Pubblichiamo la testimonianza di un ex militante del Partito Democratico, che dal suo osservatorio ci fornisce la sua lettura di quali siano state le possibili cause che hanno portato ai risultati elettorali del 4 marzo.
A compendio del suo intervento, pubblichiamo i dati delle elezioni sia per la Regione che per la Camera suddivisi per i quartieri di Roma, dove è tangibilmente visibile la battuta d'arresto subita dal Partito Democratico.Praticamente in tutti i quartieri tranne che nelle "roccaforti" che hanno espresso il minisindaco del PD ( I e II Municipio) a differenza dei risultati delle regionali, dove il fattore uomo , Nicola Zingaretti, ha fatto la differenza.
D.F.
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Fra i diversi filoni di analisi sul tracollo del PD, vorrei portare la mia testimonianza su una vicenda in cui si intrecciano i peggiori aspetti della fusione con gli ex DC, il distacco dal territorio , la trasformazione delle sezioni, una volta luogo di ascolto, di formazione e selezione di una nuova classe dirigente, in luogo di pura gestione del sottopotere.
A compendio del suo intervento, pubblichiamo i dati delle elezioni sia per la Regione che per la Camera suddivisi per i quartieri di Roma, dove è tangibilmente visibile la battuta d'arresto subita dal Partito Democratico.Praticamente in tutti i quartieri tranne che nelle "roccaforti" che hanno espresso il minisindaco del PD ( I e II Municipio) a differenza dei risultati delle regionali, dove il fattore uomo , Nicola Zingaretti, ha fatto la differenza.
D.F.
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Fra i diversi filoni di analisi sul tracollo del PD, vorrei portare la mia testimonianza su una vicenda in cui si intrecciano i peggiori aspetti della fusione con gli ex DC, il distacco dal territorio , la trasformazione delle sezioni, una volta luogo di ascolto, di formazione e selezione di una nuova classe dirigente, in luogo di pura gestione del sottopotere.
Gia’ a meta’ degli anni 2000 era evidente come i DS fossero divenuti sempre piu’ sordi ai segnali del territorio: ricordo una lettera a Repubblica di un funzionario del Quirinale che diceva “aiuto sono di sinistra ma sto diventando razzista”, cui Veltroni dette una pubblica risposta fatta solo di belle parole senza seguito. Io stesso, in una lettera a Repubblica denunciai l’atteggiamento di sordita’ del Partito difronte al crescente disagio metropolitano. Augias mi rispose (30 marzo 2005) profetizzando le ovvie ricadute sul risultato elettorale successivo. Facile profeta!
La cd “fusione fredda” ha poi accentuato la distanza dai problemi reali del territorio, della “gente”.
All’inizio trovavo stimolante il confronto con tanti cattolici, ricchi di senso della cosa pubblica, rigore morale e di formazione culturale non dissimile dalla mia. Poi, in sezione sono arrivati quelli della peggior DC, quelli che, confondendo i termini fra trattativa e spartizione, ti spiegavano come saper “spartire” fra le varie “componenti” fosse cosa da “uomini di mondo” e non una porcata devastante. Non che gli ex DS fossero immuni da quelle degenerazioni della gestione del potere, ma a quel punto, quasi per contagio, il sistema spartitorio divenne la scuola di pensiero dominante. Nella sezione, diventata circolo, la discussione politica vera e propria divenne solo apparenza, il rapporto bidirezionale col Partito sempre piu’ rarefatto e comunque non incisivo. Di fatto, poiche’ anche le scelte di politica territoriale erano in realta’ scelte di potere spartitorio, in sezione non si parlava piu’ di cose concrete, si parlava d’altro, si distraeva il popolo discettando per mesi di cose fumose e distanti, come la vexata quaestio dell’adesione al PSE. I militanti, la base, non ebbero piu’ voce su nulla, a meno che non fossero in gara per qualche carica politica o presidenza di municipalizzata e quindi di fatto acconciati al nuovo Cencelli.
Cosi, ad esempio, nel mio territorio (il II Municipio di Roma ndr), chi voleva portare nel partito le aspettative, le richieste di quella parte di popolazione che pativa il degrado di un territorio interessato alla trasformazione della stazione Tiburtina, continuava ad essere osteggiato e intimidito in ogni modo. Nel Partito, a salvaguardia degli interessi piu’ oscuri legati a quella trasformazione, si erano insediati in posizioni incisive personaggi cresciuti all’ombra di alcuni protagonisti di una delle grandi tangentopoli del Paese. Il Partito, nei suoi organi politici territoriali e nazionali, conosceva e avallava totalmente una situazione, per quella ed altre vicende, divenuta via via sempre piu’ grave, sino ad arrivare al commissariamento della federazione romana. Poi si e’ arrivati alla somma ipocrisia di affidare a Barca quell’indagine conoscitiva che lo stesso partito ha affossato per non trarne le conseguenze.
Per questo, finche’ nel PD resta quel gruppo dirigente, dal suo Presidente in giu’, io ne restero’ lontano.
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