20 marzo 2018

UNO SHORTINO AD 1 EURO

 
 
                                                         Piazza Bologna ( di una volta)
 
 
 
"Vexata quaestio quella che Marchesini solleva nella sua nota che pubblichiamo a seguire.
I giovani studenti universitari, in particolare quelli fuori sede, da che mondo è mondo, la sera si incontrano in giro in posti possibilmente vicini alle loro abitazioni per trascorrere qualche ora in relax. Lo fanno a Bologna, a Milano, a Bari e in tutte le città che ospitano università importanti. Ma si sa gli studenti sono come i limoni: vanno spremuti a dovere ,poi buttati via e avanti un altro. Infatti i costi dei posti letto, come si può facilmente leggere dai pizzini attaccati su tutti i muri a Piazza Bologna e dintorni, hanno costi proibitivi, per non parlare degli appartamenti. In nero? Molto probabilmente  sì, azzardiamo noi. Allora la sera dopo aver trascorso la giornata a seguire lezioni , si radunano in  luoghi low cost dove poter bere uno "shortino" e chiacchierare in libertà fuori dall'angusto locale spesso e volentieri, anche se fa freddo o piove.
Negli anni '70 per noi  il luogo di ritrovo era Piazza Bologna o qualche bar intorno. Ma non si faceva tardissimo e le conversazioni  erano accompagnate al massimo da una birretta e da un pezzo di pizza al taglio  Anche allora c'era chi protestava e soprattutto anche allora c'era chi sfruttava gli studenti. Ci fosse stata mai allora come ora qualcuno , vedi ad esempio  la Guardia di Finanza che ha il suo comando generale proprio nei paraggi, che avesse aperta un'inchiesta e punito gli evasori? Mai! Allora ,scusateci l'approssimazione, vuol dire che a qualcuno conviene. Ora che la protesta di chi vuole dormire e non vuol sentire il chiasso del chiacchiericcio sottostante si sia trasformato in una reazione criminale, questo ci sembra eccessivo . Ci auguriamo che il vicino commissariato di Villa Ricotti abbia aperto un'indagine per individuare l'autore dell'azione criminale. Se infatti, com'è dimostrato , sfruttare gli studenti non è un reato per la legge non scritta di Piazza Bologna, almeno si perseguano gli autori di azioni scellerate che potrebbero avere conseguenze molto nocive.
Domenico Fischetto
 
 
Sono migliaia i giovani universitari che, avendo pochi soldi in tasca, la sera si riversano a Piazza Bologna o su Viale Ippocrate, o per le strade di San Lorenzo, per incontrarsi e bere insieme qualche birra. Sono quelli di famiglia non benestante delle regioni del Sud iscritti alla Sapienza. Perché gli altri, di famiglie invece benestanti e quindi iscritti alla Luiss o altre università private, si danno appuntamento in ritrovi dove poter stare seduti serviti e riveriti tipo ...il Momart di Via XXI Aprile. E quando gli studenti meno agiati, allegri e brilli strillano e fanno chiasso in centinaia per strada, a chi abita negli appartamenti ai piani sopra sicuramente ciò disturba e il sonno non aiuta. Ma spesso si tratta degli stessi proprietari di casa che agli studenti affittano camere in nero. Ora succede che qualcuno degli inquilini disturbati, esasperato per il chiasso, l'altra sera ha versato dall'alto un secchio non d'acqua per dissuadere dal baccano, bensì colmo di acido corrosivo. Ma possibile che un municipio che ospita migliaia di universitari fuori sede non abbia pensato di predisporre strutture idonee dove far loro trascorrere senza spese esagerate la sera? Ma i giovani vanno bene solo quando studiano al chiuso, pagano camere in nero o partono in guerra per servire la Patria? E se in centinaia si incontrano la sera sui marciapiedi davanti ai bar gli lanciamo in testa un bel secchio di acido per soffocarne l'eccesso di vitalità e allegria? Ma sono più importanti le auto per ospitare le quali si costruiscono ovunque enormi parcheggi sopra e sottoterra?

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