carlo, la meccanizzazione e l'informatica hanno modificato le procedure per richiedere la Carta d'Identità, una volta bastava che ti recassi con tre fotografie direttamente in "Delegazione" e ... pazientando per la quasi sempre presente fila, riuscivi ad avere nel giro di un paio di ore l'atteso documento.
Si faceva quasi tutto a mano!!!
Ora la procedura ti obbliga a prenotarti (così non si deve perdere tempo in inutili file) e puoi farlo anche online o tramite App da Mobile (
https://www.tupassi.it) solo che ... per avere l'appuntamento bisogna pazientare, varia secondo Municipio, qualche mese.
C'è però la possibilità, in situazioni di emergenza, di poter essere favoriti.
Te lo dico perché mi riguarda, dovendo io andare per qualche giorno con la famiglia, in Inghilterra, ed avendo trovata la prima data disponibile per l'appuntamento dopo oltre un mese dalla mia data ... ho potuto prenotarmi prima direttamente in Municipio.
Mi hanno dato un appuntamento sotto data ma con la tassativa di portare, con quel che serve alla richiesta dei documenti, un certificato attestante la prenotazione, nel mio caso del volo.
Quindi, il consiglio è di tornare in Municipio, con più determinazione e con la consapevolezza che a loro necessita, dal momento della domanda quasi una settimana per poter realizzare la Carta d'Identità elettronica.


In bocca al lupo !!!
Gestire

L'ASSEMBLEA DI CARTE IN REGOLA DEL 27 MARZO

 
 
 
                                Anna Maria Bianchi Missaglia, animatrice di Carte in Regola
 
 
Che bello partecipare al cinema Tiziano all'incontro con una decina di altri comitati di cittadini, impegnati in vari campi dell'ambiente e del sociale, convocato da Carteinregola. E lì ascoltare chi dimostra come tra il Piano Casa, varato dalla Polverini, e poi mantenuto nella sostanza da Zingaretti, e l'attuale nuovo, enfaticamente definito di Rigenerazione urbana, c'è una sostanziale continuità. A vincere cioè sono sempre i palazzinari. E poi sentir affermare e dimostrare che a Roma non è mai esistito un Piano per il verde, quest'ultimo da sempre trattato come una variabile subalterna al servizio degli interessi di chi costruisce. Oppure apprendere che le buche non sono attribuibili alla responsabilità dell'attuale Giunta, quanto piuttosto a chi negli anni e decenni precedenti ha consentito che le strade romane, pagate secondo i canoni e le regole di cui dovevano essere il risultato, il più delle volte siano state semplicemente il frutto di una spruzzatina in superficie di asfalto. Facendo così arricchire chi ha imbrogliato, e chi ha distolto lo sguardo. E altre simili rincuoranti notizie. E sia benedetta l'associazione Carteinregola per quante stalle piene di letame scoperchia. E per la sua battaglia affinché siano ripulite e rese efficienti. Poi, dopo un'ora di attesa al freddo dell'autobus, finalmente arrivare alla trattoria dove divorare una splendida zuppa di pasta e fagioli. E infine regalarsi il miglior dolce acquistando al bar un vassoio di cornetti alla crema e portarli alle bambine e bambini del Protettorato. E vedersi accolti da baci, abbracci e battimani. E così lenire l'amarezza pomeridiana per l'ascolto delle troppe nefandezze legate alla mala gestione della Capitale.
 
