19 marzo 2018

Le riflessioni di Pradella: GIROTONDO

Cosa fare? Credo ci sia molto poco da fare.
Io non so fare previsioni. Tutto mi sembra, se non probabile, almeno possibile.
Credo però, che con più o meno turbolenze, si arriverà alla sottomissione alle regole che governano incontrastate ovunque.
Così, per alimentare la discussione, provo a proporre qualche scenario:
Il M5S forma il governo con l’appoggio del PD.
La posizione iniziale di tipo nazionalista è già stata depotenziata dallo stesso Di Maio. Il PD ne pretenderà probabilmente l’eliminazione o quasi.
Rimane allora in piedi come dirimente necessaria e irrinunciabile il “reddito di cittadinanza”
Poichè le regole che governano il lavoro non sono modificabili con meri atti legislativi, tutto quello che può succedere è che si abbia un limitato miglioramento dei livelli occupazionali in virtù di una corretta applicazione della procedura prevista e la realizzazione di una politica attiva di promozione della riqualificazione dei lavoratori e dei disoccupati di lungo corso (se sarà messa la museruola ai grandi burocrati).
In ogni caso per i nove milioni previsti come destinatari del sussidio, la strada sarà molto lunga e impervia. Faranno tempo a rendersi conto che è possibile soltanto  - per la stragrande maggioranza – un tipo di impiego: quello precario. Niente di più di quello che c’era prima
Dal punto di vista dei costi e delle coperture, i 18 miliardi considerati dal Movimento  - anche in virtù della accettazione dei vincoli di bilancio pretesi dalla U.E. – saranno da moltiplicare. L’allocazione delle risorse diventerà difficoltosa e le priorità saranno probabilmente da rivedere.
Il M5S verrà considerato “riformista” come era il PD e perderà appeal. Parte della colpa del fallimento verrà riversato sul PD, che ha zavorrato lo slancio.
Vero o falso – propendo per il falso – il PD perderà ancora consenso.
 
Il PD non appoggia il M5S
L’ipotesi più probabile sarà una posizione almeno inizialmente aventiniana.
Nessuno avendo i numeri per la fiducia, sarà possibile un governo del presidente o un governo M5S/lega, limitato esplicitamente nel tempo, con lo scopo di rifare la legge elettorale e tornare subito alle urne per consentire una necessaria programmazione economica dovuta.
In questo caso, sia il M5S che la lega non avranno dovuto mettersi alla prova, governando. La loro immacolatezza di rivoluzionari (non riformisti) intelligenti sarà intatta.
Qualunque sia la legge elettorale, M5S e lega aumenteranno i loro consensi.
Sono propenso a credere che la nuova legge darà un premio al partito vincente e non alla coalizione. Salvini, ci potrà vedere la possibilità di fagocitare F.I., cosa non vera se il premio andasse alla coalizione, dove potrebbe dover fare i conti con Berlusconi.
In ogni caso il PD perderebbe ulteriori consensi a favore del M5S.
 
Si potrebbe avere una ipotesi di governo della coalizione di centro destra, se Berlusconi trovasse il modo di conquistare una parte dei voti PD, che rimangono necessari comunque.
Le conseguenze per il paese sarebbero, a mio avviso, catastrofiche, a causa del fallimento della flat tax e dell’isolamento in cui l’Italia si verrebbe a trovare in Europa. Il governo non finirebbe probabilmente  il mandato e si tornerebbe a un governo tipo Monti.
In ogni caso, il PD, spaccato, con una parte alla corte di Berlusconi, perderebbe credibilità e, massicciamente, consensi.
 
Alla fine, l’unica possibilità, sarà, per il paese, quella di tornare all’ovile secondo le regole del capitalismo finanziario, cui si era piegato il PD:
Vittoria del privato; concorrenza senza quartiere ad ogni livello, nazionale e internazionale; tecnologia e innovazione indispensabili; lavoro come fattore di produzione e conseguente assoluta liberalizzazione del lavoro;  "precariatizzazione" della maggioranza; consumismo e individualismo.
Esattamente quello che c’era prima.
La differenza – perchè differenza nella politica politicante ci dovrà essere – sarà:
scomparsa dei partiti e dei movimenti riformisti (PD) e pseudo riformisti (M5S).
Presenza virulenta di una destra xenofoba e nazionalista di stampo fascistoide.
Nascita di un nuovo partito – ben inserito nell’alveo europeo appoggiato dai poteri davvero forti nazionali, europei e internazionali – diverso (nominalmente) dal PD e da ogni altro preesistente al terremoto.
Sarà necessario un leader per questo partito come è successo per Macron in Francia (la cui politica non è diversa da quella di Hollande, alla fine di assoluto carattere liberista). La maggioranza necessaria non sarà irraggiungibile, anzi, così come è successo in Francia.  
Candidati possibili? Non molti, ma certamente Renzi. Compito: isolare il suprematismo fascistoide e governare secondo le regole della finanza, in armonia con l’ Europa. Forse per superare persino, in un gruppo non grande di paesi, gli eccessi di nazionalismo.
Sempre sulla china del collasso del sistema , ma almeno per un certo periodo, non peggiore dei riformismi che hanno fallito.
 
 
Umberto Pradella

Nessun commento:

Posta un commento