Andrei cauto a ironizzare o stupirmi più di tanto dell'enorme polemica scoppiata sui sacchetti da 2 centesimi, voluti dal governo Renzi e resi obbligatori a partire dal 1 gennaio di quest'anno. Essa ci dice che il popolo è ormai esasperato, stanco, e che forse ci avviciniamo sempre più a un punto di non ritorno. La corruzione di molti politici, la profonda, drammatica crisi economica, hanno reso i nervi del popolo italiano assolutamente scoperti, sensibili. Quando un popolo sobbalza per due centesimi, significa che si è raschiato il fondo del barile e basta un nonnulla perché la situazione degeneri. La storia è maestra.
L'animo dei parigini si infiammò quando, alla vigilia della rivoluzione, si diffuse la notizia che la regina a chi le diceva che il popolo non aveva il pane, aveva risposto che il popolo avrebbe potuto mangiare le brioches. E ancora, a seguito dell'introduzione nell'ottocento, della tassa sul macinato, scoppiarono in tutta Italia violente rivolte, che furono represse duramente, a volte nel sangue, come i moti popolari del 1898 ed i fasci siciliani. Le reazioni del popolo possono spesso apparire irrazionali, selvagge, sproporzionate rispetto a a misure che sembrano scarsamente rilevanti. A meno che queste misure non diventino la goccia che fa traboccare il vaso. La classe politica farebbe bene a non liquidare troppo frettolosamente il caso del sacchetto da due centesimi.
Massimo Frana
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