6 gennaio 2018

Municipio II:MORTO DI FREDDO E DI STENTI UN CLOCHARD

Morto un clochard nei pressi della Nuova Stazione Tiburtina. Di freddo e di stenti, molto probabilmente. Ed è la quinta persona senza fissa dimora che muore in questi ultimi tre mesi . Fa’ notizia? Sì, il giorno in cui accade il fatto. Poi tutto come prima. La Comunità di Sant’Egidio come anche la Caritas protestano per i provvedimenti pubblici che non vengono presi se non  parzialmente per proteggere questa gente da se stessi e dal freddo.
Uomini e donne sommersi da coperte o da cartoni, come il clochard morto alla Tiburtina, trovano  temporaneo riparo sotto le tettoie o i gazebo dei ristoranti, sotto i cavalcavia, dovunque sia possibile avere un "tetto" sulla testa.  Si trovano dappertutto. Basta guardare con occhi attenti. Perchè spesso per noi che andiamo sempre di fretta, ma un giorno ci fermeremo, sono invisibili e se ci capitano “tra i piedi” li scavalchiamo con noncuranza.
Alle persone perbene (???) danno persino fastidio e come il caso di Piazza Pontida appongono alle panchine dei divisori, con la benedizione dell’istituzione pubblica locale, in modo che non ci si possa stendere per riposare, oppure sotto la galleria che congiunge via Marsala con via Giolitti (ci scusiamo con i lettori ma non ne ricordiamo il nome), vengono apposti dei blocchi di cemento per impedire che quegli spazi si tramutino nella notte in improvvisati  giacigli.
Che fare? Il parroco della vecchia Stazione Tiburtina li faceva riposare  la notte nella chiesa, per terra ma al coperto, mentre il vecchio responsabile della Stazione era persona sensibile e caritatevole e una soluzione la trovava sempre. Nella Nuova Stazione Tiburtina non ci sono neanche le sale d’aspetto per i viaggiatori figurarsi se è previsto un riparo per i senza tetto. Magari gli spazi , specie verso il piazzale est, vengono lasciati vuoti in attesa di qualche griffe che lo affitti. Ma mai e poi mai vengono destinati a ricovero notturno . A Grandi Stazioni fanno business mica carità!!! Si era parlato della palazzina  di Via Masaniello. Ma non ci sembra che si sia andato oltre gli annunci. Il Baobab a via Cupa è stato chiuso manu militari, mentre resiste, senza vittime  finora, l’accampamento di roulotte dei rom davanti alle mura del Verano sulla Tiburtina.
E l’inverno è appena iniziato e l’ipocrisia umana avrà ancora modo di piangere lacrime di coccodrillo.
Non abbiamo dubbi, purtroppo!
Domenico Fischetto

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