9 gennaio 2018

Zero tasse universitarie ?

A proposito della "promessa" elettorale di Pietro Grasso di abolire le tasse di iscrizione all'Università per permetterne a tutti l'accesso, affermazione pronunciata nel corso dell'assemblea nazionale di Liberi e Uguali svoltasi a Roma il 7 gennaio, pubblichiamo le opinioni di alcuni commentatori politici.



Pietro Grasso all'assemblea nazionale di Liberi e Uguali
Chi è più ricco dà una mano a chi è più povero. E' questo il principio con
cui la Costituzione cerca i soldi per la giustizia sociale. Si chiama
"progressività" e si applica al fisco.
Ebbene, ogni tassa "piatta" e ogni taglio "lineare" vanno contro la
giustizia sociale, perché sono fuori dal criterio della progressività.

Per questo motivo, penso sia ingiusta la "tassa piatta" proposta da Lega e
Forza Italia, perché finirebbe per avvantaggiare i più ricchi, a discapito
dei più poveri. Ma per lo stesso motivo, devo dire che non concordo con
Grasso di Liberi e Uguali, per aver proposto il taglio delle tasse
universitarie per tutti. Anche perché all'università ci va di solito chi è
figlio di benestanti. Molto meglio concentrare i tagli universitari per
studenti che vengono da famiglie di modesto reddito, che si svenano per
libri e affitto di una stanza nelle città degli atenei. Magari aumentando le
detrazioni per tali spese fino al totale, ma solo a queste famiglie. In modo
che non ci sia più alcun giovane che debba rinunciare alla laurea, solo
perché i genitori non hanno i soldi per sostenerlo.

Insomma, vorrei che LeU di Grasso evitasse di ripetere l'errore che ha
commesso il PD quando ha abolito l'IMU per tutti, finendo per favorire i
grandi patrimoni immobiliari, a scapito di chi una casa neanche ce l'ha.
E soprattutto, che non inseguisse la destra nella campagna di chi taglia più
tasse, ma s'impegnasse nel dire come far funzionare meglio il Paese,
recuperando l'evasione. Per rendere l'Italia un posto più giusto,
soprattutto per chi non ce la fa.

Massimo Marnetto
Io vedo che qui a Roma, e correggetemi se sbaglio, alla Sapienza, Università pubblica,  si iscrivono i figli delle famiglie del Centro Sud a reddito piuttosto basso. Quelle a reddito medio superiore si iscrivono a università private tipo la LUISS. Dove non a caso risulta iscritto anche il figlio di Carminati: do you remember? Non penso quindi che l'uscita di Grasso sia proprio una cretinata populista. A meno che non si voglia tanto che tale sia.
Gian Carlo Marchesini
Sono d'accordissimo sul principio e penso che Grasso stia commettendo un
grosso sbaglio.
Ho soltanto un tarlo che mi rode, quando si parla di agganciare vantaggi di
spesa a livelli di reddito (persino le borse di studio).
Ho spesso toccato con mano (e i numeri lo confermano statisticamente senza
ombra di dubbio) quanti meritevoli non abbienti fossero tutto tranne che
veri destinatari dei vantaggi per i poveri.
Se questo paese saprà (cioè vorrà😉 - e potrebbe farlo ormai con uno sforzo
relativamente piccolo e un costo abbastanza contenuto (per cui i benefici
sarebbero molto superiori ai costi)- stanare i finti poveri (riducendo a
normalità la situazione) la progressività citata da Marnetto apparirebbe
come la sola civile modalità di far contribuire i cittadini alla vita e al
benessere ben distribuito della popolazione.
Naturalmente bisognerebbe disegnare una curva di progressività che - dato il
sistema - evitasse di far trasferire i "ricchi" in paesi più accoglienti (oh
Europa!), ma l'incremento di gettito, facendo pagare i finti
poveri,consentirebbe aliquote ragionevoli per alimentare lo stato sociale.Il
guaio è che quasi tutto l'arco partitico non vuole lo stato sociale (e il
sistema lo aborre) e preferisce abbassare le tasse comunque.
La pericolosità - nessuno escluso - delle proposte elettorali dei partiti in
lizza, è scandalosamente evidente; basta fare qualche somma.
Bisognerebbe mettere alla gogna questa classe politica.
Bisognerebbe trovare un meccanismo razionale per il quale chi,tra i
politici, al governo e in parlamento, approvasse leggi di spesa fantasiose e
suicide per il paese - oggettivamente così classificabili - fosse soggetto a
procedura di responsabilità civile e penale.
Pura utopia, na ogni tanto bisogna pur lasciare
liberi i propri desideri profondi.

Umberto   Pradella


 
Se l'Università fosse finanziata in toto dalla fiscalità generale come proposto da @liberi_uguali e da @PietroGrasso si affermerebbe un principio sacrosanto e al passo coi tempi, ossia che anche l'Università deve essere un servizio e un diritto universale come scuola e sanità.
 
twitter di Miguel Gotor

 





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