Gian Carlo Marchesini


Dilettanti allo sbaraglio

Stamani sui Media troverete tra l'altro due notizie che ,prese e lette insieme ,risultano spiazzanti . Salvini senza che ancora sia ipotizzabile un Governo pensa addirittura a spostare da Roma i Ministeri bloccare nel Mediterraneo i migranti e riconsegnarli in Libia a chi e per fargli cosa? Salvini addirittura ,dicono ,stia "lavorando " sottotraccia per creare una fronda a Di Maio e " costringerlo " a fare un Governo.
Di Maio dal canto suo immagina e ripropone come se fossimo in un sistema di specchi ,che rilanciano all'infinito immagini ,di creare un generalizzato reddito di cittadinanza per tutti. Un'idea che ricorda la determinazione elettorale di Trump nel costruire il muro al confine con il Messico .Siamo al parossismo ! Qualcuno direbbe ,non a torto al delirio politico !  Intanto la realtà immanente ci riporta al dunque ! Ieri a Livorno l'ennesima tragedia sul lavoro. Sono deceduti a causa dell' esplosione di un silos al Porto  due operai un giovane di appena 25 anni ,un uomo di 53.  Vorrei che per loro il Paese mostrasse la stessa attenzione e lo stesso raccoglimento tributato al noto anchorman Fabrizio Frizzi. Nelle stesse ore di ieri ,tutti i Media hanno battuto la notizia preoccupante che una vasta cellula terrorista islamica sembra possa preparare e scatenare nel nostro Paese un grave attentato "ad hora" .I balletti ed i balbettii della politica italiana di queste ultime ore sono imbarazzanti e preoccupanti .L 'esecutivo Gentiloni al confronto per serietà e competenza e professionalità sembrava fatto da "giganti " ,tremo a pensare da chi e come ,adesso possa essere sostituito.  La verità è che purtroppo il Paese è stato investito ,c'erano tutti i segnali ,da un'ondata di irrazionalità ,populismo e demagogia ,dalla quale nella migliore ipotesi sarà difficilissimo se non impossibile uscire . Ancora una volta a costo di diventare "antipatico ed impopolare " metto l'indice sulla insipienza ed immaturità dell'elettorato  italiano ,che si è dimostrato assolutamente non all'altezza della sfida che i tempi difficili ci mettono davanti .In Europa cin tutte le cautele del caso già temono cosa possa accadere in Italia   Ho l'impressione che come Farage in Gran Bretagna ,fatta la frittata ,questi leaders anti sistema non abbiano le idee ,le competenze ,le capacità minime per governare e già capire la Cosa Pubblica che non è il Condominio di poche case ma la decima economia del Mondo ,il secondo Paese manifatturiero di Eurolandia. Poveri Noi! una volta ,non tanto tempo fa, un grande leader politico , capacissimo diceva :" chi in luogo di un chirurgo con scienza ed esperienza e professionalità sulle spalle ,vorrebbe invece essere operato da un tale sconosciuto che in mano agita un lungo coltellaccio "?  Ecco ! Amici e Cara Amiche ,Io adesso vedo venire verso di noi ,tanti ,troppi personaggi anonimi ,incapaci che con arroganza e iattanza con le mani agitano " lunghi coltellacci " ed ho paura ,si, lo confessò ho paura ! Tutto si può perdonare salvo la stupidaggine !
Luca Giordano per Tre Righe.

Liberi e Uguali: Intervista ad Alfredo D'Attorre

Leu, anche meno "Purché sia costruttiva". Alfredo D'Attorre parte da una premessa, prima d'intervenire sulla bufera laziale del centrosinistra. "Di polemiche - precisa l' ex deputato di INTERVISTA Liberi e uguali - in queste ore ce ne sono anche troppe". Lo dice con tono stranamente pacato, che accompagna una dichiarazione a suo modo risolutiva: "Spero che si possa ricomporre". Laddove la speranza è solo una forma più attenuata della convinzione. Insomma, D'Attorre, è tutta pretattica? "Detta così è un po' troppo semplicistica". Complichiamola. Voi di Leu state protestando per costringere Zingaretti a darvi qualcosa in più di un semplice assessorato. "Alt. La questione non riguarda le poltrone. Ciò che è mancato è stata la possibilità di discutere in modo collegiale un programma condiviso". Eppure la protesta è nata quando è stata an nunciata la giunta. "Il punto non è nella scelta del nome. Nessuno ha nulla in contrario a Claudio di Berardino come assessore al Lavoro". E allora? "E allora il problema è nel metodo". Il metodo? Zingaretti si è confrontato col vostro unico consigliere eletto in Consiglio regionale. "Appunto". Cosa c'è che non va? "Non penso che spetti ai singoli consiglieri dare un parere sulla giunta. Capisco la preoccupazione di Zingaretti, che non ha la maggioranza in Aula, di garantirsi il sostegno dell'esponente di Leu. Ma forse non è il modo più corretto di agire". Insomma: volete che il governatore si confronti coi vertici? "Mi sembra la procedura migliore". Ma Daniele Ognibene mica parla a titolo personale? "Alle regionali ha preso oltre 2.700 preferenze, questo gli va riconosciuto. Così come però va ricordato che fa parte di un movimento che di voti ne ha presi 88.000. Fondamentali per la vittoria della coalizione". Se Zingaretti cade, andate a fondo anche voi. "Assolutamente. Avvertiamo tutta la responsabilità di non compromettere l'unica esperienza elettoralmente di successo di centrosinistra ampio. Il Lazio è e deve restare un esempio di governo di una coalizione larga tra Pd e Leu". Allora non sarà il caso che i più recalcitranti di voi, specie in Sinistra italiana, rientrino tra i ranghi? "Non faccio moniti. Ma ai miei compagni di Leu, a tutti, dico che è il momento di meditare bene su come valorizzare al meglio questo modello Lazio".

La precisazione di D'Attorre:

Vedo che due battute che mi sono state strappate mentre mangiavo una pizzetta a via Zanardelli sono state trasformate un'intervista, vabbè... Chiarisco che non ho mai utilizzato la parola scalmanati e complessivamente il senso delle due frasi che gli ho detto è reso piuttosto male da questo Valentini.

