Morto un clochard nei pressi della Nuova Stazione Tiburtina.
Di freddo e di stenti, molto probabilmente. Ed è la quinta persona senza fissa
dimora che muore in questi ultimi tre mesi . Fa’ notizia? Sì, il giorno in cui
accade il fatto. Poi tutto come prima. La Comunità di Sant’Egidio come anche la
Caritas protestano per i provvedimenti pubblici che non vengono presi se non parzialmente per proteggere questa gente da se
stessi e dal freddo.
Uomini e donne sommersi da coperte o da cartoni, come il
clochard morto alla Tiburtina, trovano
temporaneo riparo sotto le tettoie o i gazebo dei ristoranti, sotto i
cavalcavia, dovunque sia possibile avere un "tetto" sulla testa. Si trovano dappertutto. Basta
guardare con occhi attenti. Perchè spesso per noi che andiamo sempre di fretta,
ma un giorno ci fermeremo, sono
invisibili e se ci capitano “tra i piedi” li scavalchiamo con noncuranza.
Alle persone perbene (???) danno persino fastidio e come il
caso di Piazza Pontida appongono alle panchine dei divisori, con la benedizione
dell’istituzione pubblica locale, in modo che non ci si possa stendere per
riposare, oppure sotto la galleria che congiunge via Marsala con via Giolitti
(ci scusiamo con i lettori ma non ne ricordiamo il nome), vengono apposti dei
blocchi di cemento per impedire che quegli spazi si tramutino nella notte in
improvvisati giacigli.
Che fare? Il parroco della vecchia Stazione Tiburtina li faceva
riposare la notte nella chiesa, per terra ma al
coperto, mentre il vecchio responsabile della Stazione era persona sensibile e caritatevole e una soluzione la trovava sempre. Nella Nuova Stazione Tiburtina non ci sono neanche le sale d’aspetto
per i viaggiatori figurarsi se è previsto un riparo per i senza tetto. Magari gli spazi , specie verso il piazzale est, vengono lasciati vuoti in attesa di qualche griffe che lo affitti. Ma mai e poi mai vengono destinati a ricovero notturno . A Grandi Stazioni fanno business mica carità!!! Si era
parlato della palazzina di Via Masaniello. Ma non ci sembra che si sia
andato oltre gli annunci. Il Baobab a via Cupa è stato chiuso manu militari, mentre resiste, senza vittime finora, l’accampamento di roulotte
dei rom davanti alle mura del Verano sulla Tiburtina.
E l’inverno è appena iniziato e l’ipocrisia umana avrà
ancora modo di piangere lacrime di coccodrillo.
Non abbiamo dubbi, purtroppo!
Domenico Fischetto
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