16 marzo 2018

PRESIDENZA CAMERE

 
 
 
 
 
Apertura di metodo al M5S da Lega e PD
 
Dopo il primo contatto telefonico tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i due capigruppo grillini hanno incontrato Pietro Grasso, Maurizio Martina e gli esponenti del centro destra.
Al telefono con il leader della Lega, il grillino di Maio sembra aver sottolineato che, con il 32% di voti e con il 36% di Deputati eletti, la presidenza della Camera spetti al M5S. “Questo ci permetterà di portare avanti, a partire dall'Ufficio di Presidenza, la nostra battaglia per l'abolizione dei vitalizi e tanto altro. Così come Salvini ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, anche io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega”, scrive il leader pentastellato sul blog del movimento.
Infatti Danilo Toninelli e Giulia Grillo, nel primo giro di consultazioni hanno incassato “un’apertura di metodo” da parte del Pd e della Lega.
 
C’è invece tensione e timore in casa Forza Italia. Silvio Berlusconi, da sempre attento ai sondaggi e alle previsioni, cerca di evitare il voto anticipato proponendo un’alleanza con i democratici. Dagli studi alcuni autorevoli istituti di sondaggi italiani emerge che, se si tornasse a votare entro l’anno, il Movimento 5 Stelle arriverebbe al 35% e la Lega al 20% lasciano Forza Italia al 10% e il Partito Democratico al 15%.  Quindi per Berlusconi il voto in questa fase è da evitare come la peste e forse anche il PD dovrebbe evitarlo con tutta la propria forza.  
 
La teoria andreottiana de “il potere logora chi non ce l’ha” è dunque un evergreen della politica? Eppure se volessero governare, cosa che sembra molto improbabile, Di Maio e Salvini, condivisa la scelta della presidenza delle due Camere, potrebbero trovare degli accordi almeno su tre punti: Pensioni, fisco e reddito minimo di cittadinanza. Ma forse sarà più forte l’impeto di approvare una legge elettorale di stampo maggioritario e distruggere definitivamente tutto ciò che oggi potrebbe in qualche modo ostacolare un esercizio di  leadership di impronta dispotica.  Allora, se è vero che “se uno non vuole, due non litigano” è vero anche il contrario, se c’è una reale voglia di governare il Paese si può fare.
 
C’è solo una certezza, il Movimento 5 Stelle – figlio del vaffaday – ormai è entrato a pieno titolo a far parte del sistema contro cui manifestava. E ancora una volta il grande Rino Gaetano risulta essere più attuale che mai perché in fondo “partono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano sono tutti pompieri”. 

Maura Pisciarelli

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