Dai giornali di oggi 29 marzo



Duello Salvini-Di Maio, e sullo sfondo l’ultima minaccia: “Si torni al voto” (Repubblica). Braccio di ferro tra i due leader sulla premiership. Salvini: “Di Maio da solo dove va? Lo voglio vedere trovare 90 voti in giro. A noi ne bastano 50”. Di Maio: “Vuole fare il governo con 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri”. In serata l’ultimo affondo di Salvini: “Non ci sto a tirare a campare un anno, discutere di legge elettorale sarebbe devastante. O parte un governo o si va subito al voto”. Salvini dice di non vedersi ministro in un governo Di Maio: “Il centrodestra ha preso più voti, il candidato presidente del Consiglio deve essere di centrodestra”. Sulla Stampa la fronda “governista” nel M5S che secondo Salvini dovrebbe mettere in difficoltà Di Maio: ci sarebbero settori grillini critici con l’idea di Di Maio di arrivare a sacrificare ministri e programmi pur di arrivare a un governo con lui premier. “Di Maio non si può impuntare così, l’elettorato non capirebbe”, i rumors. E Salvini aspetta che le contraddizioni esplodano.
Con i dem lo scontro invece è sulle nomine di Camera e Senato (Repubblica). Obiettivo del M5S è  non far toccare palla al Pd dove si decide su vitalizi e taglio dei costi del Parlamento. Alla fine ai dem va una vicepresidente del Senato (la Rossomando, quota Orlando) ma nessun questore. Oggi si passa alla Camera. Le consultazioni del presidente Mattarella inizieranno il 4 aprile (Corriere).
Berlusconi e Forza Italia vogliono “a tutti i costi” far parte della prossima maggioranza di governo, qualunque sia. L’ex premier pensa a una delegazione di spicco di Forza Italia e addirittura a lui come ministro degli Esteri (Corriere, Messaggero).
Renzi fermo sulla chiusura ai Cinque Stelle: “I gruppi li controllo ancora io”. E spinge Delrio verso la segreteria. Ma l’ex ministro nicchia (Repubblica, Messaggero). Richetti al Corriere: “Il Pd rischia l’estinzione, può ritrovare il suo popolo solo ripartendo dall’opposizione”. Quanto al gioco del governo “sia il M5S che la Lega usano il Pd per mandarsi i messaggi. Trovo aberrante pensare che se il M5S no trova i voti della Lega noi dobbiamo metterci i nostri. La sola idea che una forza politica possa indifferentemente allearsi con noi o con Salvini è la fine della politica”.
Sul Corriere il retroscena di Verderami in vista delle consultazioni del Colle: Mattarella avrebbe intenzione di fare due giri di consultazioni, evitando così di bruciare Salvini e Di Maio. Ma l’extra time concesso non risparmia a Di Maio la difficile scelta se accomodarsi al governo con i voti di Berlusconi o evitare. Di questo discutono Salvini e Di Maio nel continuo scambio di sms. Ma sullo sfondo Salvini sospetta i grillini di doppiogiochismo. Oggi l’incontro chiesto dal M5S sul programma: Salvini andrà con FI ma senza Fdi.
Zingaretti-bis, il 5S dicono sì (Tempo p.9): nel giro di consultazioni, il governatore mette al tavolo dei grillini le presidenze delle commissioni Ambiente e Infrastrutture. La Lombardi apre a Zingaretti per “un periodo di prova fino all'estate”, mentre Pirozzi si sfila e torna a parlare di “sfiducia”. Intanto, il governatore fa i conti con il no di Leu, che ha fatto sapere: “Il patto è sciolto, via dalla giunta” (Foglio p.7). A scatenare il passo indietro di Leu i dissensi sul nome del possibile assessore al lavoro, e il non intervento di Zingaretti, al quale, al momento, l'appoggio esterno dell'unico consigliere Leu, Ognibene, non dovrebbe mancare. “La questione non riguarda la poltrona – dice D'Attorre al Foglio -. E' mancata la possibilità di discutere in modo collegiale un programma condiviso. Il problema non è di Berardino al Lavoro, ma il metodo: Zingaretti si è confrontato con il consigliere di Leu per garantirsi il suo sostegno, ma non spetta ai singoli consiglieri dare il parere sulla giunta. Comunque avvertiamo la responsabilità, il Lazio deve restare un esempio di governo di una coalizione larga Pd-Leu. E' il momento di mediare bene su come valorizzare al meglio questo modello Lazio”.

Recensione film:VISAGES VILLAGES regia di Agnés Varda e JR




Musiche Matthieu Chedid. Fotografia di Romain Le Bonniec, Claire Duguet, Nicolas Guicheteau, Valentin Vignet.




Visages villages è un delizioso film-documentario che illustra un viaggio insolito in vari paesini e regioni della Francia, svolto dalla novantenne regista belga Agnés Varda, famosa fin dall’epoca della nouvelle vague, e il giovane artista JR, noto per l’uso della tecnica del collage fotografico. Lei è stata una protagonista della rifondazione del cinema e ha girato il memorabile Cleo dalle 5 alle 7 del 1962 e il famoso Senza tetto né legge del 1985 con cui ha vinto il Leone d’Oro. Lui è uno street artist considerato il Banksy francese. I due, pur avendo storie molto diverse e più che altro quasi sessant’anni di differenza, hanno una sensibilità comune e portano avanti una ricerca poetica di umanità. Entrambi credono in una forma d’arte come momento liberatorio di partecipazione artistica. Il film è anche una riflessione sullo sguardo attraverso la comunicazione visiva, che sia fotografia o cinema.


