25 marzo 2018
Dai giornali di oggi 25 marzo
Tiene l'accordo M5S-Centrodestra, si sblocca l'impasse delle Camere: Casellati al Senato, Fico a Montecitorio (Sole e tutti). Adesso avanti tutta sul governo insieme (Repubblica). Secondo il Messaggero sulla strada verso Palazzo Chigi, l'ostacolo principale è la premiership: l'ipotesi di un “nome terzo” se l'accordo si rivelasse impossibile. L'altra criticità riguarda il ruolo di Fi (Giornale): visto l'accordo di ieri, gli azzurri potrebbero non essere apertamente ostili. Ma il M5S mette i paletti a Fi, e dice no al governo breve, sperando di tenere fuori gli azzurri (Stampa). Salvini però frena, e parla di “accordo sul programma” e “niente liste di proscrizione”.
Ieri le dimissioni di Gentiloni: resterà in carica per gli “affari correnti” (su tutti). “Ora tocca ai partiti” avverte il Colle. Dal 3 aprile le consultazioni, le condizioni del Quirinale: intese forti, programmi in linea con le emergenze, nomi di alto profilo (Corriere p.3).
Di Maio al Corriere: “Quella della guida delle Camere è una partita slegata da quella del governo, ma da oggi chi vuole lavorare per i cittadini sa che c'è un forza seria che dialoga sulle priorità dei cittadini. I temi sono: taglio delle tasse, superamento della Fornero, welfare per le famiglie, lotta alla disoccupazione giovanile. Salvini? Sa mantenere la parola, ma dialogo aperto a tutti”. QN intervista Fraccaro che, dopo il passo indietro che ha spianato la strada a Fico, dice: “E' iniziata la terza Repubblica: vogliamo assumerci la responsabilità di dare un governo, disposti al dialogo, ma le priorità sono: lavoro, immigrazione, tasse e sicurezza”.
Centrodestra, dopo 24 ore di spaccatura, vince il Salvini regista (Sole). Ma il segretario del Carroccio rassicura Berlusconi: si riparte dal centrodestra (Messaggero). “Siamo stati la colla che ha riunito il centrodestra sul buonsenso – ha detto Salvini dopo le votazioni -. E un centrodestra saldo è un buon punto di partenza anche per Mattarella” (Corriere). Fi si spacca sulla rinuncia a Romani in favore di Casellati, ma Berlusconi dice: “Accordo per il bene del Paese. Ciò non prefigura la collaborazione per l'esecutivo” (Giornale). “Silvio stavolta non ha fatto il leader - si sfoga Romani (Messaggero e tutti) -. Fi ormai è un partito a sovranità limitata”. Ma Schifani al Mattino spiega: “Ci sono malumori, ma Fi non abdicherà mai alla propria identità”. Meloni al Corriere: “Quello di Salvini è stato un gesto rischioso, ma era un messaggio a Berlusconi. Ora continueremo a rivendicare l'incarico di governo a noi, per Salvini. Colmeremo i voti mancanti con un appello trasversale su precisi punti di programma”.
Centrosinistra, sul Corriere parla il reggente dem, Martina: “Con l'accordo sulle Camere cadono gli antichi simboli: l'antiberlusconismo del M5S e la rappresentazione che Fi dava dei grillini. Noi siamo minoranza parlamentare, la sfida è preparare l'alternativa di centrosinistra”. Renzi esulta per il Pd immobile. Ma Zanda avverte: “Rischiamo la liquidazione” (Repubblica). L'ex segretario rivendica la strategia dell'Aventino. Violante alla Stampa: “A Renzi serve una quarantena. Ora il partito non deve chiudere a Di Maio”.
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