In vacanza per una settimana a Santa Maria di Castellabate, in una dimensione in cui regnano mare e campagna, a svegliarti la mattina è l'abbaiare implorante di un cane affamato, il fraseggio un pò monotono e insistito delle tortore, il trillo melodioso di un uccelletto. Niente ululare di sirene o strombazzare petulante di clacson, niente rombo di aerei che solcano il cielo, o di quant'altro in città ferisce l'udito. Là dove a Roma il rumore normale di fondo è un frastuono aggressivo e spesso violento, qui la nota dominante è il silenzio intessuto di qualche suono leggero e quasi rispettoso. Qui sembra di stare su un altro pianeta, l'atmosfera è leggera, l'aria profumata. In spiaggia i bambini impastano con i piedini nudi l'acqua e la sabbia, per strada gli adulti parlano rilassati, senza astio né rabbia. Il pasto che suggerisco, dopo una mattinata trascorsa al mare, è composto da un solo piatto frutto di una mescolanza tra mozzarella campana, pomodoro e cipolla, il tutto condito con olio extravergine d'oliva. Innaffiate con un bicchiere di vino bianco del Cilento e capirete perché la dieta mediterranea è così famosa e gli anziani del luogo campano anche cent'anni. Poi la sera salite a Castellabate, e nella piazza principale capirete perché Gioacchino Murat, come riporta una targa, arrivandoci ha esclamato: Qui non si muore!
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