25 gennaio 2018

Dai giornali di oggi ( 25 gennaio )



“Populisti e antieuropeisti non prevarranno, l’Italia è e rimarrà un Paese stabile”, dice il premier Gentiloni a Davos ai microfoni di Cnbc (MF e tutti). Ma lui si dice non disponibile a forare un governo di coalizione con Berlusconi: “Il centro destra ha posizioni molto diverse, non resterà in piedi”. E per il dopo voto dice; “Sarà il risultato della consultazione, sarà il Presidente della Repubblica che valuterà il da farsi”. Per Avvenire lo scenario che si prefigura è quello di una reggenza Gentiloni almeno fino a giugno: possibile una manovra correttiva dei conti a maggio. Per la Stampa Gentiloni dice “no a larghe intese” ma non chiude a Forza Italia.  Berlusconi parla invece a Radi 24, intervista ripresa dal Sole: conferma di voler rispettare gli impegni con l’Europa e promette: “Azzereremo il deficit entro il 2020”. Smentisce dissidi con Salvini e scommette sulla crescita spinta dalla flat tax.
Sul Foglio parla Cairo: “L’Italia sta un pochino meglio di qualche anno fa ma non vedo un’accelerazione troppo forte. Ci sono ancora troppe persone che se la passano male e troppe realtà in cui l’economia è diffusamente sommersa. Senza combattere queste due piaghe non tornerà il sorriso”. Cairo promuove il Jobs Act anche se “per il lavoro bisogna fare ancora molto”. E su Gentiloni: “Mi piace, perché è riuscito a proporre una leadership più distensiva rispetto a quella divisiva di Renzi”. E su Di Maio:”Per governare un Paese conta anche quello che sai far. Sono il primo a sostenere l’importanza di affidare ruoli ai giovani. Ma per il governo competenza ed esperienza sono fondamentali e i Maio vedo che fa molto fatica”.
Sulla Stampa il barometro di Piepoli: si ferma la corsa del centrodestra, dato al 35,5% (-1%), riparte il centrosinistra (29%, +0,5%), sostanzialmente stabile il M5S (27,5%), Leu al 7% stabile. Tra i leader primo Mattarella per fiducia (57%, +6), seguito da Gentiloni (43%, +4), Bonino (33%, +2), Grasso (31%, +1) e Di Mario (30%, -2). Risale Renzi (al 28%, +1%), scendono Salvini (26%, -2), Meloni (23%, -2), Berlusconi (22%, -2), Grillo (22%, -1).
Nel Pd alta tensione tra Orlando e Renzi per le candidature: troppo pochi i posti per la minoranza interna e il ministro minaccia il disimpegno (Messaggero). 15 i posti offerti, il ministro nel chiede 36 (Corriere). Intanto si è trovato il seggio per la Boschi: è a Bolzano e per il Fatto dietro c'è l'accordo Pd-SVP frutto dei fondi pubblici miliardari piovuti in questi anni sull'Alto Adige. Nervi tesi nel Pd per i candidati paracadutati dall'alto. Stesso copione in Leu (Repubblica, Il Fatto, il Manifesto).
Nel centrodestra è caos liste, con Ghedina promosso arbitro sul campo. Berlusconi vuole un collegio blindato per Galliani: "A lui i diritti sportivi" (Repubblica). Ma la novità di queste elezioni sarà l'onorevole con lo sponsor,ovvero la formalizzazione di un contributo chiesto all'asprirante parlamentare per candidarsi e la possibilità che ci metta i soldi un manager terzo.
Nel M5S comincia il dopo Grillo (Repubblica). Sul Messaggero parla Nina Monti, la web master che cura il nuovo blog di Grillo: “Grillo torna alle origini, noi al posto di Casaleggio”.
Salvini torna a smentire ogni liason con il M5S: “Da Di Maio solo spocchia”. Ma la Lega lascia aperta la strada a un possibile patto dopo il voto (Stampa). Bagnai: “Posso essere io il  mediatore tra il Carroccio e i grillini”.
“Csm in mano a gruppi di potere”: in Tribunale duello tra le toghe (Stampa p.11). Oggi interrogatori incrociati l'ex magistrato, Bruno Tinti, e Arturo Soprano, presidente della Corte d'Appello di Torino. Nel mirino la nomina di Soprano, contestata da Tinti in un articolo sul Fatto, e la successiva querela di Soprano.

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