13 marzo 2018

Le riflessioni di Pradella: NOIA

Ho visto Richetti e Carofiglio dalla Gruber.( trasmesso sulla Sette il 12 marzo alle 20,30 ndr)
Non la pensano allo stesso modo, ma sono riformisti.
Non si trova più un conservatore per tutto l’oro del mondo.
Riformano tutto tutti: Salvini, Di Maio, Bersani, Meloni... così tanto che la rottamazione sembra uno scherzo.
E fuori non parliamone: Trump, Macron,...persino la Merkel si offenderebbe se dicessero che è una conservatrice.
Si riforma tutto tranne la competizione tra individui, imprese, stati, continenti. C’è poco lavoro per gli umani e bisogna strapparselo di mano.
C’è bisogno di campioni nazionali. Prima noi e poi tutti gli altri; lo dicono tutti. Anche quelli che non lo dicono, lo pensano.
Bisogna crescere e per crescere bisogna consumare e quindi produrre e si produce se si fa profitto e il profitto deve essere investito dove rende di più e rende di più nella finanza.
Non si scappa e io mi sto annoiando. Almeno per un poco di tempo cerco altrove.
Quando mi capita mi dedico al pettegolezzo.
Forse pettegolezzo è troppo. Leggo di storia sotto forma di cronaca.
Così sto leggendo:
La cartolina di Gramsci di Noemi Ghetti e scopro che a Gramsci piaceva molto il futurismo fascista e molto Marinetti
Sto anche leggendo 1913 di Florian Illies e ho scoperto che, nei primi mesi del 1913, prima che scoppiasse il finimondo, a Vienna c’erano insieme, senza saperlo, Stalin che studiava la questione della nazionalità nella camera degli ospiti di casa Trojanovskij (dove alloggiava anche Lenin, quando era a Vienna).
Hitler che  dipingeva acquerelli in un dormitorio pubblico.
e Josip Broz (che sarà meglio conosciuto come Tito) che girava in Ringstrasse per testare il comportamento in curva delle automobili.
Forse voi lo sapevate già, ma per me è nuovo.
Finiti questi ne ho pronti altri tre:
L’incredibile cena dei fisici quantistici di Gabriella Greison
Gli ultimi libertini di Benedetta Craveri
E il frivolo A Parigi con Colette di angelo Molica Franco.
Così, almeno per un poco, non seguo con troppa attenzione la nomina dei presidenti, il DEF, le  consultazioni....e il destino dell’Italia.
Sarò redarguito?
Come si dice: me ne farò una ragione.
Pazienza
Umberto Pradella

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