1 marzo 2018
Dai giornali di oggi 1 marzo
“Il piano del Quirinale per l'incarico di governo se non vince nessuno”. Repubblica (in prima e p.6) analizza la road map del Colle in caso di stallo: nessuno scenario ipotetico non suffragato dal voto; nessun progetto per un governo del Presidente; gli esecutivi nascono in Parlamento; per il governo si partirà dalla maggioranza che eleggerà i presidenti delle Camere. “Mattarella saprà prendere la strada migliore. Tuttavia credo che l'Italia – dice il ministro Padoan al QN (p.13) – abbia una forza intrinseca per andare avanti e affrontare un periodo di incertezza politica. I mercati vivono questa fase con tranquillità e fiducia”. “Per rassicurare l'Europa in campo anche i poteri forti” titola il Giornale (p.5), che riprende l'intervista di ieri di Messina (Intesa) alla stampa tedesca, in cui ha definito l'Italia “un Paese normale”. Anche Gentiloni conferma che i conti italiani non preoccupano i partner Ue, poi rivela: “Ho percepito un allarme non sui conti ma politico: temono una alleanza tra destra moderata e antieuropeisti” (Stampa in prima e p.5). Un allarme che viene rilanciato dal premier anche in virtù dell'incontro tra la Meloni e Orbàn, durante il quale la leader di FdI ha detto di preferire Budapest a Bruxelles (Stampa). Per Sorgi, con le sue posizioni anti-Ue, FdI rompe il patto del centrodestra. Ma la Meloni assicura: “La mia posizione e quella di Berlusconi si conciliano, lui in Europa è nel Ppe proprio come Orbàn” (Corriere p.8). La Boldrini (Corriere p.6) chiude a ogni ipotesi di governo con larghe intese. Grasso (Sole p. 10): eliminare il fiscal compact.
Sul fatto contrasto Grasso-Fratoianni sul governo di scopo. Sul Manifesto: Grasso smentito da Fratoianni e Speranza.
Intanto, nel centrodestra, prosegue il derby Salvini-Berlusconi (Libero p.2): il leghista sfida Fi, dicendosi convinto di arrivare primo nella coalizione. “Sei chiacchierone come Renzi” è la replica di Berlusconi, che a Panorama(p.39) rilancia: “Amo l'Italia, per questo non mollo. Capisco il malcontento, ma non ci si può affidare agli incompetenti”.
Centrosinistra, endorsement di Enrico Letta per Gentiloni: “Spero esca rafforzato con la coalizione che lo sostiene” (su tutti). Anche la Lorenzin spinge il Gentiloni-bis e ad Avvenire (p.8) dice: “La coalizione del governo Gentiloni è l'unica proposta per garantire stabilità e crescita. Natalità e demografia sono centrali per il Paese”. Intanto, arriva l'apertura di Grasso (Leu) a un governo con Pd e Fi. La sua uscita imbarazza la sinistra (Stampa p.5), anche se al Sole (p.10) chiarisce: “Mai in un governo con Pd e Fi. Unica disponibilità è per cambiare la legge elettorale e tornare al voto”. Boldrini al Corriere (p.6): “No larghe intese. E' più dignitosa l'opposizione. Se ci sarà bisogno di una nuova legge elettorale se ne occuperà il Parlamento”. Pronto all'opposizione, in caso di sconfitta, anche Renzi, che al Messaggero (p.9) dice: “Chi non vota per il Pd, di fatto, aiuta solo il M5S, anzi aiuta l'ipotesi di un governo M5S-Lega. Noi non siamo disponibili a entrare in un governo con gli estremisti”. Poi l'attacco a Leu: “Ogni voto dato a loro nel collegio fa vincere la destra”. Replica D'Alema a Panorama (p.57): “Stupidaggini. Chi vota Leu elegge i parlamentari di Leu. Pd fa appello al voto utile per evitare Salvini, ma rischia di fare il gioco dei 5S”.
M5S, oggi Di Maio presenterà tutta la squadra dei 18 ministri: annunciato il nome di Fioravanti allo sport (su tutti). La scelta su tecnici ed esterni per attrarre ogni tipo di elettorato (Messaggero p.10). Intanto, ieri, nuova polemica: nel mirino Lorenzo Fioramonti, indicato per il Mise. Il quotidiano dell'ebraismo italiano lo accusa di aver sostenuto il boicottaggio contro Israele. Fioramonti al Messaggero (p.10) spiega: “Mai sostenuto posizioni anti-israeliane”. Renzi al Messaggero attacca: “La politica non è fantacalcio, nessuno di quei nomi ha chances di fare il ministro. La loro è una straordinaria arma di distrazione di massa”. Anche la Boldrini al Corriere polemizza: “Quello proposto dai grillini è uno scenario da Truman Show”.
“Che silenzio sulla corruzione. Nessuno tocchi l'Anac”. Su Repubblica (p.15) parla Cantone, che mette in evidenza la scarsa attenzione ai temi dell'anticorruzione: “Se ne è parlato pochissimo, ma sono stati toccati temi che potrebbero incidere come il codice degli appalti e la semplificazione delle gare. Abolire l'Anac? Mi auguro di no, è un modello internazionale. Ora servono leggi su lobby e fondazioni. No agli agenti provocatori: creano più rischi che vantaggi e non è vero che sono come gli infiltrati, quelli creano un reato che non c'è, l'infiltrato si inserisce dove il reato c'è già”. Chi propone di abolire l'Anac è Stefano Parisi, candidato del centrodestra alla Regione Lazio: "La spunterò grazie al voto dei cattolici", dice a Libero. "Nel Lazio il centrodestra è in vantaggio sul centrosinistra. Zingaretti ha spostato troppo a sinistra l'asse della sua coalizione. Grazie al lavoro di queste settimane abbiamo colmato il gap con il Pd". Parisi si dice non preoccupato del voto a Pirozzi: "Gli elettori hanno capito che votare Pirozzi vuol dire far vincere Zingaretti. Vogliono un governo solido e nel Lazio lo avranno: con me". Se poi dovesse perdere Parisi promette: "Resto in consiglio a fare opposizione".
Sul Corriere Roma danno notizia della nostra decisione di annullare l'iniziativa di ieri. Su Repubblica la Vitale parla (benino) della nostra alleanza con Zingaretti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento