31 marzo 2018

Dai giornali di oggi 31 marzo



IN PRIMA PAGINA
Israele attacca Hamas: 15 morti e 1.400 feriti (Fatto). In primo piano su tutti i giornali la guerra di Pasqua (QN): 30 mila marciano contro Israele (Stampa), strage alla marcia su Gaza (Repubblica). Israele a un passo dalla guerra (Giornale).
In Italia lo scontro è politico ed è tra i leader di M5S e Lega. Di Maio insiste: io premier. Ultimatum di Salvini: “Ora basta chiacchiere” (QN). Nessun leader, per ora, avrà l’incarico (Corriere). Ma nel M5S il 58% della base vuole l’intesa con la Lega. Per il Messaggero servirà almeno un mese per avere il governo: al primo punto il taglio dei vitalizi. Fico al Fatto: “Ora nuove regole contro i voltagabbana e le indennità”. Berlusconi tenta la riabilitazione per rientrare in gioco (Giornale), nel Pd mossa anti-Renzi: “Governo col M5S ma senza Di Maio” (Stampa). Delrio al Corriere: “Tra Pd e Cinque Stelle la distanza è sostanziale”. Flick alla Stampa: “Con la logica dei veti incrociati si torna al voto”. Su Repubblica e Fatto l’indagine sui 48 milioni della Lega tra Svizzera e Paradisi fiscali. Ombre su Salvini.
Tra politica e finanza la svolta fra Mediaset e Sky: alleanza su pay tv e digitale (Sole e tutti). Dal calcio a Tim, effetti a catena (Repubblica). Per Alitalia in pista un socio italiano che vuol comprare la maggioranza (Messaggero).
In cronaca, gli sviluppi dell’inchiesta sull’Isis: basi a Roma con la regia a Berlino (Messaggero). Ma il capo dell’Antimafia De Raho smorza gli allarmi del governo. Il Fatto: qualcuno sta esagerando.
Sul Corriere il caso dei 500 migranti “fantasmi”: mezzo milione di persone fuggite dai centri di accoglienza o messi alla porta, che vagano invisibili in Italia. Sul Fatto migranti e partenze: la Libia è la nuova colonia dell’Italia. Il Giornale contro gli immigrati: non salveranno il Paese, lo dice anche Bankitalia.

