1 luglio 2018

Dai giornali di oggi 1 luglio

ITALIA-ECONOMIA
Decreto leggero senza voucher (Corriere, Sole): Di Maio, intervenendo al Festival del Lavoro, frena sul “decreto dignità” ma nega problemi di coperture: “Leggende metropolitane” (Stampa). Dal provvedimento escono le modifiche alla somministrazione come i voucher e il lavoro occasionale, demandati al Parlamento. Tra le priorità ribadite da Di Maio il taglio delle pensioni d’oro, la lotta al lavoro nero, il rilancio dei centri per l’impiego, l’equo compenso e la semplificazione del Codice degli Appalti, ritenuto troppo complesso. Da riformare anche l’Anpal, partita “con una ruota sgonfia”: “Metterò intorno a un tavolo gli assessori di tutte le regioni per ristrutturare i centri per l’impiego anche lavorando con l’Anpal, cercando di capire quante siano le risorse da investire. Mi aspetto massima collaborazione. Non voglio che ci si metta a difendere il proprio orticello”. Sulle pensioni, oltre al taglio degli assegni d’oro, confermata la volontà di introdurre “quota 100” per garantire  maggiore flessibilità di pensionamento anche se ciò incrementerà di quasi un milione i pensionati. Di Maio: “Questo non ci spaventa: la partita non è solo di bilancio. L’atteggiamento dell’Italia sull’immigrazione ai tavoli europei è solo l’antipasto di quello che sarà sull’economia”.  Scettico Cottarelli: “Senza il rigore di Monti e la riforma delle pensioni della Fornero il debito pubblico sarebbe arrivato al 145%, circa 13 punti più di adesso: con certe misure si rischia di causare una crisi peggio di quella del 2012” (Corriere). “Il debito pubblico? Bisogna fare in modo che se lo riprendano le famiglie italiane che hanno 5mila miliardi di liquidità – dice al Corriere il sottosegretario Siri (Lega) – Possono riprendersi quei 780 miliardi collocati presso investitori stranieri, che sono quelli che fanno girare la giostra dello spread. Come? Con Bot e BTp riservati a famiglie italiane”. Siri insiste sul superamento di spesometro e split payment, e sulla rottamazione delle carte: “Non è un condono, qui non stiamo parlando di evasori ma di gente che ha dichiarato e poi non ha pagato: più di 20 milioni di contribuenti. Si è cercato di ottenere da loro somme che non potevano pagare”. Siri prefigura una manovra super da 70 mld nel 2019 con la flat tax, riforma della Fornero e il reddito di cittadinanza. Per le coperture si va dalla pace fiscale, al taglio degli sprechi, all’aumento del deficit: “L’importante è che l’Europa ci autorizzi ad arrivare al 2,6-2,7% di deficit”.
Libero contro il reddito di inclusione: “cani e porci” dissanguano l’Inps a danno dei pensionati. Il riferimento è alle 700 mila famiglie ricomprese nella platea del “rei”, alle quali andrà un assegno mensile tra i 187 e i 534 euro per un massimo di 18 mesi. Per Libero soldi “facili, perpetui, comodi”.
Imprese, domani arriva la stangata da 19 miliardi (Giornale e altri). La Cgia di Mestre ricorda che “le aziende sono tenute a versare il saldo 2017 e il primo acconto 2018 dell'Ires (9,1mld), mentre i lavoratori autonomi e gli altri percettori di reddito dovranno versare l'Irpef con annesse addizionali regionali e comunali (6,4mld). Agli imprenditori anche il macigno Irap: si approvi il decreto dignità” ha commentato il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo.