Visages villages può essere considerato una sezione a 45 gradi sulla Francia con i suoi panorami: dalle distese di lavanda del Sud alle bianche scogliere della Normandia, passando attraverso piccoli paesini arroccati e arrivando ai più aspri panorami industriali. Infatti, in un furgone adibito a cabina/macchina fotografica Agnés Varda e JR, percorrono un vasto territorio da Chérénce a Sainte-Marguerite-sur-Mèr, da Pirou-Plage a St. Aubin-sur-Mer. Lì sulla scogliera della Normandia i due evocano Guy Bourdin che Agnés ha fotografato da ragazzo, prima che diventasse un famoso fotografo di moda, e JR riproduce quella stessa foto ingigantita su un bunker abbandonato della Seconda Guerra Mondiale. Il giorno dopo l’immagine si è dissolta perché la marea se l’è portata via. Come non pensare ai recenti murales di Kentridge sui muraglioni del Lungotevere? L’arte ormai ha inglobato da tempo il concetto di effimero, forse dalla “Tribuna di Lenin” progettata da El Lissizky ormai un secolo fa.


Per Agnés Varda e JR scattare le foto – rigorosamente in bianco e nero - costituisce un pretesto per entrare in rapporto con gli abitanti dei villaggi e con la provincia francese, lontana dalle nevrosi metropolitane. In molti casi i due riescono a farsi raccontare le storie della vita, in altri si focalizzano sui volti, fotografano le persone intervistate e le immagini vengono ingigantite e riproposte sui supporti fissi o mobili che siano. «Ogni volto racconta una storia» afferma Varda. Così le immagini di vecchi minatori sono incollate sui muri delle case a schiera di un paesino minerario semi-abbandonato, così su un dislivello di un borgo in Provenza è immortalata la giovane cameriera di un bar, ripresa con un ombrellino aperto. Oltre agli allevatori, agli operai, ai pensionati e ai postini, vengono ritratte anche alcune famiglie che decidono di ripopolare un piccolo villaggio abbandonato da decenni.


Il rapporto tra i due registi e attori è in crescendo, lui ha eternamente gli occhiali scuri e il cappello in testa, lei ha il vezzo di un caschetto di capelli bicolore e si appoggia a un grazioso bastoncino istoriato. Lui la presenta alla vecchia nonna centenaria, lei gli narra del suo amato compagno, il regista Jacques Demy famoso per aver diretto, tra gli altri, il delizioso film musicale Le parapluies de Cherbourg nel 1964 con Catherine Deneuve ventenne e Nino Castelnuovo. Il rapporto tra AV e JR mi ha evocato la storia narrata in un altro cult statunitense del cinema: Harold & Maude del 1971, che racconta l’incontro tra Harold Chasen, un giovane viziatissimo con manie macabre e poco interessato alla vita, e Maude Chardin, una stravagante ottantenne mitteleuropea con una grande carica comunicativa, che gli trasmetterà la gioia di vivere, e di cui lui s’innamorerà. Inoltre, Cat Steven ha scritto espressamente per il film le bellissime canzoni Don’t Be Shy e If You Want To Sing Out, Sing Out.


In Visages villages è degno di nota il girovagare dei due artisti nelle zone dove si produce formaggio di capra, in cui si vedono due metodi diversi nella produzione: da un lato il metodo super-tradizionale con mungitura manuale e gran rispetto dell’animale, dall’altra un allevamento intensivo tecnologizzato, con macchinari per la mungitura delle capre alle quali hanno bruciato le corna per evitare che si azzuffino, facendo perdere tempo “prezioso” alla produzione. Anche lì JR e Agnés fotografano il volto di una capra cornuta e ne stampano l’effige ingrandita su una parete. Arrivati invece a Le Havre, i due intervistano alcuni scaricatori di porto e poi, stupiti dall’assenza di donne, ne intervistano le mogli che poi fotografano, incollando le gigantografie sui containers.


Ci sarà spazio anche per un pellegrinaggio (atto dovuto!) alla tomba di Henri Cartier-Bresson - considerato il pioniere del foto-giornalismo – e di sua moglie Martine Franck, in un minuscolo cimitero a Bonnieux in Provenza.


