19 marzo 2018

Dai giornali di oggi 19 marzo

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M5S-Lega, cresce l’intesa (Repubblica): non solo l’asse sulle Camere (Corriere), possibile anche il governo insieme (Stampa). A Maroni che in tv dalla Annunziata aveva bollato come “impossibile un governo assieme tra Lega e M5S” replica a stretto giro Salvini in tv dalla D’Urso: “Nulla è impossibile o irrealizzabile”. Legge elettorale con premio di maggioranza, abolizione della Fornero, taglio della pressione fiscale, stretta su immigrazione e sicurezza: caduta l’ipotesi di un governo lampo per la sola legge elettorale, questo, per la Stampa, il programma di massima su cui Salvini e Di Maio potrebbero trovare un’intesa, nel caso in cui il Pd confermasse la sua chiusura al M5S. Per adesso, l’unico accordo che c’è tra Di Maio è Salvini è sulle presidenze delle Camere, ad appannaggio di Lega e M5S. Poi la palla passa a Mattarella per le consultazioni e il sondaggio sui dem. “I mercati finanziari non hanno paura di M5S e Carroccio”, scrive Libero.
Su Repubblica parla Grillo: “L’epoca dei vaffa è finita ma non comincerà quella degli inciuci. L’Italia ora deve riconquistare una visione lunga, a 20 anni. La sfida è cambiare il sistema culturale, il modo di pensare. Siamo rimasti alle idee e alle parole di mezzo secolo fa. Penso che dopo quello che è successo sia tempo di uscire in mare aperto e rovesciare gli schemi”. “Tra 20 anni saremo una nazione di vecchi e nessuno ci pensa: tutti a chiudersi chi fa il presidente, chi il premier, chi il ministro. Servono riforme, risorse, a cominciare dalle pensioni. Un anziano ha un costo annuo superiore allo stipendio del figlio. Dobbiamo pensare a questo, non alle poltrone”. Sull’intesa Di Maio-Salvini Grillo dice: “La specie che sopravvive, in politica, non è la più forte ma quella che si adatta meglio. Noi siamo un po’ democristiani, un po’ di destra, un po’ di sinistra. Possiamo adattarci a qualsiasi cosa a patto che si affermino le nostre idee”. Quanto a lui “io non mollo, continuerò a essere la voce di chi fatica ad andare avanti e dei militanti che lottano per cambiare l’Italia, l’Europa e il mondo. Terrò gli occhi aperti su tutto, anche sui di noi”. Quanto all’Europa”deve rimettersi insieme, ma in modo nuovo. In ogni caso non vedo ragioni per gli allarmi. Ma vi sembra che quella attuale sia un’Europa difendibile? Parla dell’Italia e non vede il mondo”.
Da Berlusconi segnali di guerra a Salvini, sia per le Camere – “non puoi prendere tutto tu” – sia per un eventuale accordo di governo sulla Lega (Stampa). FI pronta a far saltare Lombardia e Liguria, dove il centrodestra governa insieme. Scenario, questo, evocato anche da Maroni ieri in tv, che non solo ha bocciato un governo Lega-Cinque Stelle ma ha anche rilanciato l’idea di un governo di larghe intese, per fare una buona legge elettorale e tornare a votare nel maggio 2019, in concomitanza con le Europee. Maroni ha anche confermato i timori di Berlusconi per l’Opa di Salvini su Forza Italia come pure quello di elezioni anticipati in autunno.
“L’Italia ha bisogno di un governo, anche se ci vorrà tempo. Andare a nuove elezioni produrrebbe un risultato fotocopia e non servirebbe a nulla e – dice Tajani al Corriere- All’Italia serve un governo stabile che tuteli meglio gli interessi del Paese, a Bruxelles ma anche qui da noi. Non si può cavalcare il reddito di cittadinanza, che è un disincentivo al lavoro. Se vogliamo negoziare lo sforamento del 3% dobbiamo farlo per pagare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese, creare un fondo unico per il Sud, mobilitare investimenti privati per il piano Juncker e modernizzando le infrastrutture di rete al Sud. Senza l’Europa non andiamo da nessuna parte”.
Sul Messaggero parla Romani: “Pari dignità tra alleati nel centrodestra e accordo a tre sulle presidenze”. Il senatore azzurro, azzoppato nella corsa alla presidenza del Senato da una condanna per peculato, si difende e contrattacca: “Lotta politica imbarbarita, dal peculato nessuno ha avuto un danno”. E sulle presidenze dice: “Serve un accordo che coinvolga tutti e tre gli schieramenti, senza prove di forze. E nella coalizione pari dignità: il tentativo di fare un governo spetta a Salvini ma le presidente delle Camere sono un’altra cosa”. “Se Salvini dice no alla candidatura di Romani la nostra alleanza è a rischio” dice Schifani a Repubblica. Ma Salvini è pronto a giocare la carta Bongiorno al Senato (Messaggero, Repubblica).
Anche il Pd in fibrillazione: tra i dem torna la voglia di aprire al M5S. Renzi lancia l’altolà: così il Pd si estingue (Messaggero). I fedelissimi di Renzi irritati anche con Veltroni per l’intervista di ieri sul Corriere (Stampa).
Intanto tra riconteggi, resti e ripartizione non c’è ancora certezza sui nuovi parlamentari (Stampa). Libero attacca: “Non sanno contare neanche i loro voti”. A 15 giorni dalle elezioni mancano ancora i nomi definitivi degli eletti. Pronti una trentina di ricorsi. Oggi a Palazzo Madama porte aperte per i neo eletti per avere tutte le informazioni di servizio. Il 23 l’insediamento della Camera a Montecitorio (Sole). Alle prime armi il 35% dei deputati e il 30% dei senatori. “La presidenza della Camera? Una maledizione”, dice a Libero Irene Pivetti. E sulla situazione attuale: “Di Maio è la malattia del Sud, Salvini la cura. La Lega fa paura perché ha progetti rivoluzionai, il M5S è invece funzionale ai poteri forti perché strilla e basta. Ma il governo M5S e Lega è il solo che avrebbe i numeri per stare in piedi. E poi non avrebbe contro nessuno. Né è detto che avrebbe contro i mercati perché sarebbe il governo numericamente più stabile”.

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