15 gennaio 2018

LIBERI E UGUALI: L'ACCORDO GRASSO-ZINGARETTI



Chi glielo fa leggere a Pietro Grasso questo breve commento di Marchesini?





Sarò un sempliciotto ingenuo io, ma nelle scelte in politica non è indispensabile che ci siano chiarezza, trasparenza, coerenza? Se un leader che continua a restare incardinato nel PD renziano si è connotato per scelte e decisioni che, in settori sociali strategici come la sanità e la casa, hanno regolarmente premiato l'interesse privato, come lo si può ora sostenere con il voto da parte di chi ha preso nettamente le distanze da quel partito, o proprio, ribattezzandosi Liberi e Uguali, ne è uscito?
Ma non abbiamo così voluto liberarci dalla gabbia di politiche di privilegio classista, e non è il nostro dichiararci Uguali un riconoscerci in chi da quelle politiche è stato danneggiato? Ma il PD laziale e romano che continua e riconoscersi nel renzismo, e con il renzismo/orfinismo ha perso il Campidoglio e 13 Municipi urbani, può essere indicato il 4 marzo come non votabile a livello nazionale, e invece da approvare e sostenere a livello capitolino e laziale? E questa torsione contraddittoria può essere sanata e risolta da una sbrigativa e apicale promessa nel voler cambiare in futuro linea politica? Sarò sicuramente sempliciotto e ingenuo io, ma dove stanno coerenza e chiarezza? Come può chi in questi anni si è battuto contro la logica delle privatizzazioni dei beni pubblici e contro i privilegi a vantaggio dei pochi, e si è sempre schierato dalla parte dei diritti dei molti, giustificare ora alle elezioni una scelta che contrasta con i valori e i principi dichiarati? Basta una vaga promessa di redenzione futura per accettare di farsi carico della propria contraddizione plateale?
 
Gian Carlo Marchesini

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