26 gennaio 2018

Dai giornali di oggi (26 gennaio)

 

Sul Tempo (in apertura e p.2-3) lo studio della Ghisleri con le proiezioni collegio per collegio: il centrodestra a valanga ha il Nord già in cassaforte, ed è avanti in 151 uninominali, contro i 35 del Pd e i 45 del M5S. Il M5S fa il pieno al Sud, soprattutto Calabria e Campania. Mentre nel, in crisi nella Capitale, rischiano anche i big. Sondaggio Swg sul Messaggero (p.6) conferma il centrodestra in testa con il 36,7%, in calo dello 0,5%. M5S resta primo partito con il 27,8% (+0,5%), in crescita anche il Pd al 24%, la sua coalizione si attesta al 28,1%. Le rilevazioni in base alla condizione economica degli elettori evidenziano la forza delle formazioni populiste tra chi è in condizioni difficili, il ceto medio preferisce M5S (28,8%), poi Pd (23,1%) e Fi (15,6%), mentre le classi agiate scelgono i dem (29,6%), M5S (23,7%) e Fi (15,7%). Leu al 6.4 per cento (-0,4) ma solo al 3.3 fra le classi più disagiate.
“Nessun governo di scopo, si tratta di prendersi la responsabilità di dare un governo all'Italia e fare quello che serve agli italiani. Siamo gli unici ad avere candidato premier e programma chiari - dice Di Maio, intervistato dal Sole (in prima e p.9) -. Chi teme per l'instabilità del Paese deve temere il centrodestra”. Il Fatto (in prima e p.10) guarda alla possibile squadra di governo del Movimento: al Tesoro un tecnico di Bankitalia o Fmi, Fioramonti alla Sviluppo, contatto con Montanari per la Cultura. Mentre il Messaggero (p.9) registra l'apertura del Movimento alla Lega, anche se gli ortodossi protestano per la frase con la quale il candidato premier ha ammesso di essere pronto a rivedere il programma dopo il voto.
Centrodestra, Berlusconi benedice Tajani: “Sarebbe un'ottima scelta come premier, ma abbiamo altri due nomi” (Corriere p.16 e altri). Fedele Confalonieri, a colloquio con il Fatto (p.7): “Gentiloni può continuare, quest'anno si potrebbe votare due volte”. E non esclude un'intesa Berlusconi-Renzi.
Intanto, resta caldo il tema candidature. Alla fine Salvini schiera Bossi: pronto una seggio di Fi se il leader leghista avesse escluso il Senatùr. Fuori, invece, gli uomini di Maroni (Stampa p.8).
Pd alla guerra delle liste (Messaggero p.8), trattativa tesa tra Renzi e Orlando, oggi la direzione. Il segretario rivolta le liste e blinda i suoi: vuole una pattuglia di 130 fedelissimi (Stampa p.9). Scontenta le correnti, per loro 50 posti, “colpito” anche Franceschini (Corriere p.18).
Regionali, il centrodestra nel Lazio schiera Parisi (Corriere p.17 e tutti). Il leader di Energie per l'Italia al Messaggero (p.7): “Sanità e infrastrutture sono le priorità, ma anche sicurezza e miglioramento nella gestione dei servizi e dei rifiuti. Bisogna riportare Roma ad essere attrattiva: la morsa di centrosinistra in Regione e M5S in Comune ha prodotto una fuga di istituzioni e imprese”. Sulla sua candidatura, dice: “Ho avuto la richiesta da Meloni e Tajani, non ho chiesto collegi, ma agibilità politica per il nostro movimento”. Per Libero (p.9) Mr Chili ha ricevuto la promessa di un ministero. Pirozzi però resta in campo nonostante il pressing del centrodestra, e spunta il feeling con la Lombardi (Corriere p.17), per il Messaggero (p.7) per il sindaco di Amatrice spunta l'ipotesi che faccia l'assessore con il M5S.
Su manifesto e fatto ancora spazio alle polemiche dentro leu per le liste.

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