22 marzo 2018

Dai giornali di oggi 22 marzo



Trattative per le presidenze delle Camere. Accordo tra destra e M5S:
Camera ai grillini, Senato a Fi (su tutti). La Lega lascia Palazzo
Madama all'alleato e in cambio candida Fedriga per la guida del Friuli.
Fico in pole per Montecitorio, Romani per il Senato, ma su di lui c'è il
vetro del M5S, che dice: “No indagati”. La replica di Fi: “Allora non
possono chiederci di votare Fico”. Per il Messaggero, i nuovi nomi dopo
i veti sono quelli di Bernini (Fi) per il Senato e di Fraccaro (M5S) per
la Camera. La partita delle presidenze delle Camere si intreccia con
quella di governo. Salvini prova a stanare Di Maio e, per evitare di
diventare socio di minoranza di un esecutivo grillino, si rivolge al
leader 5S: “Siediti al tavolo con Berlusconi” (Stampa p.3). Anche
Berlusconi invita Di Maio all'incontro (su tutti). Ma il patto
M5S-destra traballa (Repubblica in prima e p.2-3): elettori grillini in
rivolta si appellano a Di Battista: “Fermali tu”. E una sorta di veto
all'accordo con il M5S arriva anche dalla base leghista: “Mai con i
grillini, no all'assistenzialismo” (Repubblica p.4). Per Verderami
(Corriere p.3) Di Maio teme la trappola di Berlusconi, la cui mossa apre
ancora di più il gioco delle presidenze e lascia sullo sfondo l'ipotesi
di un governo di minoranza. Intanto, la road map istituzionale prevede
le dimissioni di Gentiloni subito dopo le presidenze (Messaggero p.5):
Gentiloni potrebbe lasciare già nel weekend, nel caso la partita delle
Camere fosse chiusa in fretta. Ma, nonostante le dimissioni, i poteri
dell'esecutivo restano pieni.
Centrodestra, sul Corriere (p.2) parla Maurizio Gasparri: “E' ovvio che
una presidenza debba andare al M5S. Ma un'alleanza di governo
centrodestra-5S è altamente improbabile. Per l'esecutivo ci vorranno
settimane, se si votasse a scrutinio segreto ci sarebbe una maggioranza
in cinque minuti perchè nessuno vuole andare a casa. Ma ci sono
possibilità che un governo che parta dal centrodestra trovi i consensi”.
Pd, nonostante l'appello del centrodestra a prendere parte alle
trattative per le Camere, i dem si tirano fuori (su tutti). Nel Pd,
intanto, nasce il correntone anti-Renzi: no all'apertura al
centrodestra, però niente Aventino (Messaggero). E si apre la partita
dei capigruppo dem. “No a due figure renziane - mette in chiaro Zanda al
Corriere (in prima e p.7) -. Governo con il M5S? Mi pare evidente che
non possiamo governare insieme, ci separano differenze di fondo su
visione internazionale, idea di partito, rapporto con l'Ue e bilancio
dello Stato”. Ma per Libero (p.5) i dem sarebbero tentati dalla
possibilità di sostenere Di Maio, nella speranza che vada a sbattere.
Sul Foglio (p.4) parla Sandro Gozi: “Per il rilancio del Pd occorre
essere radicalmente alternativi alle  proposte irrealizzabili di
lepenisti e grillini. Per questo credo che il Pd debba assolutamente
stare all'opposizione e non capisco perché dovrebbe permettere la
nascita di un governo per attuare cose irrealizzabili e sbagliate per
l'Italia".
Regione Lazio, il Foglio (p.7) vede nel modello Zingaretti, a un passo
dall'accordo con il M5S per la guida della Regione, un modello possibile
anche per lo scenario nazionale. Per la Pisana si prospetta un appoggio
esterno sui temi, e forse per la vicepresidenza, da parte dei grillini.
Massimiliano Smeriglio, vice di Zingaretti, al Foglio: “Siamo obbligati
ad andare in Aula e cercare accordi sull'agenda. Con il M5S si può
ingaggiare una discussione su temi come acqua pubblica, partecipazione,
trasparenza e urbanistica. Dovremo fare uno sforzo per tenere conto del
loro risultato elettorale e aprire una discussione che tenga presente il
loro punto di vista programmatico”. Sulla giunta, il Messaggero oggi ipotizza una donna in quota Leu.

Nessun commento:

Posta un commento