28 gennaio 2018

Dai giornali di oggi (28 gennaio)


Liste elettorali, le ultime 48 ore di fuoco (Repubblica). Nel Pd Renzi pigliatutto, Orlando accusa – “è un regolamento di conti” – ma alla fine cede al diktat del segretario (Corriere). Il governatore Emiliano al Fatto: “Questo non è più il Pd, dopo il voto va ricostruito”. “Calpestata ogni regola, Renzi ha deciso tutto chiuso in una stanza”. In Parlamento il Pd è solo Renzi, scrive il Fatto: ai fedelissimi 160 posti sicuri su 200 (Corriere). Renzi tira dritto: “Il ricambio è fisiologico, la squadra è fortissima, giusta per andare a vincere” (Stampa). La Boschi resta “blindata” a Bolzano, come tutto il Giglio Magico, mentre Gentiloni finisce nel collegio “sbagliato”: Lazio 1, dove il premier rischia la sconfitta. Ma Gentiloni ha la rielezione scontata grazie al listino (Stampa).
Cuperlo rinuncia alla candidatura, Calenda attacca per gli esclusi eccellenti, come De Vincenti, Realacci, Rughetti e Manconi. Ma nella notte De Vincenti viene ripescato: correrà a Sassuolo (Corriere). Dentro anche l’ex ministro Damiano, l’ex governatore friulano Illy, Ferri e Nencini. L’ex sindaca di Lampedusa Nicolini resta fuori: “Mi volevano ma hanno prevalso altre logiche” (Corriere). Deluso anche Di Pietro: “Fuori perché ho detto no all’inciucio” (Fatto).
E’ caos anche in Forza Italia, dove gli esclusi assediano la sede del partito (Repubblica). Esce di scena Franco Carraro, entrano l’ex bomber del Napoli Incocciati, l’imprenditrice Lella Golfo e Diagonale (Corriere). Tra gli esclusi eccellenti l’ex ministro Martino e Andrea Augello, il senatore del “caso Boschi”: il Fatto parla di veto su di lui di Ghedini e Tajani. Aveva indagato su Etruria e fatto emergere l’affaire Renzi-De Benedetti.
Nel M5S mail bombing degli attivisti, lamentele degli esclusi e tre nuovi nomi estromessi. In gara per il M5S scende l’olimpionico del nuoto Domenico Fioravanti (Corriere).  E tra Di Maio e Grillo è l’ora del disgelo: il candidato premier a Cesena allo show del comico: faremo campagna elettorale insieme.
Nella Lega Salvini frena sulla candidatura di Bossi – “non accoltello la gente alle spalle” – e si sfila dall’uninominale: correrà solo nel proporzionale (Corriere). Anche qui si profilano liste di candidati di sola osservanza salviniana. Tra i nuovi arrivi l’economista anti-euro Alberto Bagnai, Gianni Tonelli del Sap, Claudio Durigon dell’Ugl, l’economista Armando Siri. In lista anche la Bongiorno che a Libero dice: “L’immigrazione mette in pericolo le donne”.
Dalle liste al voto. Napolitano al Corriere: “Il governo del presidente è soltanto una fantasticheria. Ora basta cortine fumogene”. “Il presidente non può inventarsi un governo perché dominus è il parlamento. Il capo dello Stato ha un solo vincolo: dare l’incarico a chi mostri di poter ottenere la fiducia di una maggioranza. Poi decide il Parlamento”. Da Napolitano richiamo all’ordine anche sui candidati-premier - “Una totale mistificazione” – e sui programmi: “Sono in larga misura indeterminati e inattendibili, senza un respiro”. Per il presidente emerito la legge elettorale va cambiata subito dopo il voto, “anche se ciò aggraverà ulteriormente l’anomalia italiana”:
Sulle pensioni è alta tensione tra Salvini e Berlusconi (Sole, QN): “L’età della pensione resta a 67 anni se non per pochi casi”, aveva detto ieri il leader di Forza Italia al Sole. Salvini. “A Berlusconi dico: patti chiari, amicizia lunga. La Fornero va cancellata, è una legge ingiusta, sbagliata, che porta povertà e disperazione nelle famiglie”. Meloni: “Nel programma c’è scritto che si devono eliminare le storture della Fornero”. Serve un sistema “che possa essere il più generoso possibile ma uguale per tutte le generazioni”.
Cottarelli: “Cancellare la Fornero? Possibile ma costoso”. E sulla flat tax: “Semplifica il sistema ma è meno progressiva e ha bisogno di coperture certe” (Sole).
Su Avvenire i giovani al (non voto) e la famiglia. In copertina sull’Espresso gli abbandonati: Renzi dagli elettori, le periferie dai politici.
Regionali Lazio, sul Tempo i lettori incoronano Pirozzi. Da Parisi appello al sindaco di Amatrice: “Uniamo le forze per battere la sinistra”. Ma l’invito cade nel vuoto. Meloni: “Così Sergio si mette fuori dal centrodestra”. Giro al Tempo: “E’ vero, abbiamo tardato troppo ma ora Sergio ci lasci strada”. Dal Tempo nuovi attacchi a Zingaretti, per la passerella della legalità con la sindaca-preside di Priverno, e la candidatura del dirigente della Asl di Rieti Anibaldi alle Politiche con il Pd. “La sanità sabina è a pezzi e lo ricompensano così”.

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