A questo punto vi sarà anche un omaggio a Jean-Luc Godard - il regista considerato un “mostro sacro” della cinematografia francese degli anni Sessanta, autore dell’indimenticabile Fino all’ultimo respiro del 1960, de La Chinoise del 1967 e di tanti altri - mediante una citazione del suo film Bande à part del 1964: la visita gioiosa del Museo del Louvre dei tre giovani protagonisti fatta di corsa a tempo di record, che Agnés ha dovuto reinterpretare seduta in carrozzina spinta da JR. In conclusione, il film mostra il viaggio in treno in Svizzera fino a Rolle sul Lago Lemano dove, in una villetta color salmone vive proprio Jean-Luc Godard. Lei gli vorrebbe presentare JR, che in qualche modo gli assomiglia, ma l’ombroso regista si sottrae all’appuntamento lasciandole, però, un affettuoso messaggio scritto. La commozione di Agnés convincerà JR alla fine di fare qualcosa per lei: si toglierà finalmente gli occhiali e la piccola grande donna vedrà, ormai a stento e un po’ fuori fuoco, lo sguardo dolce e pulito di quel ragazzo.


Il film è stato presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes dove ha ricevuto il premio “L’oeil d’or”. Ha ottenuto anche una nomination nella categoria “miglior documentario” agli Academy Awards del 2018, dove Agnés Varda ha ricevuto meritatamente l’Oscar alla carriera.

Ghisi Grütter


28 marzo 2018

VILLA BLANC:APPROVATA UNA MEMORIA DALLA GIUNTA CAPITOLINA PER L'APERTURA DI TUTTO IL PARCO

Finalmente è stata approvata una memoria dalla Giunta Capitolina che  propone di rendere tutto il parco di Villa Blanc accessibile con continuità a tutti i cittadini, salvaguardando le esigenze di sicurezza. Questa è una vittoria importante di cui va dato merito - dopo tanti anni di silenzio delle precedenti Amministrazioni - all'Assessore Montanari  .
Naturalmente i cittadini hanno fatto la loro parte.
D.F.









 

Obsolescenza politica

Così si potrebbe chiamare un articolo che preoccupato ,si interrogasse sul futuro e sul destino della Sinistra in Italia ,in Europa e forse nel Mondo . Nell'accelerazione micidiale della cultura dei consumi che si è verificata in Occidente dalla metà degli anni sessanta ad oggi ,si è fatta strada al contempo anche una cultura del relativismo culturale ,etico che alla fine si è esteso anche al pensiero ed alla prassi politica . Dopo la caduta nel 1989 del muro e l'implosione del modello del socialismo reale ,questo processo è diventato ancora più veloce e radicale . I popoli più di sempre nella storia hanno desiderato sopra tutto e tutti poter soddisfare esigenze di consumi privati e personali . Se volessimo a titolo di esempio esemplificativo fare un paragone astratto potremmo dire : l'Occidente assicurava la libertà nella sicurezza economica e sociale ,i Paesi del Socialismo Reale ,assicuravano la sicurezza nell'eguaglianza .  Nel secondo modello quindi non c'era Libertà , ma tutti avevano un sistema di sicurezza sul lavoro sulla sanità ,sulla abitazione ,sulla istruzione ,che d'altra parte non c'era stata e non era stata garantita se non per pochi non per molti nei secoli precedenti . La storia ha visto il prevalere ed il successo del modello occidentale capitalistico . Non credo sarebbe ozioso dire che il modello occidentale tra le altre cose ,abbia prevalso e di sia affermato come modello "universale " più sull' impianto dei consumi privati ,piuttosto che sul piano delle Libertà. È pur vero per verità di cronaca che questo benessere diffuso di cui l'Occidente ha goduto negli ultimi 50 anni  è stato possibile tra le altre cose ,perché non era condiviso con la restante parte del mondo ed anzi sulle loro spalle ed in loro danno . Oggi questo è il punto che in parte spiega anche i nostri attuali problemi: questo assetto e questo andazzo non è più possibile . Il resto del Mondo  escluso  e sfruttato desidera e pretende il suo .  In Occidente tuttavia i Cittadini che fino ad oggi hanno conosciuto un sostanziale benessere desiderano conservate per se ed i propri figli quel target di benessere e consumi a cui sono stati abituati per oltre 50 anni . Addirittura nell'impoverimemto complessivo e costante dei ceti  medi e della classe lavoratrice ,la politica è diventata ed è stata trasformata dalle Classi Dirigenti non solo il "parafulmine " del malcontento generale e diffuso ma addirittura una sorta di shampoo , di sapone sostituibile alla bisogna . Il Sistema di Potere Occidentale ha indotto e sedotto gli elettori ,convincendoli che la categoria mentale del giudizio di obsolescenza andasse applicata e declinata anche alla politica . Il popolo un tempo sovrano oggi più somigliante ad un Gregge, ha voluto credere a questa pantomima a questa vulgata . In breve tempo tutti i partiti della Sinistra almeno da Mitterrand e Bill Clinton ad oggi hanno sbagliato completamente politica . Hanno appoggiato il modello capitalista neo liberista, credendo a torto che se del caso andasse garantito il concetto di lavoro e non i posti di lavoro veri e concreti . La cronaca di questi anni che si sono succeduti dopo la crisi del 2008 ancora in atto, si è premurata di smentire la impostazione ideologica neo liberista . In questo disastro tuttavia hanno avuto fortuna i partiti populisti e demagogici piuttosto che le Sinistre tradizionali che sono in rotta ed in ridotta da per tutti nel Mondo . Addirittura il Capitalismo come sta già avvenendo negli USA sta cambiando adesso epidermide come nei rettili. e sta diventando Sovranista ,rimettendo i Dazi che sembravano cancellati dalla storia e sta progettando un modello economico di salvataggio nella chiusura e dominio economico di ampie aree della Terra . Sappiamo dalla storia che questo, quando è accaduto, ha portato a delle guerre ,ma questo ai fini del nostro dire ,è un altro film . Qui ci interessa solo riflettere sul fatto che gli elettorati e l'Italia non fa purtroppo eccezione : sono ancora affascinati dal progetto seducente che narrava la crescita ad libitum dei consumi privati come surrogato in realtà della Libertà . Non tutti forse ricordano che il famoso dissidente russo Solgenitsin che era sfuggito dall' URSS in Occidente alla ricerca della Libertà, era rimasto sconvolto ed orripilato dal cinismo dell'Occidente il cui unico termine di misura era la ricchezza come strumento di distinzione sociale e non la libertà della persona che tuttavia era stata il perno delle rivoluzioni del 1789.  I cittadini occidentali che oggi più prosaicamente dovremmo definire i consumatori occidentali ,desiderano essere garantiti nel loro interesse  a poter continuare a consumare e vivere allegramente come hanno fatto almeno fino al 2008. Ad essi in verità non interessa tanto la Sicurezza e quindi l'uguaglianza . Mi ha colpito e deluso il giudizio che il decano del giornalismo italiano ha dato ad es. di Liberi e Uguali , criticando e non volendo capire ,pare abbia detto :" Liberi Si ,uguali No, le persone non sono Uguali . Egli ha fatto finta di non capire ,voglio sperare ,che "uguali " significasse garantiti tutti almeno i più poveri ed i meno fortunati dallo Stato Sociale . Ecco quindi che vediamo che il concetto di Solidarietà ,redistribuzione delle Risorse ,Equità ,progressività del prelievo fiscale sono diventati quasi se non addirittura dei concetti alieni alla narrazione politica . Le Sinistre potranno reinventarsi un ruolo ed una funzione politica e quindi storica ? È molto difficile rispondere affermativamente a questa semplice domanda . Perché il loro spazio oggi è occupato da demagoghi improvvisati che tentano di sedurre l'elettorato promettendo non sì sa' come il perpetuarsi di quella epoca dei "Balocchi " per tutti grandi e piccini . Per adesso gli elettorati  abituati dalla cultura della veloce obsolescenza della Politica ridotta a Detersivo sembrano credergli .........domani si vedrà  sarà un altro Mondo.
Luca Giordano per Tre Righe .

