Quando le sentenze arrivano a pioggia. La prima: il Consiglio di Stato ha respinto in toto il ricorso del concessionario da quasi vent'anni attivo all'interno del Punto Verde per l'Infanzia di Villa Massimo. Tutto quello che è stato realizzato da allora è nella sentenza giudicato illegale e abusivo, la fornitura di bevande, cibi e servizi è revocata, tutto deve tornare come era all'inizio. Ora l'amministrazione comunale deve imporre l'esecuzione di quanto il Consiglio di Sta...to ha sentenziato. Compresa la ripiantumazione dei 43 pini abbattuti nel corso degli anni, onde ripristinare di nome e di fatto quella che è da sempre definita pinetina. La seconda sentenza è quella dei giudici della Corte d'Appello di Roma, con la quale Ignazio Marino è stato condannato a due anni per avere gozzovigliato a spese del Comune di Roma in 25 cene consumate in vari ristoranti durante il biennio della sua sindacatura. Ora dovrà restituire i 13.000 euro complessivi fraudolentemente spesi. Marino sostiene che quelle cene sono state di lavoro perché offerte a ospiti importanti alcuni dei quali hanno poi deciso di donare al Comune, in veste di mecenati, somme importanti al fine di restaurare sale del Campidoglio e di altri monumenti pubblici. Ma il giudice non gli ha creduto. Se le cene risultano essere state consumate il sabato e la domenica sera, ed era presente come commensale anche la moglie, le cene, asserisce il giudice, non possono essere considerate di lavoro. Le sentenze dei giudici vanno rispettate, anche le più diverse e inaspettate. Ignazio Marino ha annunciato ricorso, ora tocca aspettare che si pronunci la Cassazione. Ma forse è il caso di ricordare che il Sindaco non è stato estromesso dal Campidoglio a causa degli scontrini contestati, ma perché i diciannove consiglieri comunali del PD sono stati fatti dimettere da Renzi e Orfini davanti a un notaio. Il che non è, per quanto inaspettata e discutibile, una sentenza della magistratura, ma una scelta politica sciagurata.
Gian Carlo Marchesini
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