10 marzo 2018
Dai giornali di oggi 10 marzo
Mossa di Salvini: governo politico guidato da lui o ritorno alle urne.
“Il Pd? Spero siano a disposizione per dare una via d’uscita al Paese a
prescindere da chi vincerà le loro primarie. Se al centro c’è il lavoro,
il nostro programma ha proposte concrete e realizzabili”. Nessuna
preclusione neanche verso il M5S: primo banco di prova l’elezione dei
presidenti delle Camere. Lega pronta a lasciarne una ai grillini
(Corriere e tutti). Ma Salvini incassa il no secco del Pd. Rosato: “La
Lega non si nasconda dietro a pretesti e governi con chi ha i suoi
stessi programmi e toni”. I parlamentari leghisti – riuniti ieri a
Milano – al dilemma delle alleanze: “I dem sono il nemico”. “Peggio Di
Maio” (Stampa). Bossi alla Stampa: “Salvini diventerà premier solo se
vuole Berlusconi”.
Anche la base dem divisa sul tema alleanze. Il Fatto, sotto tiro per
aver pubblicato il sondaggio di Noto che dava il 59% degli elettori del
Pd favorevoli ad un’alleanza col M5S, rilancia con il sondaggio
Youtrend: assolutamente d’accordo il 24,3%, probabilmente d’accordo
34,8%. Cacciari al Fatto: “I vecchi elettori democratici sono passati ai
5 Stelle, è la stessa gente. Il Pd per salvarsi deve far fuori Renzi e
poi allearsi con i Cinque Stelle. Ma senza partecipare al governo con i
ministri. Ma prima bisognerebbe superare Renzi e in questo momento nel
Pd non c’è nessuno in grado di farlo”. D’Alema al Corriere: “Il Pd si
confronti con i Cinque Stelle: veda se è possibile un programma comune”.
Di Maio carica i nuovi parlamentari: “Fidatevi,andremo a Palazzo Chigi,
ma con un governo, non un governissimo” (Stampa). Peones richiamati
all’ordine su correnti – “avere minoranze crea confusioni” – e
giornalisti: “Niente interviste, non abbiamo più bisogno”. E
naturalmente sui conti: gli eletti in 5 anni verseranno 6 milioni alla
fondazione di Casaleggio. Il Giornale ironizza: “Il reddito di
cittadinanza? 6 milioni a Casaleggio & C”. Neoletti divisi tra Lega e
Pd. E c’è chi teme lo scouting del centrodestra. Ugo Mattei: “Se si
alleano con Salvini tradiscono l’utopia delle origini” (Stampa). Su
Repubblica il richiamo di Grillo dal blog: “Numeri sulla sabbia, la
somma tra M5S, Pd, Leu e radicali”.
Sul Fatto le “trame nazarene” di Berlusconi e Renzi: lo schema è diverso
da quello originale, vista la sconfitta dei due leader, e potrebbe
essere replicato come governo di centrodestra a guida leghista (ma non
salviniana) con il sostegno del Pd renziano. A trattare per questa
ipotesi è Gianni Letta.Anche Verderami sul Corriere dà Letta in grande
movimento, in primo luogo per stoppare ogni tentativo di scouting
leghista tra le fila di Forza Italia, poi per la creazione di un governo
stabile. Ma prendendo tutto il tempo che serve. Libero spinge per le
larghe intese: con Berlusconi e Renzi pronti per il requiem, l’unica
possibilità di salvare è rifare il patto del Nazareno.
Intanto nel Pd parte la sfida Zingaretti-Delrio (Repubblica) ma senza
primarie: il leader scelto dalle correnti (Stampa). Con le dimissioni di
Renzi effettive da lunedì, Martina diventerà reggente per poi puntare a
farsi eleggere all’assemblea prevista in aprile. Ma altri contendenti si
affacciano nella partita. Il primo è stato Zingaretti, con l’intervista
di ieri a Repubblica: con il governatore del Lazio anche quelli di
Torino, Umbria ed Emilia e Orlando. Ma per Renzi quella di Zingaretti è
una candidatura ostile, e si prepara a rilanciare con Delrio. Primo test
interno, l’elezione dei capigruppo, con la Boschi in campo per blindare
Rosato ala Camera, ma così si andrebbe anche alla riconferma di Zanda,
ora ostile a Renzi. E il Giglio magico dell’economia molla Renzi e
guarda a Calenda (Verità). Manager e boiardi di Stato, rimasti senza
coperture politiche, sperano nel ministro fresco di iscrizione al Pd.
Lui si presenta in sezione al circolo di Berlinguer e giura: “Non scalo
il Pd, l’obiettivo è riportare il Pd al 30% altrimenti l’Italia entrerà
in un periodo buio” (Corriere).
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