ITALIA-POLITICA
Migranti, Fico “strappa” e difende i porti aperti e le Ong. Salvini e Di Maio lo liquidano: opinioni personali (Corriere, Repubblica, Messaggero e tutti). Il tema migranti divide i Cinque Stelle: il presidente della Camera, in visita all’hot spot di Pozzallo, dà voce all’ala sinistra del Movimento schierandosi contro la politica dei porti chiusi e difendendo le ong: “Fanno un lavoro straordinario”. Grillo sta con lui, Di Maio no. Il Corriere parla di telefonata tesa tra i due. “Prima salvare le vite in mare poi accertare eventuali responsabilità: non è buonismo, è umanità”, la linea di Fico dopo la strage al largo della Libia e le dichiarazioni di Salvini, per il quale i morti li hanno sulla coscienza le ong. “Ci vuole rispetto, compattezza se crediamo nel nostro progetto” la posizione di Di Maio. Sul Messaggero la linea dura di Conte: “Senza quote non entra più nessuno”. Il premier, dopo il testa coda europeo, si arrocca: porti chiusi e niente più sbarchi di migranti in Italia. E il Viminale si prepara a tagliare di 15 euro la spesa giornaliera per ciascun migrante. Ancora da chiarire la reale portata dell’accordo stretto in sede europea sull’immigrazione: per il Corriere è evidente che l’intesa penalizza l’Italia. E su frontiere, sbarchi e ricollocazioni si sono fatti addirittura dei passi indietro, introducendo il concetto di “volontarietà”, sapendo che la maggior parte degli Stati europei ha sempre rifiutato collaborazione. Il ministro Moavero Milanesi alla Stampa: “Davanti a una sfida così drammatica occorreva un salto coraggioso e misure più immediate”. Ma almeno si è arrivati a “Una tela di fondo condivisa”. Ora dipende dagli Stati rispettare le linee del Consiglio europeo: “Chi non accetta i centri di accoglienza tradisce lo spirito del vertice. La volontarietà vale per tutti, Italia compresa”. Ma la preoccupazione resta: “Siamo in mezzo  al guado rispetto alla prospettiva politica della Ue”. Per Moavero lo schema resta quello dell’aiutiamoli a casa loro con investimenti pubblici e privati in Africa. “Al riguardo si potrebbe assegnare il gettito dell’istituenda web tax europea, destinata ai givanti della rete, alle risorse necessarie previste nel prossimo bilancio Ue”. Moavero annuncia una vigilanza più stretta sulle Ong e sui porti dice: “Il diritto internazionale impone di condurre i salvati in porti sicuri, non necessariamente i più vicini. Se gli Stati Ue aprissero volontariamente dei porti di accoglienza sarebbe una svolta”. 
M5S e Lega ai ferri corti anche sui diritti. Nel giorno del gaypride il sottosegretario Spadafora, al corteo di Pompei, porta l’adesione del governo e garantisce che “l’Italia non tornerà indietro sui diritti conquistati”. Chiari i riferimenti al ministro della Famiglia Fontana, che via Facebook risponde: “Spadafora parla a titolo personale e non a nome del governo né della Lega. Per quanto ci riguarda la famiglia che riconosciamo e sosteniamo è quella della Costituzione”. Contro Spadaora anche la Meloni. A Milano il sindaco Sala sfila e sale sul palco: “Questa è casa vostra. Voi siete il cambiamento, vi accompagneremo” (Corriere e altri).
Oggi la prima Pontida di governo per Salvini, col Carroccio pronto ormai al sorpasso sul M5S (La Verità). Salvini sfida il Ppe: “Trasformo la Lega in una forza europea. Cresceremo ancora”. La trasformazione sovranista di Pontida è già avvenuta: oggi sono attesi anche 250 napoletani con prodotti campani, a riprova che il Carroccio ha ormai archiviato l’autonomia, scrive il Sole. Sul Corriere i debuttanti del Sud: Pontida è anche nostra. Tra i presenti anche il governatore siciliano Musumeci: “Salvini mi ha invitato e io rispetto il galateo e vado. La Lega non è più quella di una volta ed è stata tra le prime forze politiche a sostenere la mia candidatura in Sicilia”. Sul Tempo l’ora dei veleni in casa Fdi: sempre più esponenti lasciano il partito della Meloni per la Lega. Pesano sondaggi a picco e malumori per la mancanza di dibattito interno.
In movimento anche il Pd. Sul Corriere il passo avanti di Nicola Zingaretti: “Io ci sono, anche se il problema non è il segretario ma riaprire una sfida collettiva. C’è un popolo di competenze e sensibilità che si è disperso e c’è una nuova generazione molto combattiva che non ci ha mai incontrati. L’obiettivo è riaggregare”. Per Zingaretti “serve un Pd diverso, per costruire una nuova alleanza, azzerando le attuali forme poltiche. Dobbiamo includere e valorizzare forze produttive, energie popolari e sociali conciliando forte leadership collegiale e decisioni dal basso”. Zingaretti boccia il Fronte Repubblicano di Calenda e invita a pensare all’Italia del 2050: “In Italia c’è una enorme questione giovanile che la politica non vede. E’ una generazione che ha tanto da insegnare a quella precedente”. Sul piano politico Zingaretti un governo egemonizzato dalla destra e prevede “disarticolazioni” tra i Cinque Stelle di cui la sinistra deve approfittare. “La Lega di Salvini è una forza nazionale autoritaria, razzista e xenofoba. Renzi? Penso e spero che non se ne vada. Dipende da lui. Il congresso del Pd è indispensabile prima delle elezioni europee”. Per Zingaretti “la democrazia è in pericolo: quando i populisti al potere non riusciranno a realizzare quello che hanno promesso si inventeranno un ulteriore nemico esterno. Prima criticheranno le procedure democratiche, lente e inconcludenti Poi passeranno all’attacco delle istituzioni, all’informazione, ai diritti in chiave autoritaria”.