Dai giornali di oggi 28 marzo

 sul Lazio
In estrema sintesi, su tutti i giornali: Strappo di Leu che si presenta con tre posizioni diverse (una di Mdp, una di Si, una del consigliere regionale eletto) e decide di non entrare in giunta.

 politica italiana

Primo scontro Salvini-Di Maio. Lite sulla premiership (Repubblica p.2).
Per il leader 5S “il premier spetta al partito che ha preso più voti”
(su tutti). “Mi stupisce l'atteggiamento 'o comandiamo noi o niente'”
replica Salvini al Corriere. Ma è scontro anche sul ruolo di Fi. Sulla
Stampa il sondaggio di Piepoli: un italiano su tre vuole un esecutivo
M5S-Lega, meno quotata l'ipotesi di un governo del presidente. Di Maio
preferito come premier (25%) su Gentiloni (20%) e Salvini (19%).
Salta, nel frattempo, l'accordo per le vicepresidenze delle Camere. Il
M5S guarda al Pd, ma per la Lega “è solo un bluff” (Stampa p.4). Dal M5S
segnali ai dem sulle nomine (Corriere p.2).
Salvini al Corriere (in prima e p.3): “Auguri ai 5S se si alleano al
Pd”. Poi ragiona sulla premiership: “Non faccio nomi, ma abbiamo preso 6
mln di voti con il simbolo Salvini premier. Ma il governo per me non è
questione di vita o di morte: non chiederò incarichi al buio, ma solo se
ci saranno i numeri e la possibilità di formare un governo che governi.
Ad oggi – dice Salvini - la probabilità di tornare al voto è del 50%. Se
nessuno è disposto a fare passi indietro, bisognerebbe tornare a
chiedere agli italiani”. Da Fi, intanto è Tajani a rivendicare un ruolo
chiave del partito di Berlusconi: “Senza Fi non si va da nessun parte –
avverte al Corriere (p.5) -. Non esiste l'ipotesi di un governo
centrodestra-M5S con Fi ai margini, senza di noi non c'è centrodestra.
E, siccome Berlusconi è Fi, non accettiamo alcuna conventio ad excludendum”.
Terrorismo, l'allarme del Viminale: “La minaccia della jihad mai così
forte in Italia”. A dirlo alla Stampa (in prima e p.3) è il ministro
Minniti, che commenta le frasi dell'imam di Foggia, che ha invitato a
“sgozzare i cristiani”. “L'indagine di Foggia – dice Minniti – ha
portato alla luce uno scenario agghiacciante, simile a quello di Siria e
Iraq. E' stata dimostrata l'importanza del patto con l'Islam italiano,
chiamato a un'altra grande responsabilità. Ma resta necessario lo
strumento del rimpatrio per ragioni di sicurezza nazionale. Importante
l'unità delle forze politiche”. E Frontex lancia l'allarme: “Verso
l'Italia terroristi con documenti falsi” (Messaggero). Preoccupano per
la sicurezza i flussi da Algeria e Tunisia: secondo Frontex, reduci del
Califfato, mescolati tra i profughi, esibiscono un primo documento
contraffatto, poi uno rilasciato da Paesi Ue. Francia e Germania pronte
a chiedere la proroga dei controlli alle frontiere in deroga a Schengen.

