[8/3, 07:46] Michele Cardulli: Corsa a ostacoli per il governo (Corriere). Di Maio a caccia di tecnici di sinistra, puntando anche sulla carta Minniti (Stampa p.4). Ma i dem dicono no. Rosato al Corriere (p.6): “Andiamo all'opposizione. M5S e Lega si presentino alle consultazioni con una proposta”. Intanto, prove di patto grillini-Carroccio sulle Camere (Messaggero in prima e p.3): tentativi di dialogo per un'intesa sulle presidenze. Calderoli o Romani al Senato, Fico alla Camera. Possibile convergenza sulla legge elettorale. Il piano B di Di Maio è l'ipotesi di un governo di minoranza: il leader del Movimento evoca il precedente del '76 della “non sfiducia” (Messaggero p.6). Il Movimento congela la squadra di ministri per tenere aperti tutti i canali di dialogo, l'unico intoccabile è Di Maio.
Dal versante opposto, Salvini polemico con la scelta di Gentiloni di prorogare di un anno i Servizi, con l'appoggio dei grillini (su tutti). Il segretario leghista pronto all'incarico esplorativo: dirà a Mattarella che è intenzionato a cercare i voti mancanti per la maggioranza (Stampa p.6). Ma per il Corriere (p.9) preferisce aspettare e lasciare Di Maio “schiantarsi”. Sono queste le due ipotesi per Salvini (Stampa): provare a riunire i “responsabili” su 4-5 punti su cui trovare convergenze, oppure affossare un governo Di Maio dall'opposizione.
Scenari difficili secondo Repubblica, la strategia di Mattarella per il nuovo governo è chiara: incarico solo a chi ha i numeri (Repubblica in prima e p.7). Il Colle considera sullo stesso piano Di Maio e Salvini, ma senza accordi potrebbe toccare ad un figura terza.
“Un'ipotesi di intesa Lega-M5S è pura fantasia, Mattarella li sentirà, ma dipenderà tutto da Renzi – dice Ennio Doris, banchiere socio di Berlusconi, alla Stampa -. Con il centrodestra strada spianata”.
Nel centrodestra tensioni per la possibilità che i tre partiti vadano divisi alle consultazioni. Ma Salvini assicura: “Andremo uniti” (Corriere e tutti). A breve un incontro tra i tre leader (su tutti). Per Libero (p.5) Berlusconi prova lo scherzetto alla Lega: Zaia al governo per convincere il Pd. Ma è tensione nella coalizione soprattutto per i malumori dei forzisti al Sud: “Paghiamo l'asse del Nord” (Messaggero p.8). Repubblica (p.10) parla di “Opa” leghista su Fi: Salvini incontra Toti e avvia il piano di “de-berlusconizzazione” dell'alleanza. Ma Toti al Corriere (p.8) assicura: “Nessun golpe nei confronti di Berlusconi”.
Centrosinistra, lettera formale di dimissioni del segretario Pd (Stampa p.8): l'addio, subito esecutivo, di Renzi formalizzato lunedì. La guida va a Martina (Corriere p.5) ma è scontro sulla reggenza con Orfini. E resta l'ipotesi Calenda. Il Nazareno post-Renzi punta su Gentiloni (Messaggero p.5). “Non tutto è irrimediabilmente compromesso” dice Prodi a colloquio con Repubblica (p.2). Il partito schierato per il no all'intesa con il M5S. Da Guerini a Cirinnà e Morani, coro di no nel sondaggio tra i dem. Sala a Repubblica (p.3): “ Il partito stia all'opposizione e spinga su argomenti come europeismo, diritti e gradualità delle tasse”. A favore di un'intesa con Di Maio restano Emiliano, Chiamparino, la sinistra di Cuperlo e i veltroniani (Messaggero p.5).
[8/3, 07:48] Michele Cardulli: PEr quanto riguarda il Lazio, ampio spazio su tutti i giornali alla composizione del consiglio regionale. Chiusura di Parisi su un possibile sostegno a Zingaretti, possibilitisti i 5 Stelle che dichiarano: "Valuteremo i provvedimenti nel merito". Nel Pd si punta a un allargamento della maggioranza, ma non subito, dopo l'estate
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