5 gennaio 2018

Le riflessioni di Umberto: A PROPOSITO DI SACCHETTI

 
Al di là delle eventuali colpe specifiche, se ce ne sono, quello che mi conferma nell’idea che questo paese non sappia legiferare è dato da tanti di quegli esempi, che mi sembra di poter dire che è davvero “il metodo” italiano, praticato da tutti, di fare confusione(scientemente?).
Legge sui sacchetti:
·         L’Italia era in infrazione per il mancato recepimento della direttiva europea del 2015 (il ritardo e le proroghe sono nel nostro dna). La direttiva si basava sull’esempio italiano delle borse biodegradabili della spesa (lo sapevamo?).
·         La direttiva non impone regole sui sacchetti leggeri “gli stati membri possono scegliere di esonerare le borse di plastica  con uno spessore inferiore a 15 micron, fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi”(perchè abbiamo scelto di farli pagare ai consumatori?)
·         La direttiva è stata recepita nel decreto “mezzogiorno”(!?) (legge di conversione agosto 2017). In un articolo è stato aggiunto il recepimento della direttiva europea, (ma sono stati aggiunti anche emendamenti. E’ prassi di questo paese ficcare qualunque cosa in decreti chilometrici, così si fa quando non si vuol fare troppa chiarezza e si alimentano legittimi dubbi sul perchè del sotterfugio)
·         La direttiva riguarda  tutte le buste di plastica, non solo quelle di frutta e verdura dei supermercati.Riguarda ogni piccolo imballaggio di plastica, come i sacchetti del farmacista.
·         La legge italiana impone che questi sacchetti siano pagati dal consumatore. (Non fissa il prezzo, ma pretende che le borse siano fornite a titolo oneroso: “le borse di plastica in materiale ultraleggero non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o prodotti imballati”...” E’ vietato il riuso per lo stesso fine per cui sono stati prodotti e venduti”. Insomma se uno decide di regalarli è contro la legge)
 
Queste norme italiane, disegnate intorno ai nostri std. industriali  più diffusi, tagliano fuori dal mercato materiali perfettamente biodegradabili diversi.
Sembra che la produzione italiana non sia adeguata e sia necessario ricorrere a importazione da Spagna e Francia.
Le persone che in Italia campano con pensioni da fame, rifiutano di accettare i sacchetti offerti dai venditori a pagamento, così restringendo il mercato.
Ancora, questi sacchetti potranno essere usati per la raccolta differenziata dell’umido, riducendo così anche il mercato di sacchetti che costano decine di centesimi. Ci sono già casi di accaparramento di interi rotoli di sacchetti ultraleggeri biodegradabili a due centesimi.
In mare, ultimo luogo di “raccolta” della plastica, il 53% dei rifiuti è prodotto dai bagnanti in spiaggia e il 14% dalla pesca e dalle attività marittime (fonte arcadis-commissione UE).
La normativa potrà avere quindi un effetto benefico, ma non si capisce perchè debbano sostenerla consumatori indigenti e non i venditori. Poichè non si può fare distinzione per reddito al supermercato, questo è uno dei pochi casi in cui i benefici dovrebbero essere estesi a tutti i consumatori.
Non avanzo nessuna ipotesi complottistica. Temo che le indicazioni della nostra legge inducano a sospetti, vista la restrizione delle specifiche e il pagamento da parte dei consumatori; ma come al solito, facendo le cose male, si alimentano polemiche che, forse, sarebbero evitabili.
 
Mi viene in mente la legge sul testamento biologico.
Sugli 8100 comuni italiani, ben 7700 non hanno nè un registro nè dei moduli std. per dichiarare le proprie volontà, in modo corretto, valido e ufficiale.
In questi comuni, l’unico modo possibile è andare dal notaio, che non offre certo i propri servigi gratuitamente.
Un diritto, finalmente riconosciuto, rimarrà  mutilato per non si sa quanto tempo (se si pensa alla carta d’identità elettronica, siamo ancora in mezzo al guado e sono passati 20 anni abbondanti), imponendo dei costi.
 
Sono io cui non va mai bene niente o sono i nostri rappresentanti che preferiscono le cose opache o perlomeno contorte?
Umberto Pradella

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