ESTERI
In Germania la Merkel prova a smarcarsi dalla stretta del ministro Seehoer annunciando accordi bilaterali con 14 Paesi per “restituire” tra i 15 e i 18 mila migranti. Tra i 14 Paesi l’Italia non c’è e neppure cechi e ungheresi, che smentiscono intese con Berlino per timore di contraccolpi interni. Il documento, consegnato dalla cancelliera ai partiti della sua coalizione, concretizza una delle conclusioni del vertice europeo, laddove si auspicavano intese tra Stati membri per contrastare i movimenti di migranti e cooperare tra loro in questa direzione. Per il Messaggero è un messaggio implicito all’Italia: se volete aiuti sugli sbarchi dovete scendere a patti anche voi. Su Repubblica il dilemma di Roma di fronte al patto della Merkel. Salvini gli risponderà oggi da Pontida. Conte: “Se Merkel cade è un guaio anche per noi”.
Ma il naufragio in Libia e i bambini morti in mare venerdì dividono politica e giornali. Dalle Ong e dalla Spagna accuse all’Italia per i morti nel naufragio. La guardia costiera nega: “Mai coinvolti nei soccorsi” (Corriere). Il Giornale e la Verità: i buonisti vogliono altri morti. Il Tempo parla di macchina del pianto. Su Avvenire il j’accuse della Croce Rossa: “Massacro in mare e la Ue si fa cieca”. Sul Corriere la difesa del sottosegretario Molteni (Lega): “Non capisco come si possa dare al governo italiano la colpa di quanto accaduto in acque libiche. La colpa è dello scafismo e di chi gestisce il traffico. Per impedire altri morti devono partire meno navi”. Quanto a Fico “credo che debba chiarirsi col governo. Nel contratto che il M5S ha firmato tra i punti qualificanti c’è il contrasto alle Ong illegali”. Intanto la Open Arms salva 60 disperati al largo della Libia e ricomincia il braccio di ferro nel Mediterraneo: il Viminale chiude i porti e rimanda a Malta. La Valletta: più vicina Lampedusa (Stampa).

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