4 gennaio 2018

LE RUGHE DI DORIAN GRAY E LA FISIOGNOMICA





Qual è il segreto della bellezza di un racconto intramontabile come Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde? Si tratta di un'opera che ha un profondo legame con la magia e con uno dei suoi principi basilari: la cosiddetta legge delle "segnature", per la quale, come sottolinea Jean Marquès-Rivière, il macrocosmo deve ritrovarsi nel microcosmo e le influenze cosmiche devono ritrovarsi nella creazione. Wilde era un massone e probabilmente conosceva molto bene un testo fondamentale della Mistica e della Cabala ebraica: lo Zohar. È scritto, infatti, in questo libro: "Come il firmamento mostra stelle ed altri segni leggibili ai saggi, così la pelle, che è l'involucro esterno dell'uomo, mostra rughe e linee che sono leggibili per i saggi; e questi segni della pelle sono particolarmente evidenti nel viso... le linee delle mani, come quelle delle dita, nascondono grandi misteri...".
I medici di un tempo erano in grado di riconoscere lo stato di salute generale di un uomo osservando i tratti e il colorito del viso. L'eccessiva specializzazione in medicina attuale non consente spesso ai medici di oggi di avere questa capacità diagnostica immediata. Manzoni, nei Promessi Sposi, racconta dell'abitudine dell'Innominato di guardare le mani del proprio interlocutore per capire con che tipo di persona aveva a che fare.
Ho sempre pensato che le rughe della vecchiaia manifestino in modo inequivocabile non solo la vita che abbiamo condotto o il nostro stato di salute, ma anche quello che vorremmo nascondere o abbiamo sempre tentato di nascondere nella parte più segreta di noi. È così che il terribile assassino può apparire uno scialbo e comune uomo appesantito dagli anni, che ne tradisce la pochezza, o il finto filantropo presentare uno strano ghigno sul viso, che ne rivela l'intima malvagità. Mentre da giovani è possibile nascondere i propri sentimenti e il proprio animo dietro un viso bello e fresco, la vecchiaia, spesso impietosamente, mostra sul volto di ognuno quello che realmente siamo. È per questo che a molti essa è in orrore e suscita così tanta paura, perché ci costringe a guardarci senza più maschere. Dorian Gray rimane schiacciato dal manifestarsi della verità nelle rughe del suo ritratto, e dall'impossibilità alla fine di dissimulare quella terribile verità.
Massimo Frana

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