29 gennaio 2018

Le riflessioni di Pradella: SCHIAVITU' E RAZZA

In uno dei soliti posti del nostro paese, dove il sole e il clima consentono il rigoglio delle piantagioni di aranci e mandarini, a raccogliere i frutti di quei bellissimi alberi, pagati con un euro per cassetta di mandarini e  50 centesimi per una di arance (sono più grandi e si riempiono più in fretta!), ci sono lavoratori stagionali, quasi tutti africani sub sahariani.  Questi lavoratori sgobbano per moltissime ore a  “cottimo” (ma il cottimo puro non è contro la legge? O sono rimasto indietro?). Questa situazione è nota a tutti, visto che le tendopoli sono enormi e “le autorità” hanno persino costruito “ricoveri” purtroppo insufficienti, per arginare le cloache a cielo aperto in cui questi "schiavi" sono costretti a vivere. Con baracche decenti, allora lo schiavismo va bene, se al ritorno dai lavori forzati, non ci si deve accampare tra gli escrementi?  
Ma non è stata approvata una legge sul caporalato? Non dice la legge che sono corresponsabili i fottuti caporali, i luridi trasportatori  e gli schifosi imprenditori che li impiegano?
Si dice che se quegli imprenditori dovessero rispettare la legge, dovrebbero chiudere bottega. La chiudano. Per quello che mi riguarda “compra italiano” se è così, non vale. Si dice che quei lavoratori sono sì sfruttati, ma senza, non sopravvivrebbero.
Non per niente abbiamo istituzionalizzato la precarietà. Questo è il mondo. Ci sono fiumane di precari, presi a sberle da leggi che giustificano il licenziamento delle persone se l’imprenditore ritiene che, non licenziando, il suo profitto non potrebbe migliorare. Perchè non andare un poco oltre e legalizzare la schiavitù?
O la questione è quella sollevata da luridi leghisti come lo sporco Attilio Fontana che parla di razza bianca come il tragico buffone di cui, questa sera, ho ascoltato il discorso di Trieste, in cui tronfio e gonfio, annunciava le leggi a difesa della razza dei popoli imperiali.
E’ di questa cultura che dovrebbero nutrirsi e andare fieri i ragazzi, nati qui, da genitori stranieri?
C’è in questo paese (e non solo) un rigurgito fascista e razzista che politici indecenti fingono di non vedere o addirittura blandiscono, mentre altri ne condividono le farneticazioni.  Fontana, come al solito smentisce, ma crede nella sua "idiozia" in ciò che ha detto. E’ molto contento e lo dichiara; la sua uscita ha aumentato la sua popolarità e i suoi voti potenziali.
A questi maleodoranti scarti di umanità bisognerebbe ricordare che sotto uno strato sottilissimo di pelle abbiamo tutti un derma così bianco da farci tutti scandinavi.
Più culturale (ma con questi non è possibile parlare di cultura e nemmeno di semplice conoscenza)la osservazione di Igiaba Scelgo, che su La repubblica di domenica 21 scorso, ha ricordato che l’Italia era multietnica ben prima che si usasse questa parola. Basterebbe un poco di storia romana, medioevale rinascimentale e un poco di storia dell’arte, per scoprire  che siamo tutti mescolati e che nelle vene di questi idioti scorre sì il famoso sangue italiano, ma ben mescolato con quello africano; e questo senza ricorrere a analisi scientifica delle discendenze.
Le forme moderne di schiavismo e di precarietà e le idiozie razziste  e immonde,  sono o dovrebbero essere combattute con ogni forza.
Da chi?
 
Umberto Pradella
 

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