29 marzo 2018
Dai giornali di oggi 29 marzo
Duello Salvini-Di Maio, e sullo sfondo l’ultima minaccia: “Si torni al voto” (Repubblica). Braccio di ferro tra i due leader sulla premiership. Salvini: “Di Maio da solo dove va? Lo voglio vedere trovare 90 voti in giro. A noi ne bastano 50”. Di Maio: “Vuole fare il governo con 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri”. In serata l’ultimo affondo di Salvini: “Non ci sto a tirare a campare un anno, discutere di legge elettorale sarebbe devastante. O parte un governo o si va subito al voto”. Salvini dice di non vedersi ministro in un governo Di Maio: “Il centrodestra ha preso più voti, il candidato presidente del Consiglio deve essere di centrodestra”. Sulla Stampa la fronda “governista” nel M5S che secondo Salvini dovrebbe mettere in difficoltà Di Maio: ci sarebbero settori grillini critici con l’idea di Di Maio di arrivare a sacrificare ministri e programmi pur di arrivare a un governo con lui premier. “Di Maio non si può impuntare così, l’elettorato non capirebbe”, i rumors. E Salvini aspetta che le contraddizioni esplodano.
Con i dem lo scontro invece è sulle nomine di Camera e Senato (Repubblica). Obiettivo del M5S è non far toccare palla al Pd dove si decide su vitalizi e taglio dei costi del Parlamento. Alla fine ai dem va una vicepresidente del Senato (la Rossomando, quota Orlando) ma nessun questore. Oggi si passa alla Camera. Le consultazioni del presidente Mattarella inizieranno il 4 aprile (Corriere).
Berlusconi e Forza Italia vogliono “a tutti i costi” far parte della prossima maggioranza di governo, qualunque sia. L’ex premier pensa a una delegazione di spicco di Forza Italia e addirittura a lui come ministro degli Esteri (Corriere, Messaggero).
Renzi fermo sulla chiusura ai Cinque Stelle: “I gruppi li controllo ancora io”. E spinge Delrio verso la segreteria. Ma l’ex ministro nicchia (Repubblica, Messaggero). Richetti al Corriere: “Il Pd rischia l’estinzione, può ritrovare il suo popolo solo ripartendo dall’opposizione”. Quanto al gioco del governo “sia il M5S che la Lega usano il Pd per mandarsi i messaggi. Trovo aberrante pensare che se il M5S no trova i voti della Lega noi dobbiamo metterci i nostri. La sola idea che una forza politica possa indifferentemente allearsi con noi o con Salvini è la fine della politica”.
Sul Corriere il retroscena di Verderami in vista delle consultazioni del Colle: Mattarella avrebbe intenzione di fare due giri di consultazioni, evitando così di bruciare Salvini e Di Maio. Ma l’extra time concesso non risparmia a Di Maio la difficile scelta se accomodarsi al governo con i voti di Berlusconi o evitare. Di questo discutono Salvini e Di Maio nel continuo scambio di sms. Ma sullo sfondo Salvini sospetta i grillini di doppiogiochismo. Oggi l’incontro chiesto dal M5S sul programma: Salvini andrà con FI ma senza Fdi.
Zingaretti-bis, il 5S dicono sì (Tempo p.9): nel giro di consultazioni, il governatore mette al tavolo dei grillini le presidenze delle commissioni Ambiente e Infrastrutture. La Lombardi apre a Zingaretti per “un periodo di prova fino all'estate”, mentre Pirozzi si sfila e torna a parlare di “sfiducia”. Intanto, il governatore fa i conti con il no di Leu, che ha fatto sapere: “Il patto è sciolto, via dalla giunta” (Foglio p.7). A scatenare il passo indietro di Leu i dissensi sul nome del possibile assessore al lavoro, e il non intervento di Zingaretti, al quale, al momento, l'appoggio esterno dell'unico consigliere Leu, Ognibene, non dovrebbe mancare. “La questione non riguarda la poltrona – dice D'Attorre al Foglio -. E' mancata la possibilità di discutere in modo collegiale un programma condiviso. Il problema non è di Berardino al Lavoro, ma il metodo: Zingaretti si è confrontato con il consigliere di Leu per garantirsi il suo sostegno, ma non spetta ai singoli consiglieri dare il parere sulla giunta. Comunque avvertiamo la responsabilità, il Lazio deve restare un esempio di governo di una coalizione larga Pd-Leu. E' il momento di mediare bene su come valorizzare al meglio questo modello Lazio”.
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