22 marzo 2018

Coordinamento democrazia costituzionale Roma: Documento Direttivo






 

Documento del Consiglio direttivo del CDC - 19/3/2018

 

Nella legislatura ormai terminata c'è stato un grave tentativo di manomettere la Costituzione, respinto dalla vittoria del No nel referendum del 4 dicembre 2016 e noi siamo orgogliosi di avere contribuito a questo risultato.

Purtroppo dopo la vittoria del No è stata approvata una legge elettorale nefasta, che il parlamento non ha potuto esaminare ma solo approvare a scatola chiusa con il ricatto di ben 8 voti di fiducia tra Camera e Senato. Voti di fiducia chiesti dal governo Gentiloni che pure aveva dichiarato al suo insediamento che avrebbe lasciato al parlamento il compito di approvare la nuova legge elettorale, salvo cambiare posizione senza alcuna giustificazione, se non favorire questa forzatura.

La legge elettorale con cui abbiamo votato il 4 marzo (rosatellum) è frutto di un accordo di vertice tra Pd, Forza Itala e Lega. E' una legge che ha impedito agli elettori di scegliere i loro rappresentanti, infatti i parlamentari ancora una volta sono stati nominati dall'alto.

Il risultato del voto ha sconvolto molte previsioni, la Lega ha superato FI e il M5 Stelle è andato oltre il 32 %, il Pd è stato pesantemente punito, la sinistra ha avuto un risultato deludente.

Il risultato del voto pone più che mai al nostro Coordinamento l'esigenza di vigilare, di insistere nelle iniziative avviate come le 3 leggi di iniziativa popolare, di preparare un movimento forte e culturalmente attrezzato per respingere i nuovi attacchi alla Costituzione, proposti o prevedibili. Per capovolgere slogan altrui: è giunto il momento che tanti gufi tornino a volare.

La Costituzione resta sotto attacco. Solo il voto del 4 dicembre 2016 ha bloccato la deformazione della Costituzione, ma oggi un Ministro in carica non ha trovato di meglio che proporre che questa diventi una legislatura costituente. Di nuovo la tentazione di cambiare la Costituzione. Questa proposta è sconsiderata ed inaccettabile, sintomo di una confusione politica in cui il problema sembra diventare quello di contraddire il voto dei cittadini con tentativi approssimati e sbagliati di attacco alla Costituzione.

Non si tratta solo di questo. E' chiaro che verranno ritentati attacchi per snaturare l'assetto istituzionale delineato dalla nostra Costituzione, fondato sul ruolo del parlamento e sulla divisione dei poteri, compreso l'obiettivo di una deriva presidenzialista.

Chi vuole lo snaturamento della Costituzione ha bisogno di una nuova legge elettorale maggioritaria che mantenga nelle mani dei capi partito le decisioni sui parlamentari da eleggere e restringa la rappresentanza nel solco di un bipolarismo forzato.

Di fronte a questo quadro molto preoccupante tocca al civismo che si è impegnato nella battaglia del 4 dicembre, ai cittadini che vogliono difendere le istituzioni parlamentari repubblicane, tocca a noi, al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, tenere viva la fiaccola dei valori costituzionali. Consapevoli dei nostri limiti e delle nostre difficoltà ma, tuttavia, consapevoli che siamo una delle poche risorse per contrastare la deriva politica e culturale riproposta dal coloro che intendono disattendere il voto popolare del Referendum.

Servono la nostra voce e le nostre campagne.

Per questo assume un ruolo ancora più importante oggi la proposta di iniziativa popolare su cui stiamo raccogliendo le firme, con l'obiettivo di arrivare ad una legge elettorale che consegni ai cittadini la scelta dei parlamentari da eleggere e mantenga un impianto proporzionale, respingendo premi di maggioranza e altre alterazioni della pari dignità del voto dei cittadini. Inoltre sosteniamo le iniziative del gruppo degli avvocati che fanno riferimento al nostro coordinamento per chiedere un giudizio di incostituzionalità della Corte.

Dobbiamo rilanciare la raccolta di firme su tutte e tre le leggi di iniziativa popolare che vogliamo consegnare alla fine di giugno al Senato per utilizzare la corsia privilegiata per le Pdl di iniziativa popolare prevista dal nuovo regolamento.

La nostra proposta di legge di iniziativa popolare sull'art 81 e i diritti fondamentali non è una modifica della Costituzione ma il tentativo di cancellare la modifica già introdotta nel 2012, con modalità che hanno impedito il referendum. Modifica che ha previsto il pareggio di bilancio in Costituzione, costringendo di volta in volta i governi a mendicare flessibilità dall'Europa e di fatto frenando la possibilità di attuare politiche di sviluppo e di occupazione attraverso iniziative adeguate di tutto il sistema pubblico.

Inoltre siamo pienamente impegnati a sostegno della proposta di legge sulla scuola per introdurre riforme sostanziali nei provvedimenti che si sono stratificati dal 2007 fino alla legge del governo Renzi. La scuola è decisiva per il futuro del paese, dei giovani, della crescita complessiva del nostro paese e per questo obiettivo è centrale il riconoscimento del ruolo fondamentale degli insegnanti, oggi schiacciato da una concezione arretrata e gerarchica della scuola anzichè sulla mobilitazione dei saperi. Le 3 leggi di iniziativa popolare sono le nostre più importanti iniziative in questa fase per portare nella discussione pubblica e parlamentare alcune questioni di fondo e insieme per organizzare la mobilitazione attiva dei cittadini che in una situazione aperta, per certi versi confusa come è quella attuale debbono essere vigili, partecipi e in grado di mobilitarsi per grandi obiettivi, sempre coerenti con la nostra Costituzione.

Confermiamo il nostro impegno a sostegno della raccolta di firme proposta dall'Anpi: “Mai più fascismi e razzismi”.

Ci rivolgiamo alle associazioni e ai partiti e ai movimenti (invitando tutti i Comitati ad aprire un confronto nei territori) che con noi hanno condotto battaglie importanti in nome della Costituzione per chiedere il loro pieno sostegno alla raccolta delle firme in cui siamo pienamente impegnati.

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