31 marzo 2018

NON PERDIAMO LA TESTA





Fin dalla sua nascita, Roma ebbe un tempio dedicato a Giano bifronte: un dio rappresentato da una testa con due facce. Di quel tempio e dei suoi segreti non rimane più alcuna traccia. Rubens proverà a raffigurarlo in una delle sue tele, di cui posto l'immagine. Se ne parla fino al VI secolo d. C., in occasione dell'assedio di Roma da parte dei Goti. Giano è una particolare figura divina. Nessuno lo ha generato ed è chiamato Padre degli déi. Non si conosce l'esatta collocazione del suo tempio nel cuore di Roma, ma io sono convinto contenesse una testa in grado di preservare Roma da qualsiasi attacco. Sono anche convinto che esso non dovesse trovarsi tanto lontano da dove sorge una poco conosciuta, quanto macabra, chiesa di Roma: mi riferisco alla chiesa di San Giovanni Decollato del XVI secolo e alla sua Arciconfraternita, che si "prendeva cura" dei cadaveri dei condannati a morte dall'inquisizione, decapitandoli prima della sepoltura, qualora l'esecuzione non fosse avvenuta per decapitazione, e conservando le teste fino al 24 giugno, giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Giovanni Battista e giono in cui le teste venivano bruciate. C'è uno strano mistero che attraversa l'Occidente e che ha per oggetto una testa. Da quella di Osiride a quella di Giano, alla strana testa asinina che avrebbero adorato i primi cristiani, secondo le accuse riportate da Tertulliano, alla testa di Giovanni Battista, a quella del Baphomet dei templari, al culto delle teste da parte dei Celti fino alla testa di Bran, seppellita con la faccia rivolta verso la Francia sotto la Torre di Londra, a difesa di quella città da ogni eventuale attacco. Una testa che è una delle possibili, quanto intriganti, forme del Graal.
Massimo Frana

Nessun commento:

Posta un commento