5 marzo 2018
Dai giornali di oggi 5 marzo
Balzo M5S, il governo è un rebus. L'affluenza tiene: 72,9% (Corriere e tutti). Exit poll: M5S primo partito intorno al 32%, centrodestra avanti come coalizione (circa 35%), con la Lega che supera Fi. Frana il Pd, che rischia di scendere sotto il 20%. Male anche Leu. Quotidiani concordi nell'evidenziare i successi di M5S e Lega, anche se in Parlamento la maggioranza è lontana. Urne nel caos: sistema in tilt per i collegi ridisegnati e il sistema dei bollini anti-frode (Messaggero).
Il Movimento festeggia subito: “Tutti dovranno parlare con noi” (su tutti). I grillini rilanciano: “Siamo il pilastro della legislatura, ma è presto per parlare di alleanze”. E Grillo mette subito i paletti: “Non fate inciuci” (Corriere p.4). Al Sud si profila un en-plein per Di Maio, che annuncia: “Saremo responsabili”. Secondo la Stampa (p.3) i grillini sarebbero pronti alle alleanze: Di Maio proverà prima con la sinistra, la Lega ultima opzione.
Centrodestra. Salvini centra il sorpasso. “Adesso voglio il governo” (Stampa). Il leghista avverte:“Il dopo Silvio sono io. Resto nel centrodestra, ma comandiamo noi” (Messaggero p.5). Il sorpasso allarma Berlusconi (Messaggero p.4). E i forzisti avvertono i colleghi della Lega: “Non fate alleanze con il M5S, altrimenti facciamo saltare le giunte in Veneto, Lombardia e Liguria” (Repubblica p.10). Tajani già al capolinea: “Torno in Europa” (Stampa p.8).Ma si dice disponibile in caso di chiamata del Colle. FdI spera nel 5%. Meloni: “Così è il doppio del 2013” (Corriere p.6).
Fallito l'obiettivo di Noi con l'Italia: mancata la soglia del proporzionale(Giornale p.8). Flop dell'ultradestra: Fn e Casapound restano fuori (Messaggero p.5 e tutti).
Centrosinistra, Nazareno choc, tra i dem è la resa dei conti: “Peggio di Occhetto nel '94” (Repubblica p.5). La minoranza attacca: “Azzerare tutto, dialogo con il M5S” (Corriere p.10). Rosato: “Andremo all'opposizione”. E Renzi conferma: “Non daremo mai nostri voti a Di Maio. Noi siamo fuori da tutto” (Corriere). Ma le minoranze chiedono una svolta di strategie e leadership. “Non mi dimetto” aveva annunciato Renzi, che attacca i big: “Per segare me hanno silurato il Pd” (Repubblica). E adesso la tentazione del passo indietro esiste (Messaggero p.9). Spunta l'ipotesi di Gentiloni segretario (Corriere p.11). Premier pronto all'uscita di scena amara: impossibile tornare al governo, visto che rischia la sconfitta anche nel suo collegio (Stampa p.10). Nella coalizione, Bonino ferma a un passo dal 3%, in gioco un bottino di 18 seggi (Repubblica p.6 e tutti). Male Leu, che è intorno al 3,5%: processo a Grasso (Messaggero p.11).
Governo senza numeri, spiraglio solo al Senato (Messaggero p.3): al centrodestra mancano poche decine di seggi per la maggioranza a Palazzo Madama. Tra le ipotesi per il futuro governo, Messaggero parla di esecutivo istituzionale sotto l'ombrello del Quirinale, una sorta di “governo di scopo” per la legge elettorale e la manovra economica. “Il rebus in mano a Mattarella” (Stampa p.2): saltata l'ipotesi di un Nazareno bis, gli attori principali sono Di Maio e Salvini. Sulla carta un governo tra grillini e leghisti sarebbe possibile, così come sarebbe possibile un'intesa tra M5S e sinistra. Per la Stampa, il terzo scenario possibile sono le “larghissime intese”: un governo con tutti dentro per affrontare le emergenze e tornare al voto, ma non prima di ottobre.
Regionali, successo del centrodestra in Lombardia. Fontana batte Gori, e la Lega si tiene la Regione (su tutti). Il candidato del Carroccio tra il 38 e il 42%, contro il 31-35 dell'esponente dem. Nel Lazio, la sinistra unita di Zingaretti in vantaggio: il governatore uscente tra il 30 e il 34%, ma il vantaggio su Parisi (26-30%)non è così ampio. Vicina anche Lombardi (M5S)
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