L' ultima di Trump

In questi giorni abbiamo letto  la notizia del nuovo scandalo "rosa" che riguarda il Presidente USA Donald Trump. Durante un'intervista televisiva la nota porno star Danieks Storm ha raccontato di aver avuto una liaison con Trump nel 2006 ed aver subito pesanti minacce che riguardavano la sua incolumità personale nel 2011 e di aver vergato nel 2016 un accordo di riservatezza ,dietro il pagamento di 130 mila dollari . Tralascio i particolari della liaison ,che trovo imbarazzante anche narrare...     In questa sede mi limiterò soltanto a denunciare il carattere e la condotta sessista e violenta del Presidente USA ,che esce a pezzi da questa vicenda ,che se fosse confermata ,segnerebbe il più completo discredito sul Commander in Chief degli Stati Uniti d' America , non tanto per la relazione adulterina del Presidente ma per le minacce ed il tentativo di comprare il silenzio di una vittima delle sue prepotenze e violenze . Sul conto del PresidenUSA incombono pesanti nubi e dubbi. Si prenda ad es.l'indagine che sta svolgendo il Procuratore Speciale Robert Mueller ,che sta indagando sui rapporti tra il Comitato Elettorale di Trump ed il Governo Russo, nonché sulla stessa Trump Organization . Le Indagini di Mueller che riguardano la campagna elettorale che ha portato Trump alla Casa Bianca ,si sta avvicinando sempre di più al Presidente . Anche se il Presidente abbia tentato di ostacolare l'indagine del Procuratore Speciale Mueller ,sembra che l'indagine ,sia pure tra grandi difficoltà, stia procedendo . Rischia di esplodere e costituire uno scandalo capace di investire anche alcuni Stati Europei . Adesso Noi non abbiamo le informazioni per accertate e giudicare se nel caso in esame ,vi siano già gli estremi di responsabilità pubbliche e penali , tuttavia non possiamo esimerci dal dichiararci basiti se non disgustati da quanto si apprende dalla libera stampa . Le condotte assunte da Trump e da i suoi consiglieri appaiono distanti e molto da quelle condotte che rappresenterebbero le cd "Best Practices" in tema di condotta di chi riveste cariche apicali al vertice della Nazione più potente della Terra .  Anche in questo caso desidero smarcarmi da coloro che sostengono che il Popolo Elettore non abbia colpe ,quando vota e sceglie il suo leader . Non sono d'accordo . Sono il Popolo Statunitense ed i suoi elettori che come ai suoi tempi elessero F .D. Roosevelt ,oggi hanno votato ed eletto the Donald. Un candidato che già ai tempi delle elezioni USA aveva dimostrato il suo carattere Sessista ,la sua Iattanza ,la sua Superbia ,la sua posizione poco chiara sul piano dei suoi affari privati ,del suo impero economico e dei suoi rapporti con la Russia ed altre Potenze Straniere . Anche negli USA come in Italia ,un elettorato poco attento se non responsabile ha dimostrato di non avere non solo il Senso dello Stato ,ma neppure la responsabilità sia pure nel disagio e nelle difficoltà di pensare alla cura della Cosa Comune con senso di responsabilità e maturità . Ecco ,che sotto i nostri occhi negli USA come in Italia ,ci troviamo adesso a condividere con i  rappresentanti eletti delle grave e precise responsabilità che non riguardano direttamente solo Noi stessi ma anche le persone a cui vogliamo bene . I Popoli devono essere informati , oggi su questo Pianeta le responsabilità sono cresciute e riguardano tutti ,governati e governanti . Gli errori perdonali ,individuali e collettivi si sommano e malamente assortiti possono condurre a mali irreparabili. Speriamo ad es. che Trump e la sua maldestra Amministrazione non siano tentati per distrarre l'opinione pubblica USA dallo scandalo di tentare un " Coup de Theatre" scatenando magari una rappresaglia militare che non adeguatamente considerata degradi in un conflitto armato.  Speriamo in Italia che il voto con la pancia del 04 marzo u.s. imponga al Paese, che negli anni settanta era malgrado tutto riuscito a sottrarsi al l'involuzione del sistema democratico e repubblicano una caduta di standard civili e democratici ,sarebbe duro da accettare che una crisi mortale del sistema democratico espulsa dalla "porta di casa" possa   rientrare ,non prevista dalla finestra.
 Luca Giordano

27 marzo 2018

LIBERI E UGUALI NON ENTRA NELLA GIUNTA ZINGARETTI

 
 
 
 
 
-LAZIO. LEU: NON CI SONO CONDIZIONI PER ENTRARE IN GIUNTA ZINGARETTI


(DIRE) Roma, 27 mar. - Liberi e Uguali ha deciso di non entrare
nella nuova Giunta Zingaretti. La decisione e' stata comunicata
in una nota di Angelo Fredda e Piero Latino, coordinatori di
Liberi e Uguali Lazio. "Abbiamo consegnato ieri mattina al
presidente Zingaretti la proposta unitaria di LeU per
l'individuazione della figura che avrebbe dovuto ricoprire il
ruolo di assessore nella Giunta Regionale- si legge- Una
ristrettissima rosa di nomi espressione del pluralismo del
movimento. Sono prive di ogni fondamento le ricostruzioni di una
contrapposizione tra i soggetti promotori di Liberi e Uguali,
Art.1- Mdp e SI, che al contrario hanno lavorato da subito per
una soluzione condivisa. Il ruolo di LeU e' stato decisivo per
eleggere Zingaretti: 54mila voti in piu' di Parisi e LeU che
ottiene 88mila voti. Purtroppo, preso atto della mancata risposta
di Zingaretti alla nostra proposta, Liberi e Uguali Lazio ritiene
che non ci siano le condizioni politiche per la partecipazione
alla giunta regionale".
   "Zingaretti- proseguono i due coordinatori- ha strutturato la
Giunta senza coinvolgere nella discussione le forze politiche di
maggioranza. Venerdi' scorso, infatti, abbiamo appreso dalla
stampa la composizione della struttura di governo della Regione
Lazio nonche' la delega che ci era stata attribuita. Per senso di
responsabilita' abbiamo ritenuto opportuno non sollevare
pubblicamente alcuna polemica. Il patto politico e programmatico,
che gli ha consentito di essere riconfermato Presidente della
Regione, Zingaretti lo ha firmato con le forze che oggi
costituiscono LeU e a queste doveva una risposta. È per questa
ragione che al Presidente abbiamo detto con chiarezza che al di
fuori di quella rosa di nomi LeU non sarebbe stata rappresentata,
spiegano Fredda e Latino. Il Consigliere Ognibene ha avanzato una
proposta a titolo personale che, seppur legittima, non puo'
essere messa sullo stesso piano politico di quella formalizzata
ufficialmente a Zingaretti da LeU Lazio".

La dichiarazione di Piero Latino, coordinatore di Liberi e Uguali del Lazio


“Abbiamo consegnato ieri mattina al Presidente Zingaretti la proposta unitaria di LeU sottoponendogli una ristrettissima rosa di nomi - espressione del pluralismo del movimento – per l’individuazione della figura che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di assessore nella Giunta Regionale. Giunta che lo stesso Zingaretti ha strutturato senza coinvolgere nella discussione le forze politiche di maggioranza. Venerdì scorso, infatti, abbiamo appreso dalle agenzie la composizione de.la struttura di governo della Regione nonché la delega che ci era stata attribuita, ma per senso di responsabilità abbiamo ritenuto opportuno non sollevare pubblicamente alcuna polemica”. Lo dichiarano in una nota Angelo Fredda e Piero Latino, coordinatori di Liberi e Uguali Lazio.
“Sono dunque prive di ogni fondamento le ricostruzioni di una contrapposizione tra Art.1-mdp e SI che, al contrario, hanno lavorato da subito per una soluzione condivisa.
Il patto politico e programmatico, che gli ha consentito di essere riconfermato Presidente della Regione, Zingaretti lo ha firmato con le forze che oggi costituiscono LeU e a queste doveva una risposta. È per questa ragione che al Presidente abbiamo detto con chiarezza che al di fuori di quella rosa di nomi LeU non sarebbe stata rappresentata”, continuano i coordinatori di LeU.
“Il Consigliere Ognibene ha avanzato una proposta a titolo personale che, seppur legittima, non può essere messa sullo stesso piano politico di quella formalizzata ufficialmente a Zingaretti da LeU.
Non è in discussione il ruolo decisivo di LeU: Zingaretti perde 300mila voti rispetto a 5 anni fa, si afferma su Parisi per 54mila voti e LeU ottiene 88mila voti. Tuttavia, preso atto della mancata risposta di Zingaretti alla nostra proposta, LeU del Lazio ritiene che non ci siano le condizioni politiche per la partecipazione alla giunta regionale”. Concludono.