ITALIA-ECONOMIA
Riparte l’inflazione: in Italia più 0,9% (Messaggero, Sole e altri). A marzo i prezzi al consumo risalgono, trainati da alimentari, tabacchi e trasporti. Ma siamo ancora lontani dal target Bce del 2%. Più vicine Francia e Germania, al più 1,5% e questo riapre il dibattito sulle mosse della Banca centrale europea: più vicina la stretta sul programma di acquisto titoli (a fine anno) e il rialzo dei tassi di interesse (primavera 2019) (Avvenire). Per i consumatori diventa più caro il carrello della spesa e le associazioni lanciano l’allarme: per una famiglia-tipo con due figli aumenti intorno ai 352 euro annui.
Giovani e lavoro, contro la disoccupazione aumentano gli impieghi nel fine settimana e nei giorni festivi: sul Messaggero i dati Eurostat vedono i giovani italiani e greci in testa alla classifica dei lavoratori del week end. Nel 2016 il 40% degli occupati italiani tra 20 e 34 anni ha lavorato “abitualmente” il sabato e la domenica. Disponibili nel week end ma non ad allontanarsi da casa: in Italia solo il 2% di giovani è pronto a cambiare residenza pur di lavorare, contro una media Ue del 90%. Su Avvenire il “no” di Camusso e Furlan al lavoro a Pasqua nei centri commerciali. Cgil, Cisl e Uil di categoria proclama due giorni di sciopero per Pasqua e Pasquetta in tutti gli esercizi di Toscana, Emilia, Lazio, Puglia e Sicilia, con la possibilità di estendere la protesta al 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Furlan (Cisl): “Bisogna riaffidare questa materia alla contrattazione tra comuni, aziende e sindacati in modo da garantire flessibilità negli orari, maggiore retribuzione per i lavoratori e volontarietà della prestazione festiva o domenicale. Non esiste un diritto allo shopping anche a Pasqua o Natale”. Camusso (Cgil): “La liberalizzazione introdotta da Monti mostra tutti i suoi limiti. E’ necessario passare a un’altra stagione che regoli gli orari e la possibilità dei lavoratori della grande distribuzione di non avere quel carico addosso”. Contro la deregulation del commercio anche la Confesercenti: “E’ stata un disastro anche per i negozi indipendenti, che non sono stati in grado di competere con le aperture dei grandi”.
ITALIA-POLITICA
Di Maio insiste: io premier. Ultimatum di Salvini: “Ora basta chiacchiere” (QN). La sfida a distanza tra i due leader continua, con Salvini che punta sul voto alle Regionali di Friuli e Molise per dare “un segnale al Quirinale” e rilancia sul programma del centrodestra quale base del nuovo governo, mentre Di Maio insiste sulla sua premiership e sul veto a Berlusconi, ma non ai voti di Forza Italia. Ma il canale diretto tra i due resiste, in vista dell’incontro di mercoledì prossimo. Sul Fatto intervista a Roberto Fico: “La mia presidenza era nelle cose. Il M5S ha ottenuto un risultato straordinario, era giusto che ottenesse la presidenza della Camera. Io scelto come volto storico del M5S e perché da tutti  mi è stato riconosciuto il mio ruolo istituzionale come presidente della Vigilanza Rai”. Ma l’accordo sulle Camere non è il prologo di quello sul governo. Quanto al Parlamento “vanno scoraggiati i cambi di casacca e tagliati i costi della politica. Io ho rinunciato all’indennità aggiuntiva da presidente. Chiederemo ai rappresentanti di ogni forza politica che rinuncino alle indennità dei ruoli. La gente deve essere riavvicinata alle istituzioni e alla politica e servono gesti concreti”.
Scintille tra Salvini e Berlusconi sull’ipotesi di un ritorno alle urne, con la Lega che sta divorando gli azzurri. Salvini: elezioni meglio di un governo a tutti i costi (Stampa). Per il Fatto la prima prova saranno le Comunali del 10 giugno, con la Lega che vuole mangiarsi Forza Italia (Fatto). Spaccatura anche nel Pd, dove cresce la fronda a Renzi che punta all’intesa col M5S. Per il Messaggero, in uno scenario così fluido, servirà almeno un mese per fare il governo. E se il premier incaricato non dovesse avere successo il Quirinale si attiverà per un governo di tregua, che potrebbe vedere in campo Forza Italia e Pd. Il Corriere sposta avanti di due mesi il timing del Quirinale: ma al primo giro di consultazioni nessun leader avrà l’incarico. Da Mattarella indicazioni su un “nome terzo” solo se glielo chiederanno i partiti. “Nome terzo” che potrebbe essere quello del giurista Giovanni Maria Flick, che alla Stampa dice: “Buono il segnale sull’elezione dei presidenti della Camera, ma per il governo bisogna abbandonare la logica dei veti. Così è facile che ci determini un incidente di percorso che ti porta alle elezioni”. Di segno opposto la posizione di Francesco Boccia, che in un’intervista a QN apre ai 5 Stelle: “Fare opposizione e basta senza un obiettivo è miope. Se ci sono temi che condividiamo perché mai dovremmo chiudere ai Cinque Stelle?”. Sul Corriere il sondaggio di Pagnoncelli, che vede M5S e Lega salire ancora, e il 58% degli elettori grillini favorevoli ad un accordo con Salvini; solo il 24% tifa per un accordo con il Pd. Tra i leghisti il 63% vorrebbe allearsi con il M5S, il 18% opterebbe per l’intero centrodestra con i grillini. Elettori dem spaccati: il 34% vorrebbe un accordo il M5S, solo il 5% col centrodestra; il 23% preferirebbe l’astensione, il 38% è indeciso. Complessivamente la maggioranza relativa degli italiani si attende un governo M5S-centrodestra, mentre scende il consenso per nuove elezioni o governi di scopo.
I renziani insistono; mai con Di Maio e la Lega. Ma da Orlando a Franceschini si allarga il fronte del dialogo (Corriere). Delrio al Corriere: “Non tifiamo per nessun governo con programmi che danneggiano l’Italia. Le distanze programmatiche tra noi e la Lega e tra noi e il M5S su molti temi sono sostanziali. Al Paese serve anche una minoranza ricca di proposte”. Delrio si chiama fuori anche dalla corsa alla segreteria del Pd e frena su Gentiloni traghettatore: “Non ci serve un capo, ci serve un orizzonte. Non si può dire che destra e sinistra non esistono più”.
Salvini, quei fondi nell’ombra: su Repubblica e Fatto anticipazioni del servizio di domani sull’Espresso sui conti segreti della Lega: dalla misteriosa Onlus “Più Voci” creata da tre commercialisti vicini a Salvini, ai bonifici di Parnasi, il periodico pubblicherà anche alcuni documenti bancari che aiuteranno a comprendere meglio che fine ha fatto la ricchezza leghista. Oltre a un dato inedito: sia sotto la gesitone Maroni, che in seguito quella Salvini, parecchi milioni sono stati investiti illegalmente. Soldi finiti “nei paradisi fiscali” (si parla di 48mln) ai quali la Procura sta danfo la caccia.

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