14 gennaio 2018

Le riflessioni di Pradella: Protestiamo contro le indegne affermazioni di Trump

Stare dalla parte dei paesi insultati dall’abbietto individuo che governa gli Stati uniti è doveroso per chiunque non sia della sua pasta.
Indignarsi per le oscenità di Trump è sforzo inutile.
Indignarsi con gli Stati Uniti, sarebbe più corretto.
La mia amicizia per gli USA è certamente molto inferiore a quella che nutro per la Francia e per  molti altri paesi europei e non, che ritengo molto, ma molto più civili degli Stati Uniti.
Ho avuto la fortuna (?) di poter conoscere gli USA a casa loro, per molto tempo, negli ambienti della classe media e anche di CEO e presidenti, esponenti del ceto “alto”  americano imprenditoriale: manager di ogni livello; persone degne e altre meno, come ovunque. Ho conosciuto molto meno, purtroppo, ambienti diversi da quelli del “business” ma ho potuto rendermi conto che la cultura comune dell’ossatura produttiva del paese (dagli operai ai vertici) presentava le caratteristiche che hanno portato Reagan alla presidenza (e la reaganomics) e dalle quali sarebbe stato  molto più facilmente possibile far discendere i Tea party e i Bush che Obama.
La mia esperienza risale a molti anni fa. Penso che queste caratteristiche si siano rafforzate e approfondite.     
La questione della immigrazione e dell’integrazione riguardano poco l’ospitalità e molto le condizioni della formazione di quella nazione.
Il furioso individualismo, il razzismo, l’assenza di ogni forma di attenzione alla società, l’ignoranza tronfia di ogni cosa non americana....
Insomma, potrei continuare per moltissimo a elencare le ragioni per cui ritengo gli USA uno stato ben lontano dall’essere civile, secondo i miei canoni.
Accuso gli USA, poi, potenza imperiale e egemone, di avere originato,accudito, nutrito e affinato il capitalismo – finanziario – liberista, che ha travolto ogni difesa, propagandosi ovunque e corrompendo ogni cosa.
 Trump non è estraneo al paese; la metà degli americani degli USA lo ha votato, come ha votato Bush e molti altri presidenti repubblicani (e anche democratici) che di quella cultura sono stati porta bandiera.
Umberto Pradella
 

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